
Valutazione numerica e non strettamente militare rispetto alla potenzialità reale degli armamenti, argomento che riguarda lo spionaggio militare e non le nostre curiosità. Da notare subito che la classifica delle prime 10 forze aeree al mondo per numero di aerei da combattimento in servizio non comprende nessuna nazione europea, ed è guidata da Stati Uniti (2.757) seguiti da Cina e Russia (rispettivamente con 1.570 e 1.517 velivoli), India (707), Corea del Nord (572), Corea del Sud (500), Pakistan (453), Arabia Saudita (364), Egitto (333) e Taiwan (285).
Nella ‘top-ten’ dei velivoli da combattimento, più attivi e diffusi, al vertice è ancora l’F-16 statunitense, con 2.184 esemplari volanti al servizio di numerosi Paesi, e il 15% di ciò che può ammazzare per aria. Al secondo posto della classifica un’altra riconferma, i caccia multiruolo russi Sukhoi Su-27/30/34/35 con 1.187 esemplari operativi in varie Forze Aeree, con il 7% della flotta globale da combattimento, inseguito dall’F-15 sempre statunitense con 961 presenze e il 6% di ciò di cui poter avere paura volando.
Al quarto posto della classifica con 828 esemplari attivi nel mondo il Boeing F-A/18 e appena dietro, in quinta posizione, con soli 6 velivoli in meno dell’Hornet, il caccia MiG-29 ‘Fulcrum’ con 822 esemplari pari al 6% della flotta globale. Sebbene il MiG-29 abbia perso negli ultimi 20 anni una considerevole fetta di mercato a vantaggio del cugino Su-27/30, in termini di distribuzione il Fulcrum continua ancora oggi a superare in quantità (non certo nei costi e forse nella potenzialità militare) il recentissimo l’F-35 con 545 velivoli totali, pari a circa il 4% della flotta globale mondiale. A seguire l’europeo Eurofighter Typhoon (522), il russo Sukhoi Su-25 (480), il cinese J-7 (444) e il Northrop F-5 Usa (403).
Tra i velivoli di produzione russa, l’Ilyushin Il-18 è ancora stabile al decimo posto nella categoria ‘Aerei da impiego speciale’, con 57 esemplari mentre al comando ci sono i ‘King Air’ con 232 velivoli. Alla voce ‘Tanker’ (gli aerei cisterna per il rifornimento in volo) c’è l’Ilyushin ‘Il-78 Midas’, solo al sesto posto con 37 esemplari nella classifica guidata dagli americani KC-135 con ben 408 velivoli.
Tra gli aerei militari da trasporto si impone il C-130 Hercules con 858 velivoli, inseguiti Antonov An-24/26, gli Ilyushin Il-76 e gli An-30/32 russi, rispettivamente al quinto, sesto e settimo posto con 221, 206 e 142 aerei in servizio.
La categoria elicotteri militari è capeggiata dagli americani S-70/SH-UH-60 con 3.962 esemplari ma vede al secondo posto i russi Mi-8/17 con 2.804 velivoli e il Mi-24/35 ‘Hind’ al sesto posto con 922 esemplari.
Mosca si colloca sempre nel podio per tutte le specifiche categorie di flotte aeree militari comunque capeggiate dagli Stati Uniti, ma la Cina insegue e spesso supera. Nella categoria generica di ‘aerei da combattimento’ (10% del totale globale), la Russia scende terzo posto con 1.517 velivoli. scalzata già da alcuni anni nel secondo posto dalla Cina, quest’anno con una differenza di 53 aerei.
In conclusione il confronto tra le forze aeree del mondo per numero complessivo di velivoli di tutte le categorie vede gli Stati Uniti saldamente al primo posto con 13.300 velivoli (25%), seguita dalla Russia con 4.182 (8%) e dalla Cina con 3.284 (6%). A seguire India (2.200), Corea del Sud (1.602), Giappone (1.451), Pakistan (1.413), Egitto (1.069), Turchia (1.065) e Francia (1.004).
Considerazioni su valore militare e assieme politico di tali gigantesche esibizioni di forza (e di spesa), per la parte tecnico militare non abbiano alcuna capacità di valutazione, mentre per la seconda e più delicata questione (il valore politico ed etico dell’attuale corsa al riarmo), lasciamo al libero esercizio critico dei lettori ogni considerazione.