La Francia militare che non si fida di Nato e America

L’Assemblea nazionale francese ha approvato il disegno di legge per la spesa militare sino al 2030, in Senato entro metà luglio. Nei prossimi sette anni Parigi decide di investire nella difesa 413 miliardi di euro, 100 miliardi in più dei sette anni precedenti.

La potenza nucleare europea non americana

Un investimento importante di risorse in tempi di economia non florida, a dare il segnale di scelte difficili. «Il cospicuo investimento dovrebbe permettere di raggiungere entro il 2027 la soglia del 2% del pil – segnala Agnese Rossi, sul Limes-, in linea con le richieste della Nato e con il processo di riarmo che sta coinvolgendo i paesi europei». Nato ma non troppo, visto che dall’inizio della guerra in Ucraina, stiamo assistendo a politiche di riarmo diffuse ma scoordinate.

La trasformazione delle forze armate francesi

«Ma l’annunciata ‘trasformazione’ delle Forze armate francesi fa i conti con diversi limiti, a partire dall’inflazione, che da sola dovrebbe consumare circa 30 miliardi di euro». Inflazione e crisi economica europea sul fronte energetico con la Russia e su quello tecnologico anti cinse con gli Strati Uniti. Ed ecco che il nuovo programma di spesa militare francese, dovendo selezionare, taglia sulle forze convenzionali, al contrario di come invece il ritorno di una guerra in Europa poteva lasciare supporre.

Arsenali svuotati da Kiev, ‘deterrenza nucleare’

16 miliardi andranno a ripristinare le scorte di munizioni svuotate dagli aiuti inviati a Kiev e il numero di riservisti aumenterà, ma siamo all’ordinaria amministrazione. Scelta strategica, «oltre la metà della cifra complessiva sarà dedicata al mantenimento ‘in condizione di operatività’ delle forze esistenti, ovvero principalmente al rafforzamento del meccanismo di deterrenza nucleare (testate, sistemi di lancio e vettori), che rimane il fulcro della strategia militare francese». Più atomiche e meno carri armati.

Guerra lontano da casa

La guerra in Ucraina a tre passi da casa non ha scalfito l‘eredità coloniale francese di preservare la capacità di intervento lontano da casa, più lontana ancora dell’Africa quasi persa. È in programma la costruzione di una portaerei a propulsione atomica di ultima generazione (PANG Porte Avion Nouvelle Generation) simbolo della proiezione marittima e in particolar modo indo-pacifica della Francia, scrive Limes. A scapito del teatro di azione africano, in cui l’influenza di Parigi si è drasticamente ridotta negli ultimi anni.

Fina dell’operazione Barkhane in Africa

Una novità del nuovo piano militare francese è la riduzione dei fondi dedicati a eventuali operazioni esterne, dovuta in gran parte alla fine della missione Barkhane (a cui partecipa in parte anche l’Italia). La guerra scoppiata alle porte di casa non ha stravolto la sostanza della strategia militare francese né prepara il paese a combattere un conflitto terrestre ad alta intensità.

Ma ha reso più complicato il compito di conciliare in sede di bilancio, le ambizioni globali di Parigi con le sue capacità effettive e con le nuove priorità europee.

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