
«Gli uomini contro dell’Ucraina. Quasi 200.000 i ‘disertori’», titola il Manifesto, ad affrontare un tema ‘disertato’ da troppa stampa. Andrea Sceresini racconta dei tanti ucraini affogati nell’attraversare a nuoto il Tibisco, fiume confine con l’Ungheria. The Economist: «Migliaia di ucraini stanno evitando il servizio militare». I doganieri di Kiev avrebbero fermato 6.100 uomini per tentato attraversamento illegale dei posti di frontiera, e altri 13.600 acciuffati mentre cercavano di espatriare valicando fiumi e campagne. Ma i fuggitivi bloccati sarebbero solo la punta dell’iceberg.
Strategie creative per evitare la mobilitazione sempre secondo The Economist. Registrarsi come accompagnatore di familiare disabile. In assenza di malati in famiglia, matrimoni di convenienza con donne portatrici di handicap. O iscriversi all’università, con una escalation di riprese studentesche. Ma il tema della diserzione e della renitenza alla leva resta, su entrambi i lati del fronte, uno dei temi più nascosti dalle cronache.
«Che molti russi disapprovino il conflitto è ormai pacifico: solo nel 2022, fonte ministero Esteri britannico, oltre un milione e 300mila cittadini della Federazione si sarebbero rifugiati all’estero. Ma affermare che le stesse cose avvengono regolarmente anche sul versante di Kiev rimane, a quanto sembra, un autentico tabù».
Perché un mese fa, il presidente Zelensky avrebbe dovuto licenziare tutti i funzionari regionali addetti all’arruolamento, rei di «arricchimento illegale». Nei giorni scorsi, il governo di Kiev ha chiesto ai sostenitori occidentali l’estradizione dei renitenti alla leva rifugiati oltreconfine. Ma se tutti vogliono combattere, che senso ha farsi rispedire indietro quei quattro codardi che se la sono squagliata?
Solo in Germania -riporta la Bild, citando i dati del ministero degli Interni- tra il febbraio 2022 e il febbraio 2023 sarebbero arrivati ben «163.287 ucraini maschi e normodotati».
In Polonia il quotidiano Rzeczpospolita scrive che almeno 80mila cittadini ucraini in età militare sarebbero entrati nel Paese dall’inizio dell’invasione e non ne sarebbero più usciti. «Al fronte ci finiscono quasi sempre i più disgraziati -ha raccontato al Manifesto Ivan, un renitente di Kharkiv che oggi vive in Italia-. Per i russi è la stessa cosa».
desiderio
Berlino ha già girato all’Ucraina aiuti per 22 miliardi di euro e ora la Germania si scopre la principale zavorra per la crescita attuale e futura dell’intera Ue. Secondo il Summer Economic Forecast, la Germania si trova sull’orlo della recessione, avverte Sebastiano Canetta (e remocontro da tempo). E pesa come un macigno il supporto finanziario a Kiev, per la prima volta dichiarato in chiaro dal ministero delle Finanze.
Dall’invasione russa dell’Ucraina, Berlino ha girato al governo Zelensky aiuti per la stratosferica cifra di 22 miliardi di euro, con il conseguente taglio di 30 miliardi ai ministeri tedeschi. Tra i problemi, la maxi-spesa per l’accoglienza di oltre un milione di rifugiati ucraini (stima Ocse 11.300 euro pro capite l’anno), a spese soprattutto di Land ed enti locali. Mentre cresce la stanchezza per il conflitto segnalata nella maggioranza tedeschi.
«Oggi ci è già chiaro che dovremo finanziare direttamente la Bundeswehr con altri venticinque miliardi di euro, forse trenta», mette le mani avanti Scholz, e solo da qui al 2027. Colpa di Putin (gas Nord Stream a parte ) ma guai grossi in casa.
Le stime più aggiornate sul prodotto interno lordo elaborate in Germania, perfino peggiori delle previsioni della Commissione europea: a sentire gli esperti dell’Istituto Leibniz per la ricerca economica di Essen il calo del Pil quest’anno sarà dello 0,6% o se va bene dello 0,5.