A Beirut come a Gaza
«Faremo a Beirut quello che stiamo già facendo a Gaza. Ci basterà fare il copia e incolla». Il proposito del Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, al Wall Street Journal.
‘Pulizia etnica’ detta meglio
Il Ministro delle Finanze israeliano Bezelel Smotrich, ha detto che «a Gaza non dovrebbero restare più di 100 o 200 mila palestinesi». Intervistato dalla radio dell’esercito, Smotrich è stato lapidario: «La Striscia di Gaza deve smettere di essere un focolaio dove due milioni di persone crescono nell’odio e aspirano a distruggere lo Stato di Israele».
Sionismo religioso
Il presidente del partito Sionismo Religioso ha aggiunto che, «oltre a ‘spopolare’ Gaza di palestinesi per il 90%, occorrerà curare il reinsediamento di civili israeliani». Coloni pronti e armati, e un nuovo processo di allargamento, in stile ‘Grande Israele’, come già si sta facendo in Cisgiordania.
Haaretz, «Netanyahu ha suggerito di considerare il trasferimento di massa di civili palestinesi fuori da Gaza, come un esito positivo della guerra».
Il ministro atomico
Il ministro israeliano Amichai Eliyahu aveva evocato la possibilità di sganciare una bomba atomica su Gaza, costringendo il premier Netanyahu a rimediare all’indignazione internazionale, con un cambio di ministero e non con la sua cacciata.
Mozzare teste e prendersi la Cisgiordania
Il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader del partito Potenza ebraica, al Consiglio di difesa del governo aveva affermato che «è giunto il momento di mozzare teste a Gaza»: ossia di riprendere le esecuzioni mirate di chi fomenta attacchi armati contro Israele.
Emigrazione di massa dei palestinesi e insediamenti israeliani nella Striscia.
Ecco la soluzione per il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir. «Per quanto riguarda l’emigrazione volontaria… penso che sia la soluzione giusta», ha detto Ben-Gvir.
«Cercherò di convincere i miei amici nel gabinetto e nel governo, proviamo a fare questo passo», ha continuato il ministro, sostenendo che «centinaia di migliaia se ne andranno adesso».
Parole pronunciate a pochi giorni dall’esame della Corte Internazionale di Giustizia per l’accusa di genocidio anche per il ‘trasferimento forzato’ dei palestinesi.
La migrazione palestinese dell’ex ambasciatore all’Onu
Il deputato del Likud ed ex ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon, mercoledì in un’intervista radiofonica. «Parlerò di immigrazione volontaria. Perché il segretario di Stato americano dice di non parlarne?», e cita l’asilo concesso dal Canada ad un migliaio di disperato palestinesi di Gaza. «Questa è una cosa benedetta, e i numeri aumenteranno».
Gli americani solo quando servono
Danon ha continuato dicendo che: «I rapporti con gli americani sono importanti, ma i nostri interessi sono diversi dai loro. Gli americani vogliono andare avanti e andare avanti, non possiamo parlare di andare avanti. Dobbiamo dire agli americani che questa è la nostra guerra e la nostra vita, e solo noi decideremo».
Guerra ancora più dura
Sulle sollecitazioni Usa a moderare l’uso della forza militare: «Non sopraffaremo il nemico con gentilezza. Stiamo commettendo un errore e dovremmo rimediare. L’IDF ha la possibilità di portare risultati, ma l’attuale metodo ci allontana dal nostro obiettivo. Lo grido dal profondo del cuore: non dobbiamo fare un lavoro a metà».
Gaza da cancellare
Il deputato del Likud Nissim Vaturi, aveva suscitato scalpore a dicembre scrivendo su X che «Gaza dovrebbe essere bruciata adesso». Intervistato mercoledì mattina alla radio Kol Barama e ha detto di non vedere nulla di sbagliato nelle sue parole. «Meglio bruciare, abbattere edifici piuttosto che ferire i soldati». Ma i civili?
A Gaza i civili non esistono
«Nel nord della Striscia di Gaza siamo riusciti a fare un’evacuazione ordinata di 1.900.000 persone, ne sono rimaste 100.000, non credo che ci siano innocenti lì adesso, né ora né quando ho detto queste cose… Abbiamo visto anche un disabile con le stampelle che è entrato in Israele, il 7 ottobre e ha derubato, rapito e picchiato gli ebrei, erano molti i coinvolti… Non ho pietà per queste persone, certamente non in guerra quando i soldati cadono per difendere la patria . È impossibile per noi essere gentili a casa e dire: ‘Oh, ci sono persone innocenti lì».
Nessun innocente, bambini compresi
«Ne restano centomila, se ci fosse un innocente lì, lo sapremmo. Chi resta lì dovrebbe essere eliminato, punto. Non ho nemmeno un dubbio». E ha aggiunto che «siamo grati di aver avuto il privilegio di essere processati all’Aia per dichiarazioni (l’accusa di Genocidio per fatti molto precisi, da ieri 23mila morti Ndr), quando loro [Hamas] stanno uccidendo bambini e donne, e noi stiamo solo cercando di difendere noi stessi come nazione».
Palestinesi privilegiati
Gila Gamed Ministro per l’Intelligence dal Jerusalem Post. «L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA), privilegia i palestinesi rispetto a qualsiasi altra popolazione di rifugiati, non ha fatto nulla per aiutare il popolo palestinese, anche se dispone di un budget annuale di ben oltre 1 miliardo di dollari».
Invece di soccorrere, ‘reinsediare altrove
«Invece di destinare denaro alla ricostruzione di Gaza, la comunità internazionale può sostenere i costi del reinsediamento, aiutando la popolazione di Gaza a costruirsi una nuova vita nei nuovi paesi ospitanti». ‘Paesi ospitanti’ non precisati.
Qualcosa di nuovo, anzi, d’antico
«Sono lieto di apprendere che i membri della Knesset provenienti da tutto lo spettro politico, compresi sia la coalizione che l’opposizione, hanno aderito all’iniziativa del mio Ministero e hanno dichiarato il loro sostegno ad essa. Sono certo che molti altri seguiranno l’esempio».