«Tutti concordano sul fatto che lui è l’aggredito e Putin l’aggressore, tant’è vero che continua a ricevere ingenti aiuti, militari e finanziari, da quasi tutte le nazioni Nato. Gli Usa fanno la parte del leone, ma anche i Paesi dell’Europa occidentale – Italia inclusa – non si sono certo risparmiati».
Questa volta Zelensky ha ritenuto opportuno attaccare direttamente, e con accenti violenti, alcuni politici italiani che hanno espresso dubbi sulla gestione della vicenda ucraina, a partire da Silvio Berlusconi senza risparmiare altre figure.
Tale comportamento è incomprensibile, pur rammentando lo stress cui Zelensky è sottoposto e le immani distruzioni che stanno colpendo l’Ucraina. Dovrebbe però, invece di attaccare a testa bassa chi lo soccorre, esprimere almeno un po’ di gratitudine per gli aiuti che riceve.
Invece niente. Una valanga di accuse si abbatte sui suoi soccorritori, senza risparmiare niente e nessuno. A suo avviso, l’Occidente dovrebbe adottare una politica più aggressiva, magari imponendo una “no-fly zone” sui cieli ucraini e fornendo ami in grado di colpire in modo diretto il territorio russo.
Ovvio che i leader occidentali stanno facendo il possibile per evitare lo scontro frontale con Mosca, che con ogni probabilità condurrebbe all’Armageddon nucleare evocato da Joe Biden. Eppure Zelensky continua per la sua strada, incurante delle possibili conseguenze tragiche che le sue richieste potrebbero causare.
Un altro fatto merita una seria riflessione. La contrapposizione con la Federazione Russa ha provocato guai a non finire alla nostra economia. E siamo soltanto all’inizio, poiché la situazione è destinata ad aggravarsi con l’arrivo dell’inverno.
Proprio per questo, per esempio, la Germania, assai attenta a non provocare guai irrimediabili al suo apparato produttivo, ha adottato un approccio più prudente, memore del fatto che a un certo punto Zelensky aveva addirittura rifiutato di incontrare il presidente tedesco.
E’ forse troppo chiedere all’ex attore di usare un linguaggio più educato e meno minaccioso nei confronti di tutti coloro che sono corsi in suo soccorso? Dopo tutto non siamo obbligati a farlo e, se lo facciamo, è solo per obbedire a un elementare senso di solidarietà umana e politica.
Sarebbe forse il caso che qualcuno cominciasse a porre la questione sul tappeto, come hanno fatto i tedeschi. Roma (e Berlino) non sono agli ordini di Kiev. Per continuare con gli aiuti sarebbe utile che, ogni tanto, Zelensky dimostrasse anche un po’ di riconoscenza.