Camera Usa salva Ucraina: 60 miliardi a Kiev per darne 26 a Israele

Dopo più di due mesi di promesse e imbarazzante stallo in Congresso, la Casa Bianca paga pegno e ottiene altri miliardi per l’Ucraina pagando pegno a Natanyahu. Zelensky si è detto «grato agli Usa: salveranno migliaia di vite». Politicamente forse più importanti ma assieme discutibili, gli altri 26 miliardi a Israele nonostante la contrastata gestione della crisi militare e umanitaria a Gaza.

Se non è troppo tardi

Dopo più di due mesi di promesse a Kiev e di imbarazzante stallo in Congresso, Joe Biden è riuscito ad avere i suoi fondi per l’Ucraina. Quasi 61 miliardi di dollari che la Camera controllata da repubblicani ha approvato e che il Senato a maggioranza democratica confermerà quanto prima. Scontato in nottata anche il ‘sì’ agli oltre 26 miliardi di dollari per Israele, mentre sono già passati i 8,12 miliardi di dollari per l’Indo-Pacifico e nuove sanzioni a Mosca e Teheran. Luce verde anche a un secondo disegno di legge che di fatto vieta l’app TikTok.

Lo stratagemma di scorporare l’immenso pacchetto da 95 miliardi, voluto dal presidente della Camera Mike Johnson è dunque riuscito.

Partita interna ai repubblicani

Dopo aver chiesto e ricevuto l’aiuto dei dem, il neo-Speaker ha scelto di ignorare le minacce di sfiducia dei repubblicani della destra Maga e di portare avanti le misure. E li ha sconfitti, forte anche di un’inattesa dichiarazione di fiducia ricevuta da Donald Trump (il leader dei Maga) via social. Dopo un ultimo tentativo di ostruzionismo, infatti, la destra populista non ha avuto abbastanza voti per fermare i 4 pacchetti, sostenuti dagli altri del Gop.

Ultras anti Kiev

Fallito anche un emendamento della fedelissima trumpiana, Marjorie Taylor Greene, che avrebbe azzerato i fondi a Kiev. Greene ha preannunciato un emendamento per sfiduciare Johnson, ma se lo presentasse i dem sarebbero pronti a sostenere lo Speaker (del partito opposto), che ha loro concesso la svolta su Kiev. «Il mondo sta osservando ciò che fa il Congresso», ha affermato Biden, che è pronto a ratificare la misura domani stesso. Zelensky si è detto «grato agli Usa: salveranno migliaia di vite».

L’allarme Cia

La necessità di ‘muoversi rapidamente’ era stata sottolineata la settimana scorsa dal direttore della Cia, Bill Burns, secondo cui senza ulteriori aiuti l’Ucraina avrebbe corso il rischio di perdere la guerra la fine di quest’anno, quindi proprio in concomitanza con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Di corsa prima di perdere tutto

Gli stanziamenti verranno votati anche dal Senato forse già il 23 aprile. Subito dopo il Pentagono potrebbe inviare i primi aiuti militari all’Ucraina prelevandoli dai siti di stoccaggio negli Stati Uniti e in Europa che contengono anche munizioni d’artiglieria e missili antiaerei. L’ultima fornitura statunitense a Kiev era stata decisa d’urgenza il 10 aprile, 138 milioni di dollari per consentire le riparazioni essenziali e l’approvvigionamento di pezzi di ricambio necessari per i sistemi missilistici antiaerei Hawk.

Ancora più Consiglieri militari Usa’

Secondo quanto riferito a Politico dal portavoce del Pentagono Pat Ryder, gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di inviare ulteriori consiglieri militari alla propria ambasciata a Kiev. Problemi ai vertici militari ucraini.

Armi su armi, ma non tutto affidabile

La Danimarca annuncia 295 milioni di euro per lo sviluppo del potenziale marittimo delle forze ucraine, droni e pezzi di ricambio missilistici in collaborazione con i Paesi Bassi e Repubblica Ceca. La Lituania ha consegnato nei giorni scorsi un aereo da addestramento L-39ZA smontato. La Germania invierà a Kiev un ulteriore sistema da difesa aerea Patriot per rimpiazzare le ampie perdite subite dai sistemi d’arma di questo tipo forniti finora dagli Stati Uniti .

Olanda, gli F-16 che verranno

Il 6 aprile l’Aja ha assicurato che fornirà 24 caccia F-16 a Kiev e le prime consegne dovrebbero iniziare quest’anno. «Le tempistiche dipendono molto dall’addestramento dei piloti e del personale tecnico ucraino, nonché, ovviamente, dalle infrastrutture».

 

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