Strana storia del sistema missilistico italiano chiesto in Ucraina che finisce in Slovacchia

Scambio di sistema missilistico, si potrebbe anche dire. Io ne do uno a te in un posto più sicuro, e tu ne dai uno a loro, dove la guerra c’è davvero e dove io non posso mandare i miei soldati. «L’Esercito italiano schiererà in Slovacchia una batteria del sistema missilistico terra-aria SAMP/T di produzione italo-francese», annuncia il ministro Crosetto. Ma sull’Ucraina a cui doveva essere destinato sino a ieri, l’accorto ministro sorvola, limitandosi a smentire presunte pressioni Usa ‘non vere’, senza una parola per il più rilevante cambio di destinazione di sofisticati e costosi armamenti (700 milioni), inseriti nel decreto di aiuti all’Ucraina.

Spara Aspide dall’Ucraina alla Slovacchia

Cambio radicale di destinazione senza alcuna spiegazione. O meglio, nella finta polemica con una certa parte giornalistica, il ministro qualcosa si lascia scappare. «Ho letto ricostruzioni giornalistiche, sul tema SAMP/T, totalmente inventate; il Governo non ha ricevuto alcuna pressione da nessuno, in relazione agli aiuti all’Ucraina, tantomeno dagli Stati Uniti», ha esordito il ministro della Difesa. Ovvia e scontata polemicuccia con Repubblica e fin lì, quasi banale. Che poi, qualcosa svela, sperando forse non si capisca troppo. «Nella telefonata odierna con il Segretario alla Difesa Lloyd J. Austin si è parlato del sistema che l’Italia fornirà per sostituire la batteria americana in Slovacchia».

La batteria antimissile SAMP-T a rimpiazzerà quella dei Patriot US Army in Slovacchia «trasferita in Germania per essere sottoposta a manutenzione». Se prima a dopo quell’ancora più complesso armamentario Usa cambierà destinazione, come a noi viene da sospettare, nessuno ce lo racconterà mai.

Solo retrovie e Patriot Usa, con equipaggio

I nostri preziosi e pochi sistemi missilistici antiaerei SAMP-T, e quel solo di cinque reso disponibile, arretrato a bordo campo di battaglia visto che per sparare quei missili Aspide contro bersagli volanti russi e non avendo avuto il tempo di addestrare dei militari ucraini, e per l’uso immediato che a Kiev serviva, avremmo dovuto fornire sistema d’arma e militari addestrati a farlo funzionare. L’Italia in guerra direttamente contro la Russia? Nessuno è così matto, ed ecco la saggia triangolazione SAMP/T con Patriot, e Ucraina-Slovacchia. Precisiamo subito che il ministro Crovetto non lo dice, ma la logica e il buon senso la confermano.

Andiamo a vedere di quale arma dei tratta

«Il SAMP/T nasce dall’esigenza di disporre di un sistema missilistico a media portata idoneo a operare in nuovi scenari operativi, prioritariamente caratterizzati da ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea ed elevata mobilità», spiega in militarese lo Stato maggiore dell’Esercito e riferisce ‘Pagine Esteri’. «L’attuale versione del SAMP/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio», e sembra quasi una promozione di vendita per il sistema missilistico progettato e realizzato dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales.

Cinque SAMP/T in casa ma spesso in trasferta

Da ‘Pagine Esteri’ scopriamo che l’esercito italiano ha in dotazione 5 batterie SAMP/T, operative dal 2013. Operative fra il 2015 ed il 2016 a Roma per la sorveglianza dei cieli della Capitale in occasione del Giubileo Straordinario. Non solo casa e Vaticano: una seconda batteria ha operato in Turchia nell’operazione NATO ‘Active Fence’ dal giugno 2016 al dicembre 2019, sul confine sud-est dell’Alleanza Atlantica, «contro missili balistici tattici provenienti dal territorio siriano», anche lì minaccia russa, per quanto noto, ma in situazione di difesa Nato e quindi ‘politicamente corretta’, e non in guerra aperta e fuori legge come sarebbe stato in Ucraina.

SAMP/T da trasferta e mercato estero

Difesa di casa ma da esportazione. Una batteria di missili terra-aria, le due o tre che rimangono, è attualmente schierata in Kuwait nell’Operazione ‘Inherent Resolve’ a guida statunitense, contro le milizie dell’ISIS in territorio iracheno e siriano che tanti missili pericolosi non dovrebbero avere.

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AVEVAMO DETTO

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