
L’ex Giappone pacifista e disarmato, pensa a come incrementare ulteriormente la cooperazione con gli Stati Uniti nel campo della difesa militare e nell’esplorazione dello Spazio. Il Numero Uno dei Paese del Sol Levante sembra intenzionato ad aggiornare il proprio comando operativo nel paese in vista di un futuro comando unificato tra le due nazioni (con i morti di Pearl Harbour e Hiroscima, nelle loro tombe dimenticate).
Domani è atteso a Washington anche il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos Jr., il quale discuterà con i due partner «dell’assertività marittima della Cina continentale», chenell’astruso gergo militare dovrebbe indicare la presenza navale Cinese sempre più esibita al mondo. Nel frattempo, il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, ultimi sussulti di un percorso non proprio lineare, insiste.
In futuro saranno necessari più pattugliamenti congiunti tra Stati Uniti, Filippine, Giappone e Australia nel Mar Cinese Meridionale. La nuova Nato del Pacifico sempre più militarizzato.
Le elezioni parlamentari in Corea del Sud sono state un disastro per il presidente Yoon Suk-yeol, della destra filo occidentale più anti cinese. Le elezioni di mercoledì per rinnovare i 300 dell’Assemblea nazionale, il parlamento unicamerale della Corea del Sud, sono state un disastro per il presidente del paese Yoon Suk-yeol: i partiti di opposizione hanno ottenuto una netta vittoria, che ha già messo in difficoltà il governo di Yoon, di destra, eletto con un piccolo margine di voti nel 2022. Il suo mandato presidenziale durerà ancora tre anni, ma con questi risultati è destinato a governare in una posizione di forte debolezza.
Secondo i dati diffusi dalla commissione elettorale nazionale a spoglio concluso, il Partito Democratico, di centrosinistra, otterrà 175 dei 300 seggi dell’Assemblea, mentre il Partito del Potere Popolare di Yoon solo 109. Yoon ha fatto sapere che «accetta con umiltà» (e non potrebbe fare diversamente), i risultati delle elezioni e ha promesso di rinnovare la sua amministrazione. Nel frattempo sia il primo ministro Han Duck-soo che altri importanti funzionari del governo, tra cui quasi tutti i consiglieri di Yoon, hanno presentato le dimissioni.
Quelle di mercoledì sono state ‘elezioni di metà mandato’ per Yoon, la cui popolarità è progressivamente calata non solo a causa del caro prezzi, ma anche di una serie di scandali, tra cui quello che ha coinvolto sua moglie, Kim Keon-hee. La signora Kim infatti avrebbe accettato in regalo una borsa di Dior del valore di oltre 2mila euro, e secondo i suoi critici questo proverebbe quanto sia facilmente corruttibile e abbia usato la sua posizione pubblica per i propri affari personali.
Non sembra comunque che le opposizioni riusciranno a ottenere la cosiddetta «supermaggioranza», con cui il parlamento potrebbe superare eventuali veti del presidente e apportare modifiche alla Costituzione, per cui sono necessari almeno 200 voti.
Si prevede tuttavia che una maggioranza così solida potrà ostacolare tutti i cambi radicali promessi da Yoon nel campo della scuola, del lavoro e delle pensioni, oltre che la sua proposta per l’abolizione del ministero per l’Uguaglianza di genere. Alla sua signora basta un borsetta di Dior.