Armi ad Israele col trucco: tante piccole spedizioni, beffa Congresso e mondo

Con una sorta di gioco di prestigio istituzionale (definiamolo così per carità di patria), la Casa Bianca ha aggirato il controllo del Congresso, sul tema molto delicato del trasferimento di armi e munizioni in Israele. Anziché fare pochi invii massicci e di gran valore, solo spedizioni ‘frazionate’.
Il motivo? O se volete, il trucco politico? Sotto una certa cifra in dollari, calcolata per ogni singolo trasferimento di bombe e missili, non scattano i controlli politici del Congresso e la pubblicità della cosa.

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Una sporca faccenda

Quasi in sincronia, Washington Post e Wall Street Journal hanno tirato fuori due inchieste che inchiodano il governo federale americano alle sue responsabilità. Dunque, per farsi un’idea di come ha funzionato la ‘furberia burocratica’, escogitata dalle teste d’uovo della Casa Bianca per eludere i controlli del Congresso, ecco quanto scrive il WP: «Gli Stati Uniti hanno silenziosamente approvato e consegnato a Israele più di 100 vendite militari straniere dall’inizio della guerra di Gaza. Per un totale di migliaia di munizioni a guida di precisione, bombe di piccolo diametro, sfonda-bunker, armi leggere e altri aiuti letali. Funzionari statunitensi lo hanno detto ai membri del Congresso in un recente briefing riservato».

Solo due trasferimenti su cento

Secondo dati ufficiali, solo due trasferimenti su cento sono stati resi pubblici ed è stata avanzata formale comunicazione al Congresso. Si tratta di proiettili per carri armati (106 milioni di dollari) e di proiettili da 155 mm per obice (147, 5 milioni di dollari), per i quali Biden ha invocato la clausola «dell’autorità di emergenza». Nel senso, pare di capire, che queste bombe sarebbero state necessarie per l’autodifesa di Israele. Però, mano a mano che i bombardamenti andavano avanti e che le vittime civili crescevano in modo esponenziale, sarebbe stato sempre più difficile, per il Presidente Usa, giustificare aiuti militari da utilizzare contro Gaza.

Troppi morti meno informazione, non meno armi

Per questo si è scelta una strategia politica ‘low profile’, continuando a spedire armi e munizioni senza troppa pubblicità. Durissimo il commento del Washington Post: «Nel loro insieme, i pacchetti di armi equivalgono a un massiccio trasferimento di potenza di fuoco in un momento in cui alti funzionari statunitensi si sono lamentati del fatto che gli israeliani non hanno soddisfatto i loro appelli a limitare le vittime civili, consentire maggiori aiuti a Gaza e astenersi dalla retorica che chiede lo sfollamento permanente dei palestinesi». In sostanza, nel report WP si sottolinea come il ‘tasso di consumo’ di bombe ed esplosivi, da parte israeliana, in un arco così limitato di tempo, non possa essere giustificato da nessuna pretesa di ‘autodifesa’.

Biden dottor Jekyll o Mister Hyde?

Certo, ora che il vento è girato, e le Presidenziali americane si avvicinano, Biden un giorno è dottor Jekyll e l’altro sembra Mister Hyde. L’Amministrazione Usa, com’è ormai suo costume fin dall’inizio, sulla crisi di Gaza marcia a zig-zag. Negli ultimi giorni, si sono moltiplicati i segnali di un progressivo raffreddamento dei rapporti tra Tel Aviv e Washington. Almeno a leggere le dichiarazioni ufficiali. La ricaduta più immediata, dovuta agli scossoni che turbano un’alleanza che sembrava di ferro, si potrebbe avere proprio sul rifornimento di armi e munizioni. Oltre che di dollari. Usiamo il condizionale perché, come nel più classico dei film spionistici o negli intrighi di Palazzo, qui qualcuno bara.

Ragion di Stato o ipocrisia umana?

Pronunciando il suo discorso sullo Stato dell’Unione, davanti al Congresso, Biden ha cambiato tono. Ha detto che adesso ci sono delle ‘linee rosse’ che Netanyahu deve rispettare.

La prima è quella del rapporto, che Israele dovrà consegnare entro il 25 marzo alla Casa Bianca, «con assicurazioni scritte», sul rispetto del diritto umanitario di guerra, sui rifornimenti per i civili palestinesi e sul congelamento di qualsiasi offensiva di terra, che era stata programmata a Rafah. In caso contrario, Biden ha detto che taglierà i rifornimenti di armi letali. Niente più bombe Made in Usa sui palestinesi?
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