Erdogan vuole riprendersi Istanbul. Amministrative in Turchia

Elezioni amministrative, a poco meno di un anno da quelle generali che hanno portato Erdogan, al terzo mandato presidenziale e mantenuto al potere l’AKP (Partito Giustizia e Sviluppo), formazione di destra, nazionalista e religiosa. All’opposizione laica, nel 2019, le tre principali città del paese: Ankara, Istanbul e Smirne. Situazione politica nel Paese dominata ormai da molti anni da una grave crisi economica, con l’inflazione che continua a erodere velocemente il potere d’acquisto di salari e pensioni.
Le amministrative potrebbero anche misurare gli equilibri interni al partito al potere e individuare i possibili eredi del presidente Erdogan il quale, poche settimane fa, ha affermato che quelle di domenica potrebbero essere le sue ultime elezioni prima del ritiro dalla vita politica

Ognuno per se e Allah per tutti

In questa tornata elettorale, a differenza del 2019, sia la coalizione al potere che l’opposizione non sono unite. A Istanbul, il principale partito di opposizione Chp e i suoi alleati hanno deciso di presentare ognuno propri candidati. Sul fronte opposto, Ak Parti, candida Murat Kurum, attuale Ministro dell’Ambiente, mentre il nuovo alleato del governo, Yeniden Refah, ha un proprio candidato. Situazione analoga ad Ankara.

Istanbul più della capitale, e il resto del Paese

Il risultato delle elezioni a Istanbul, città con oltre 15 milioni di abitanti, ha una grande rilevanza politica ed economica. Qui il principale partito di opposizione, il laico Chp, ha ricandidato l’attuale sindaco Imamoglu. Altra area importante, il sud-est del paese, con le prime elezioni locali dopo il terremoto del 2023, che ha colpito la regione. Catastrofe con più di 53mila e più di 100mila feriti. Contro il governo i numeri: su 319.000 case promesse (da consegnare entro un anno) ne sono state costruite finora soltanto 45.000.

Il neo partito Dem, filo curdo ma non solo

Il partito Dem, erede dell’ex Hdp progressista e ‘filo curdo’, che rischiava di essere messo al bando dalla Corte Costituzionale tutto ‘erdoganiana’ con l’accusa di ‘attività terroristiche’. Nel 2019, l’ex Hdp aveva ottenuto 2,7 milioni di voti e vinto 65 municipalità. Ma la repressione autoritaria che governa il Paese, tutti i sindaci e i membri dei consigli comunali dell’Hdp erano stati destituiti e decine di loro perfino arrestati.

Sondaggi a crederci

I sondaggi, ‘molto difficilmente affidabili in Turchia’, scriv Murat Cinar sul Manifesto, indicano un testa a testa a Istanbul, e una netta affermazione dell’opposizione ad Ankara. Il sindaco di Istanbul Imamoglu sarebbe l’avversario più temibile (tra quelli che sono fuori dal carcere) per l’attuale Presidente della Repubblica. E questo risultato confermerebbe la crisi del partito di Erdogan, non più in grado di governare da solo.

Istanbul la bella

Tutti gli occhi sono puntati su Istanbul. Il candidato sindaco di Ergogan. Murat Kurum, promette «riqualificazione urbanistica» a preparare Istanbul, che si trova in una zona sismica, all’arrivo di un tanto temuto terremoto, dopo più di cento anni. Con tutti gli scongiuri del caso, Kurum fa riferimento al suo passato sia da ministro che da amministratore della Toki, l’azienda di edilizia popolare al centro di molte accuse e scandali. Non l’esempio di trasparenza e buona amministrazione.

La Istanbul rinnovata

Il sindaco uscente Imamoglu si limita ad elencare le realizzazioni. «Nuove linee di metropolitana per 43 km, nuovi mezzi di trasporto pubblico su strada e mare, 16 nuove piazze, 28 nuovi centri di collocamento, 14 residenze per studenti (per la prima volta nella storia della città), 43 nuove biblioteche, 11 nuove mense popolari, un aumento del 36% nell’occupazione femminile e 12 asili comunali (per la prima volta)».

Crisi economica e altri peccati di ‘Erdo’

Crisi economica, alta inflazione, isolamento nella politica estera, aumento della disoccupazione, mancanza di aiuti durante e dopo il terremoto, grande migrazione di giovani e persone istruite, i problemi dell’attuale Turchia.

 

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