Europa prigioniera di guerra: gli ultrà del sostegno armato ucraino, chi frena, e la Nato fa 31
  1. Il governo della Polonia ha annunciato un programma da 2 miliardi di zloty (427 milioni di euro) per incoraggiare le imprese statali e private a investire nella produzione di munizioni chieste dall’Ucraina.

  2. Varsavia riceverà la maggior parte dei fondi Ue dallo ‘Strumento per la pace’, per l’orwelliano acquisto di munizioni e attrezzature militari.

  3. Contemporaneamente Berlino, conferma un programma di armi a Kiev per 12 miliardi a in 9 anni. Ma poi basta. Messaggio a doppio destinatario: ufficialmente l’Ucraina, sostanzialmente gli Stati Uniti

  4. Oggi la Nato fa 31 con l’entrata ufficiale della Finlandia nella Alleanza militare schierata essenzialmente sul fronte Russo. Mosca non gradisce ma reagisce con moderazione.

Polonia sempre tra Russia e Germania

Il governo di Varsavia ha annunciato un programma da 2 miliardi di zloty, 427 milioni di euro in aiuti, per incoraggiare le imprese statali e private a investire nella produzione di munizioni per dare risposta alla crescente domanda di proiettili dalla vicina Ucraina. Il programma prevede il coinvolgimento del Polish Development Fund Group, un gruppo finanziario statale il cui compito sarà assistere le società nel comparto della difesa nella creazione di piani aziendali e nell’efficienza della produzione.

‘Strumento per la pace’ con munizioni

L’annuncio sulla scia del programma europeo di acquisto centralizzato di munizioni. Il commissario per il Mercato interno dell’Ue Thierry Breton, che sta supervisionando il programma europeo, certamente non a caso si è recato proprio in Polonia. Ed è durante la visita di Breton che il primo ministro Mateusz Morawiecki ha svelato che Varsavia riceverà la maggior parte dei fondi Ue per l’acquisto di munizioni e attrezzature militari dallo ‘Strumento per la pace’.

Berlino, 12 miliardi e poi basta!

Dodici miliardi in nove anni di armamenti nuovi all’Ucraina, ma poi basta. Eterni dubbi del governo tedesco: «La Germania non invierà ulteriori munizioni all’Ucraina oltre agli stock finora concordati», fa sapere il ministro della Difesa, Boris Pistorius, nell’intervista alla Welt am Sonntag, media di riferimento dei conservatori. Tradotto significa che, una volta consegnato l’ultimo proiettile di artiglieria previsto nella lista delle armi per Kiev, dai depositi della Bundeswehr non uscirà più neppure una pallottola.

Colossale pacchetto d’aiuti

«Valore: 12 miliardi di euro. Durata: i prossimi nove anni». E nella clausola in calce al colossale pacchetto di aiuti militari al presidente Zelensky, la precisazione: «le armi per l’esercito ucraino saranno di nuova produzione e non provenienti dalle riserve delle forze armate tedesche». Colpa dei problemi cronici che affliggono la Bundeswehr, almeno ufficialmente, spiega Sabastiano Canetta sul Manifesto. Dalla carenza delle munizioni destinate a esaurirsi in tre giorni in caso di attacco nemico all’obsolescenza dei sistemi d’arma in maggioranza risalenti agli anni Novanta.

«Il nostro esercito ha poco di tutto. Per rimetterlo in sesto ci vorranno molti anni, inutile nasconderlo. Le lacune non potranno essere certo colmate entro il 2030», riassume Pistorius deciso a «portare la Bundeswehr nell’era moderna dopo anni di scarsi investimenti».

Messaggio della Germania a Washington

A Washington l’altro messaggio di Pistorius: «Se domani dovesse accadesse il peggio, cioè che alla Casa bianca si insediasse un presidente pronto ad allontanarsi da Europa e Nato, ci troveremmo di fronte a una sfida inimmaginabile», ipotizza il ministro socialdemocratico. Prima di ricordare come inevitabilmente «anche un presidente pro-europeo sposterà comunque l’attenzione sulla regione indopacifica». Perciò serve «maggiore responsabilità per la sicurezza dell’Europa», conclude Pistorius.

Oggi la Finlandia nella Nato che fa 31

Oggi la Finlandia nella Nato. Con il via libera di tutti gli altri 30 Stati, «Helsinki membro a pieno titolo dell’Alleanza Atlantica». Dopo il voto elettorale che ha visto il cambio alla premiership, con Sanna Marin che lascia la guida del Paese dopo la vittoria del partito conservatore della Coalizione Nazionale, si apre un’altra scommessa per la Finlandia ex neutrale, che da oggi entra a pieno titolo nell’Alleanza Atlantica.

La Russia ovviamente non gradisce ma senza esagerare

Il viceministro Esteri russo: «Rafforzeremo il nostro potenziale nelle direzioni ovest e nord-ovest. Se forze e mezzi di altri membri della Nato verranno dispiegati sul territorio finlandese, adotteremo passi ulteriori per garantire la sicurezza militare della Russia».

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