
Importante rammentare che l’economia nipponica è tuttora la terza del mondo, e che il Paese del Sol Levante è un partner cruciale (il più importante) dell’alleanza anti-cinese nell’Indo-Pacifico, che vede contrapporsi da un lato Usa e Occidente, e dall’altro Cina e Russia.
Lo scandalo che ha dato origine alla crisi è dovuto alle accuse di corruzione che vedono coinvolte alcune correnti del partito di maggioranza, quello liberal democratico, per l’appunto. Parecchie figure di primo piano del partito, secondo le accuse rimbalzate sulla stampa, avrebbero celato nel corso degli ultimi anni fondi politici per centinaia di milioni di yen.
In particolare, dei deputati avrebbero trattenuto in nero i ricavi derivanti dalla vendita di biglietti per eventi di partito senza dichiararli – come stabilisce la legge – come fondi elettorali. Di qui la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione in Parlamento.
La mozione è stata respinta. Ma il premier 66enne Fumio Kishida, succeduto al precedente primo ministro Shinzo Abe, assassinato nel 2022, si trova ora in grande difficoltà. Anche se, per ora, non risulta coinvolto personalmente nello scandalo, l’opposizione chiede con insistenza le sue dimissioni.
Kishida ha annunciato un imminente rimpasto di governo. Le poltrone ‘traballanti’ sono quelle del segretario di gabinetto Hirokami Matsuno, del ministro dell’Interno Junji Suzuki, del ministro del Commercio Yasutoshi Nishimura, e di quello dell’Agricoltura Ichiro Miyashita. Sarebbero tuttavia sotto accusa pure alcuni sottosegretari.
Kishida ha promesso di voler cambiare la cultura del partito di maggioranza, così riconoscendo implicitamente che le accuse di corruzione sono fondate. Non ha tuttavia accennato a possibili dimissioni sue o di altri membri del governo in carica.
Come prima si accennava, la crisi è importante poiché coinvolge non solo Tokyo, ma la solidità dell’alleanza anti-cinese e anti-russa di cui il Giappone è il partner più importante dopo gli Stati Uniti. Coincide, inoltre, con un vistoso calo dei consensi al partito di Kishida, sceso – secondo recenti sondaggi – sotto il 30%.