Russia e Corea: gli zar molto prima di Putin e Kim

Russia e Corea molto prima di Putin e Kim. Le relazioni tra Russia e Corea si comprendono meglio ampliando lo sguardo all’intreccio dei rapporti tra Cina, Giappone e Russia e la loro interazione sull’oceano Pacifico, un’area che è già stata terreno in passato di duri scontri.

Guerra di Corea 1950

Il predominio in Asia

Dopo aver esteso il proprio controllo a tutta la sponda settentrionale del Mar Nero (Crimea compresa) sotto il regno di Pietro il Grande e Caterina, l’attenzione dell’impero russo si rivolse al Caucaso e all’Asia. Alcune zone del Caucaso non furono pacificate fino ai primi del Novecento e nemmeno in Asia le cose filarono lisce: iniziò una lunga contesa russo-cinese per il possesso della Manciuria nella quale si sarebbe poi inserito anche il Giappone. La penisola coreana, che si protende verso sud nel mar del Giappone, costituiva infatti nella visione geopolitica del tempo un’appendice geografica della Manciuria e dal suo possesso si poteva rafforzare il controllo strategico sia sulla Cina che sull’arcipelago giapponese.
Insediati in Manciuria da più di un ventennio, i russi, nel 1897, grazie alla debolezza della Cina, ottennero ‘in affitto’ il porto cinese di Lüshun che ribattezzarono Port Arthur. L’espansione russa in quest’area fu una delle cause della disastrosa guerra russo-giapponese (1904-1905): nonostante alcuni politici russi avessero chiaramente sconsigliato un conflitto con il Giappone, l’ala più intransigente dei militari e gli ambienti di corte spinsero invece per la guerra.
I russi furono clamorosamente sconfitti, anzi umiliati, nella battaglia navale di Tsushima e persero la base di Port Arthur che fu occupata dai giapponesi. Tre le altre conseguenze della guerra vi fu l’assenso russo all’occupazione giapponese della penisola coreana che fu poi annessa al Sol Levante nel 1910, nonostante le numerose proteste internazionali.

La guerra di Corea

Scomparso dalla scena internazionale per la sconfitta e la rivoluzione russa, l’impero zarista non poté più reclamare alcunché sulla Corea che finì sotto una dominazione giapponese di brutale rapina e violenza quasi razzista che si protrasse fino alla fine della Seconda Guerra mondiale, un periodo doloroso all’origine di un profondo risentimento coreano che ancora oggi compare talvolta nell’opinione pubblica. Nell’agosto 1945 l’Unione Sovietica attaccò da nord le forze giapponesi in Corea avendone ben presto il sopravvento ed altrettanto fecero gli alleati occidentali da sud: tuttavia mancò un progetto condiviso sul futuro assetto della penisola, né si parlò di creare un nuovo soggetto politico internazionale indipendente ed autonomo per cui rimasero due zone di occupazione.
Dopo le elezioni che si tennero nel maggio 1948 nella zona di occupazione americana fu così proclamata la Repubblica di Corea cui seguì in risposta nel mese di settembre la proclamazione della Repubblica popolare democratica di Corea. Il 25 giugno 1950 avvenne l’attacco delle forze del nord e si parlò di un incidente di frontiera, anche se da mesi si verificavano sconfinamenti e piccoli scontri. In realtà l’Unione Sovietica, la cui immagine soffriva per lo smacco ricevuto a causa del fallito blocco di Berlino, appoggiò l’iniziativa nord coreana e ben presto – aspetto non previsto dagli occidentali – intervennero consistenti forze cinesi. Se da una parte l’Unione Sovietica, anche per mezzo della Cina, aveva ristabilito una certa influenza russa sulla penisola, dall’altra in Europa dovette affrontare un rafforzamento della Nato e il riarmo tedesco.

L’altalena delle relazioni cino-russe

Fu stabilita al 38° parallelo una linea di armistizio che perdura tuttora, ma i rapporti tra Unione Sovietica e Corea del Nord mutarono poi per l’evoluzione delle relazioni con la Cina. Sebbene da tempo fossero comparsi dissapori tra le due potenze comuniste a partire dal processo di destalinizzazione avviato con il XX congresso del Pcus, la massima tensione si raggiunse dopo due incidenti di una certa gravità: le Guardie rosse attaccarono l’ambasciata sovietica a Pechino nel 1967 e due anni dopo sul fiume Ussuri (Asia nord orientale) guardie di frontiera russe penetrarono in territorio cinese.
La Corea del Nord operò nella disputa una scelta apertamente filo cinese, ma molti pensano che tale scelta sia stata ‘fortemente’ influenzata dagli stessi cinesi che, grazie alla anche contiguità geografica, esercitano sempre e comunque un ruolo importante. Se da una parte dopo la morte di Mao cessarono gli attacchi pubblici al ‘socialimperialismo’ e i toni si distesero, durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan Pechino non sostenne mai la politica di Mosca.
Al contrario Pechino raramente fece mancare il suo appoggio anche di fronte ad intemperanze nord coreane, come nei frequenti lanci di missili. Il risultato furono in diverse occasioni manovre militari congiunte tra Giappone e Stati Uniti ufficialmente come deterrenza nei confronti dell’irrequieta Corea del Nord, ma in realtà rivolte alla Cina.

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