Escalation di tensioni. Kim con i missili e dagli Usa la portaerei Reagan. All’Onu Russia e Cina contro

I nordcoreani hanno lanciato altri due missili verso il Mar del Giappone: è il sesto test in 10 giorni, e avviene proprio mentre arriva la portaerei Usa con il suo gruppo di battaglia. E all’Onu è scontro nel Consiglio di Sicurezza. Per la Corea Nord, il ritorno della portaerei Usa ‘una grave minaccia’. Per gli Usa una risposta dovuta, Cina e Russia non sono d’accordo

Missili di Kim e la super portaerei Usa va e viene

La portaerei Us Ronald Reagan nelle acque a est della Corea del Sud, e la Corea del Nord non gradisce e denuncia la decisione statunitense come una “grave minaccia alla stabilità della regione”. Loi strano va e vieni della colossale potenza armata navigante. La portaerei a propulsione nucleare aveva lasciato la penisola coreana dopo aver completato le esercitazioni navali congiunte tra Usa e Corea del Sud che avevano coinvolto anche il Giappone. Ieri la Reagan ha invertito rotta ed è tornata nel Mar del Giappone in risposta al lancio da parte del Nord di un missile balistico a raggio intermedio che ha sorvolato l’arcipelago nipponico.

Chi stuzzica per primo

L’ambasciatrice Usa all’Onu. «Il nostro messaggio alla Corea del Nord: basta con l’atteggiamento sconsiderato, provocatorio e che porta all’esclation», twitta Linda Thomas-Greenfield.
«I recenti test missilistici effettuati dalla Corea del Nord sono misure di ritorsione contro le esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud», replica il ministero degli Esteri di Pyongyang. I lanci, ha spiegato il ministero, rappresentano «le giuste misure di ritorsione dell’Esercito Popolare Coreano contro le esercitazioni congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti che stanno aumentando le tensioni militari nella penisola coreana».

Provocazioni ad alto rischio

Lo Stato maggiore della Corea del Sud ha reso noto che oggi Pyongyang ha lanciato due nuovi missili balistici a corto raggio, e nel tardo pomeriggio 12 jet nordcoreani hanno volato in formazione a ridosso della frontiera, violando la cosiddetta «linea speciale di sorveglianza» e hanno compiuto un’esercitazione a fuoco verso terra, ha annunciato il comando militare di Seul. La difesa sudcoreana ha identificato otto aerei da caccia e quattro bombardieri avversari e ha fatto alzare in volo una trentina di suoi apparecchi per sorvegliare la zona.

In queste condizioni, definite inusuali dagli analisti militari, tra le due Coree e le forze americane schierate a Sud del 38° Parallelo, si è improvvisamente elevato il rischio di un errore di interpretazione delle intenzioni e di uno scontro a fuoco.

Anche in Corea le ‘nucleari tattiche’

Kim Jong-un ha fatto pubblicizzare i suoi cambi di strategia politico-militare: le unità di prima linea, lungo il 38° Parallelo devono prepararsi all’uso di proiettili nucleari tattici, vale a dire quelli a potenza «ridotta» da usare sul campo di battaglia o nelle retrovie nemiche; e poi, il Maresciallo si è attribuito il diritto del «first strike» nucleare se il suo regime o la sua persona dovessero trovarsi in pericolo. Mossa preventiva gen erica e risposta a qualche segnale vero o presunto? Certo, la sequenza record di lanci missilistici di questi mesi ha ottenuto di richiamare l’attenzione politica di Washington troppo ‘distratta’ sul fronte Russia-Ucraina e Cina.

Il trascurato Kim, gli Usa e il missile inciampo

Dopo aver ignorato per mesi l’attività nordcoreana, le forze americane schierate a Sud del 38° parallelo mercoledì hanno sparato missili tattici contro obiettivi che simulavano basi nordiste, e uno ‘Hyunmoo-2C’ sudcoreano difettoso è ripiombato a terra esplodendo e spaventando la gente di una cittadina di provincia che credeva di essere sotto attacco. La Casa Bianca ha fatto ricorso al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove però si è trovata di fronte Cina e Russia che hanno rifiutato di condannare Kim e preparare nuove sanzioni. Alle nazioni Unite, male parole anche di sponda: si parla di Kim e si pensa a Kiev.

Intanto il nucleare di Kim tuona

A Seul e Washington gli analisti sono convinti che Kim stia preparando anche un test nucleare, il primo dal 2017. Tutto sembra pronto, nei tunnel del poligono nordista di Punggye-ri, manca solo l’ordine di far detonare la mina sotterranea. Data possibile tra la fine del Congresso comunista a Pechino, intorno al 25 ottobre, e le elezioni dell’8 novembre negli Stati Uniti. Ad avvertire amici e nemici.

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