Trump arrestato ma libero trasforma il processo in show elettorale

Niente manette né foto segnaletiche da rivendersi in campagna elettorale. In una New York surreale con tifoserie contrapposte da stadio a fronteggiarsi, si dichiara non colpevole per 34 capi d’accusa: un po’ puttaniere ma nessun reato, ma le accuse dicono altro.
La sua ‘spalla’, la congressista complottista Marjorie Tayloy Greene esagera persino per QAnon: «Mandela è stato arrestato ed è andato in prigione. Gesù fu arrestato e assassinato». Ma nella brutta America di fronte al mondo, lui sale nei sondaggi e le sue casse si riempiono di donazioni.

L’arresto scenico sperato e mancato

Donald Trump voleva la foto segnaletica, ma non gliel’hanno fatta, anche se l’organizzazione della sua campagna elettorale ha cominciato a vendere magliette con un’immagine finta e la scritta «non colpevole» a 47 dollari. La stessa frase che ha pronunciato dopo la classica domanda del giudice: «Not guilty».
Voleva essere scortato fuori dal tribunale dai poliziotti come un criminale comune, ma la «sfilata dell’imputato» gli è stata negata. Donald Trump ha però ottenuto una concessione importate: che il suo arresto e la sua incriminazione si facessero di persona al tribunale penale di New York, anche se gli era stata offerta l’alternativa di svolgere i passaggi obbligati via Zoom.

«Non colpevole» esagerando come sempre

Da ieri l’ex presidente è in stato di arresto. Già dalla mattina si sapeva che il tycoon si sarebbe dichiarato non colpevole per il ruolo avuto nel pagamento per il silenzio della pornostar Stormy Daniels riguardo la loro passata relazione sessuale. Il suo avvocato aveva dichiarato che non ci sarebbe stata alcuna possibilità che The Donald potesse accettare un patteggiamento. Quello che la sua base si aspetta da lui.

Ma le accuse sono molto reali

«Trump ha ripetutamente e fraudolentemente falsificato i documenti aziendali a New York per coprire comportamenti criminali volti a nascondere informazioni compromettenti agli elettori durante le elezioni del 2016», ha spiegato in una conferenza stampa il procuratore distrettuale Alvin Bragg svelando i 34 capi di imputazione. «Una cospirazione per minare l’integrità delle presidenziali del 2016 comprando il silenzio della pornostar Stormy Daniels e dell’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal con cui aveva avuto relazioni, nonché quello di un portiere della Trump Tower che minacciava di rivelare un suo presunto figlio illegittimo».

Reati di bassa portata penale ma non politica

Tutti reati di ‘classe E’, il livello più basso, con una pena massima di 4 anni di galera. «Non possiamo e non vogliamo normalizzare condotte criminali gravi, tutti sono uguali davanti alla legge», ha aggiunto il procuratore, ricordando che Trump rimborsò quei pagamenti al suo avvocato tuttofare Michael Cohen come «spese legali fittizie, con assegni firmati nello studio Ovale».

Trump furioso senza ritegno

Prima ancora di costituirsi nel blindatissimo tribunale di Manhattan, «Trump aveva menato fendenti (social) a destra e manca», come riferisce l’ANSA. «Contro un giudice fazioso che mi odia», «un processo farsa da spostare in un quartiere non ostile come Staten Island (l’unico della Grande Mela che ha votato per lui nel 2016 e nel 2020, ndr)», «una caccia alle streghe ordinata da Joe Biden e dal Partito democratico al potere che oggi arresta il suo principale oppositore per non aver commesso alcun crimine». «I democratici della sinistra radicale hanno reso criminale l’uso del sistema giudiziario, questo non è quello che l’America dovrebbe essere», ha attaccato su Truth, il suo social schierato.

Con Secret Service a costituirsi

Trump ha raggiunto con un corteo di auto del Secret Service il tribunale, davanti al quale si sono fronteggiati per ore centinaia di suoi sostenitori e centinaia di suoi nemici a colpi di slogan e insulti, ma senza i temuti incidenti. ‘Usa, Usa’. ‘Trump 2024’, i cori dei fan accorsi al raduno dei giovani repubblicani, tra cui i controversi deputati Marjorie Taylor Greene e George Santos. ‘Lock him up’ (sbattetelo dentro), la risposta degli anti-Trump, armati anche di cartelli con il tycoon in uniforme a strisce da carcerato.

Procedura (con lo sconto) e senza tv

The Donald è entrato nel palazzo di Giustizia dal retro senza tv in aula (vietate dal giudice). Prima è salito al settimo piano per le impronte digitali, poi al quindicesimo per la lettura dei 34 capi di imputazione. «Not guilty», non colpevole, si è dichiarato l’ex presidente, pronto a trasformare il futuro processo già fissato per gennaio 2024 in un’arena politica, convinto che lo aiuterà a mobilitare la base e a vincere la nomination repubblicana per la Casa Bianca.

Il vantaggio del clamore

Come per ora conferma anche l’ultimo sondaggio Reuters/Ipsos, in cui Trump sale tra i repubblicani dal 44% al 48% mentre il suo principale rivale potenziale, il governatore della Florida Ron DeSantis, scende dal 30% al 19%. Resta comunque l’incognita delle altre inchieste, ben più gravi, che lo incalzano. Ma lui è deciso a cavalcare la ‘caccia alle streghe’, trascinando con sé il partito, costretto per ora a fare quadrato.

O auto limiti o il silenzio imposto

Il duello con il suo inquisitore è già cominciato: alla conferenza stampa del procuratore Alvin Bragg risponde con un discorso serale al ‘suo popolo Maga’ (Make America Great Again, facciamo l’America di nuovo grande).

Il giudice però ha chiesto alle parti di evitare commenti che fomentino disordini o minino lo stato di diritto, riservandosi altrimenti di imporre il silenzio sul caso a chi trasgredisce: una linea rossa difficile da rispettare per The Donald.

I processi ‘rischiatutto’ che verranno

Non solo il giudice di Manhattan Alvin Bragg con i suoi 34 capi di imputazione (reati di ‘classe E’, reati minori), ma anche Fani Willis, la giudice distrettuale di Fulton County, che presto si pronuncerà sui tentativi di interferire nel voto del 2020 in Georgia. E Jack Smith, special counsel federale che a Washington indaga sull’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e sull’illegittima detenzione a Mar-a-Lago di documenti classificati. E poi E. Jean Carroll, che l’accusa di stupro: il 25 aprile ci sarà la prima udienza. Ancora: Letitia James, l’attorney general dello stato di New York che indaga su reati di frode finanziaria, con un’udienza programmata il 2 ottobre.

Tags: Processo Trump
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro