Liz Truss, ‘the iceberg lady’. Ritirata ingloriosa, quasi un addio

Dopo il terremoto sui mercati la premier britannica è costretta a fare dietrofront sulla politica fiscale. Ma nel partito conservatore che l’ha eletta solo poche settimana fa, c’è chi la vuole fuori da Downing Street e il suo rischia di essere uno dei governi più brevi della storia.
The Economist l’ha soprannominarla “The Iceberg lady” (con riferimento all’insalata, genere rapidamente deperibile, e in contrapposizione a “Iron lady”, la lady di ferro Margareth Thatcher, a cui Truss si ispira), mentre il tabloid Daily Star ha lanciato una challenge su YouTube con la toto si Truss e un cespo di lattuga, chiedendo ai lettori: “Secondo voi, quale delle due scadrà prima?

Riassunto delle catastrofi precedenti

Venerdì la premier Liz Truss ha silurato il cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng per sostituirlo con Jeremy Hunt, ex ministro della Sanità che oggi ha annunciato una decisa retromarcia sulle politiche fiscali. La decisione è stata presa dopo che il ‘mini-budget’ (soldi a debito) proposto da Truss e Kwarteng – più di 320 miliardi di sterline di sussidi per l’energia e tagli fiscali – aveva provocato un vero e proprio terremoto sui mercati affondando la sterlina e costringendo la Banca d’Inghilterra a intervenire per rassicurare gli investitori e salvare i fondi pensione.

Premier ‘commissariata’ a rassicurare i mercati

Nel suo ‘statement’ d’emergenza diffuso ieri per rassicurare i mercati, Hunt ha annunciato che “quasi tutto il pacchetto fiscale del 23 settembre “sarà cancellato”. Cancellato assieme alle proposte politiche della premier ormai dimezzate. La mossa di Hunt ha ridato fiato alla sterlina e agli indicatori di Borsa a Londra, «ma la premier conservatrice appare di fatto commissariata sul fronte economico, ad appena sei settimane dall’insediamento», rileva Ispi. Commento del leader laburista Sir Keir Starmer: «Il primo ministro insiste nel dire di essere ancora il leader in carica, ma quanto accaduto finora suggerisce che se è ancora in carica di certo però non è al potere».

Lotta per la sopravvivenza?

Nel frattempo, a Westminster, si rincorrono voci di una congiura di palazzo da parte di esponenti conservatori di alto livello, molti dei quali sostenitori di Rishi Sunak, ex cancelliere dello Scacchiere e rivale di Truss alle primarie del partito, che punterebbero a sfiduciare la premier. Secondo il Guardian, diverse lettere di sfiducia sarebbero già state consegnate nelle mani di Sir Graham Brady, presidente del comitato 1922, l’organismo interno al gruppo parlamentare Tory, affinché chieda alla prima ministra di farsi da parte a fronte di una situazione insostenibile dopo il tracollo del suo programma economico e la crisi scatenata sui mercati. Ormai, la credibilità della premier sarebbe compromessa al punto che diversi conservatori avrebbero accettato di cambiare la regola del partito che vieta di sfiduciare un premier nei primi 12 mesi di mandato.

I timori degli alleati e tutori Usa

Persino il presidente degli Stati Unit Joe Biden ha criticato la strategia economica portata avanti da Truss e affermato che le turbolenze economiche seguite al mini-bilancio del governo fossero “prevedibili”. Interrogato al riguardo dai giornalisti, Biden ha detto: “Non sono stato l’unico a pensare che fosse un errore. Penso che l’idea di tagliare le tasse ai super ricchi in un momento in cui a tutti gli altri vengono chiesti dei sacrifici […] comunque, spetta al Regno Unito dare quel giudizio, non a me”, riferisce ancora l’Ispi, l’Istituto studi di politica internazionale, che rileva come sia molto insolito che il leader americano si lasci andare a critiche così aperte nei confronti del capo di governo di uno dei principali alleati.

Per l’Europa una lezione da imparare?

Europa tra preoccupazione e malcelato compiacimento per le turbolenze a Londra. Liz Truss che si definisce ‘una vera brexiter’. Ora si parla di altra Exit, ma l’arrivo di Hunt è visto positivamente a Bruxelles. Il nuovo cancelliere dello Scacchiere era stato ministro con David Cameron e poi con Theresa May. Feroce critico di Johnson si era schierato per la permanenza nell’Ue e aveva proposto un secondo referendum sui termini dell’uscita dal blocco. La sua presenza potrà aiutare Londra e Bruxelles a dirimere le controversie e in particolare il protocollo sull’Irlanda del nord. Ma più in generale l’Europa guarda al Regno Unito come ad una lezione da trarre. «Quello che è accaduto dimostra quanto volatile è la situazione e quanto prudenti dobbiamo essere con il nostro mix di politiche fiscale e monetaria», ha detto il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni (che suona come un avvertimento a tutti i governi della zona euro)

Non se, ma solo quando

«La domanda di oggi sulla premier Liz Truss non è cosa farà ma per quanto lo farà», il commento di Antonio Villafranca, direttore della ricerca ISPI. «La dura lezione che però i Tories dovrebbero trarre è che i problemi non si risolvono passando da un Ministro del Tesoro a un altro, e nemmeno da un premier a un altro (come insegna la staffetta Johnson-Truss)».

Da Brexit in poi (anzi già da prima), sono le inadeguate visioni di fondo e le contraddittorie politiche economiche dei Tories a fare (in negativo) la differenza. Bisogna cambiare queste, invece di continuare a cambiare i loro esecutori.

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