Vigilia di altri guai: più collaborazione militare tra Cina e Russia in Asia

Un Natale di navi da guerra nel mar Cinese orientale. Cina e Russia da oggi al 27 dicembre, esercitazioni congiunte al largo delle coste sinorusse e non lontano dalla penisola coreana e dal Giappone. Un appuntamento che si ripete dal 2012, da quando Xi Jinping ha assunto la guida del Partito comunista. Significativo che venga confermato anche dopo la guerra in Ucraina.
Intanto a Pechino, visita di Dmitri Medvedev, il numero due del Consiglio di Sicurezza russo, a discutere con Xi Jinping di collaborazione bilaterali e di questioni internazionali, ‘compreso il conflitto in Ucraina’, scrive l’agenzia russa.

Dubbi cinesi sull’Ucraina ma gli Usa con Taiwan…

Nonostante i dubbi e le perplessità che Pechino lascia spesso trapelare circa l’invasione dell’Ucraina, si rafforza e prosegue senza soste la collaborazione militare tra Federazione Russa e Repubblica Popolare Cinese.
L’ultimo esempio è fornito dalla grande esercitazione congiunta “Joint Sea 2022”, che vede coinvolte nel Pacifico le Marine da guerra russa e cinese, con ampio supporto di aerei da combattimento e di sommergibili. L’area interessata è molto vicina a Taiwan, e si estende dalle coste della provincia orientale cinese di Zhejiani all’isola di Zhoushan, per giungere al tratto di mare davanti a Taizhou, il quale dista soltanto 350 kilometri dallo stretto di Formosa.

Messaggi a ‘lancio multiplo’

Il messaggio non potrebbe essere più chiaro. Putin appoggia in pieno le rivendicazioni cinesi su Taiwan, e vuole far capire alla presidente indipendentista dell’isola, Tsai Ing-wen, che i russi sono disposti ad affiancare l’Esercito Popolare di Liberazione nel caso Xi Jinping decidesse eventualmente di usare la forza.
Alle manovre congiunte partecipano cinque vascelli avanzati cinesi e cinque russi, questi ultimi capeggiati dall’incrociatore lanciamissili “Varyag”. I ministeri della Difesa dei due Paesi hanno annunciato che, nel corso dell’esercitazione, saranno messi alla prova i sistemi di difesa aerea congiunta, il tiro di artiglieria combinato, le operazioni anti-sommergibili e il blocco navale congiunto

Partita strategica in tutto il Mar Cinese

Non è la prima volta che Mosca e Pechino organizzano manovre di questo tipo, ma la vicinanza a Taiwan le rende diverse dalle altre. In altre parole, le due grandi autocrazie s’impegnano implicitamente a confermare che l’alleanza “senza limiti” tra loro stipulata esiste davvero e funziona, sfidando ogni potenziale avversario a verificarla “de facto”.
In realtà il messaggio non è indirizzato soltanto alla leadership indipendentista taiwanese, anche se è chiaro che proprio quello è l’obiettivo principale. E’ infatti coinvolto pure il Giappone, piuttosto vicino all’area delle esercitazioni. Si tratta di un ammonimento al governo di Tokyo il quale, oltre ad essere schierato con Taiwan, sta procedendo a un rapido riarmo e alla probabile modificazione della Costituzione pacifista imposta dagli Alleati vincitori al termine del secondo conflitto mondiale.

Il minaccioso riarmo giapponese

L’ostilità al cambiamento da parte dei pacifisti giapponesi resta ma, nel frattempo, il riarmo e la possibilità di inviare navi, aerei e truppe all’estero non è più argomento tabù (com’era, invece, in precedenza). Del resto il Giappone, oltre a essere ostile all’espansionismo di Pechino, ha contenziosi territoriali pure con la Federazione Russa (che si affaccia anch’essa sul Pacifico) riguardanti le isole Kurili. E non va dimenticato che talora si parla pure di un coinvolgimento della Corea del Nord, dove il giovane Kim Jong-un ha sempre fatto capire di essere schierato a fianco di Mosca e di Pechino.

Meno Usa in Asia, ma il Covid con chi si schiera?

L’obiettivo di giungere a un nuovo equilibrio internazionale, diminuendo al contempo l’influenza Usa in Asia, dunque resta. Vi sono tuttavia molti dubbi circa la reale possibilità di realizzarlo. I russi sono impantanati in Ucraina e, almeno per ora, non si vedono vie d’uscita. Senza scordare che la loro flotta ha subito pesanti rovesci proprio da parte degli ucraini.
La repubblica Popolare, dal canto suo, è alle prese con una grave crisi economica e con l’impetuosa ripresa dei contagi Covid che ha destato l’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I continui lockdown totali non sono serviti, aumentando al contrario l’ostilità della popolazione ciese. Vista la situazione interna delle potenze autocratiche, insomma, manovre militari come queste rischiano di spaventare gli avversari assai meno del previsto.

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AVEVAMO DETTO

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