Energia, l’Europa si divide. È scontro sui prestiti a garanzia Ue

Divisi a Lussemburgo come a Bruxelles. Tra i vari Stati e perfino nella Commissione. Il dossier energia continua a spaccare l’Europa e, alle tensioni sul tetto al prezzo del gas e sullo scudo da 200 miliardi annunciato da Berlino si aggiunge un nuovo punto di attrito: la messa in campo di un fondo ad hoc, sul modello ‘Sure’, un prestito per far fronte al boom dei prezzi dell’energia.

‘Sure’, il modello proposto contro caro bollette

Gli Stati membri sono divisi sulla proposta dei commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton di ispirarsi a Sure — i prestiti per finanziare nei Paesi Ue le misure contro la disoccupazione durante il Covid — per uno strumento di debito comune contro i prezzi insostenibili di elettricità e gas. Qualcosa di simile al programma di prestiti lanciato nei primi mesi della pandemia di Covid-19, che fece poi da modello per ‘Next Generation Eu’.

Solo prestiti e non regali

A differenza di Next Generation Eu, però, ‘Sure’ è proposto esclusivamente di prestiti a tassi di favore, erogati agli Stati dalla Commissione, la quale può spuntare sui mercati dei capitali rendimenti decisamente inferiori a quelli dei singoli Paesi dell’Europa meridionale.

Scholz: ‘Scudo energia? Alcuni paesi già lo fanno’

E’ la prima volta che l’idea esce ufficialmente allo scoperto. Il nuovo fondo per la crisi energetica piace, tra gli altri a Italia e Francia. Ma al momento appare molto lontano: Palazzo Berlaymont è scettica, Germania e Olanda hanno già issato un muro. La riunione dei ministri delle Finanze a Lussemburgo è finita come è iniziata: con un’Europa che sul fronte energia stenta a trovare il bandolo della matassa.

Con l’inverno alle porte

Con l’inverno alle porte, l’Unione europea sembra ancora lontana da una soluzione comune per far fronte all’aumento dei costi delle bollette, anche se qualcosa sta cambiando forse proprio grazie al temuto aumento delle temperature.

Finale col dubbio

Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombroskis, durante la conferenza stampa finale, ha riferito che ci sono «opinioni diverse». E il portavoce dell’esecutivo comunitario Eric Mamer ha spiegato che gli interventi scritti «sono iniziative personali dei commissari» e «non impegnano la Commissione».

Germania da sola, e Von der Layen?

Ma ha anche ricordato che la presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato l’esigenza di «soluzioni europee che tutelino il mercato interno». Peccato che il ministro tedesco delle Finanze Christian Lindner ha bocciato l’ipotesi in modo netto (contrari anche Olanda, Austria e Svezia).

A Praga per tentare di ricucire

Ora la discussione passa ai capi di governo che domani e venerdì si riuniscono a Praga per un Consiglio europeo informale, a cui parteciperà ancora il premier italiano uscente Mario Draghi, tra gli ispiratori della proposta sul tetto al prezzo del gas che altri interessi nazionali invece contrastano.

Tags: ENERGIA gas Ue
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