In che mani di banchieri svizzeri siamo finiti? Credit Suisse affonda, ma è malattia locale

La crisi delle tre banche americane aiuta i sospetti e le paure, ma è tutta un’altra storia finanziaria. Le tensioni attorno alle banche e la fragilità della fiducia degli investitori sono brutalmente riemerse in superficie con il crollo del titolo di Credit Suisse di quasi il 30%. A innescare il brusco movimento di Borsa è stato l’annuncio del principale azionista della banca, la Saudi National Bank, che ha annunciato di non pensare di ricapitalizzare la partecipata con ulteriori risorse e le vendite si abbattono su tutto il comparto. Attesa per la riunione della Bce dopo il terremoto delle banche americane.
La Bce sta chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse.

‘Credit Suisse’, neppure un ‘Banco’ all’ortofrutta rionale. Salvo molto di peggio

Proprio 24 ore prima del quasi crack di questa mattina, Credit Suisse aveva comunicato che il suo revisore dei conti aveva identificato «debolezze sostanziali» nei controlli sulle sue comunicazioni finanziarie. E nel pomeriggio di mercoledì, con una mossa drammatica, Credit Suisse «ha fatto appello alla Banca centrale svizzera chiedendo una dimostrazione pubblica di sostegno sulla solidità dell’istituto».

Fiducia fragile dopo il crack Svb americano

A differenza di Silicon Valley Bank, Credit Suisse non sembra oggetto – almeno in questo momento – di una corsa dei creditori e dei depositanti al ritiro delle proprie esposizioni. Ma la fiducia del mercato è fragile e l’istituto ha problemi grossi e di sostanza: passività per 486 miliardi di franchi svizzeri (525 miliardi di euro) alla fine del 2022 e una capitalizzazione di Borsa ridotta ormai a soli 7 miliardi. E con una situazione simile, l’assicurazione sull’insolvenza della banca vola alle stelle.

Paghiamo anni di denaro facile

Credit Suisse, dopo il panico di prima mattina, alla Borsa di Zurigo il colosso bancario svizzero ‘aggiusta’ la caduta ad un -13% dopo aver toccato un -28% in mattinata, quando gli azionisti sauditi avevano escluso pubblicamente la possibilità di loro nuova iniezione di liquidità in caso di ulteriori richieste.

La Bce rincorre

La Bce sta chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse, nella bufera in Borsa dopo che il principale azionista, la banca nazionale saudita ha escluso ulteriore supporto. Lo riferiscono diverse fonti a conferma delle voci circolate sui media. La richiesta riguarda anche gli istituti italiani sotto la vigilanza di Francoforte.

L’aiuto della banca Centrale svizzera

Credit Suisse chiede alla banca centrale svizzera il sostegno pubblico dopo il crollo delle sue azioni. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali Credit Suisse avrebbe avanzato una richiesta analoga alla Finma, altra autorità svizzera.

Mercoledì nero per le Borse, cosa imparare

Mercoledì nero per le Borse europee travolte, dopo il tracollo di Svb, dalle incertezze sul Credit Suisse. «Stiamo monitorando la situazione, l’impatto sull’Ue sembra contenuto ma dovremmo riflettere sulle lezioni da imparare per il settore bancario europeo», ha detto la commissaria Ue per i Servizi Finanziari Mairead Mcguinness intervenendo all’Eurocamera sugli effetti del crac della Silicon Valley Bank.

Credit Suisse, gestione folle

I certificati di assicurazione sull’insolvenza (credit default swap) di Credit Suisse si stanno avvicinando alla soglia critica dei mille punti, che indica un serio pericolo per la continuità aziendale del gruppo. In particolare i certificati a un anno si sono portati ieri a 835,9 punti base, e valgono 18 volte gli analoghi titoli derivati della rivale Ubs e circa 9 volte quelli di Deutsche Bank.

I sauditi scappano

Il principale azionista di Credit Suisse ha escluso di fornire ulteriore assistenza alla banca svizzera a causa di problemi normativi. Lo riporta Bloomberg citando una intervista al presidente della Banca nazionale saudita, Ammar Al Khudairy. La Saudi National Bank, partecipata per il 37% dal fondo sovrano saudita, è diventata il maggior azionista del Credit Suisse alla fine dello scorso anno, dopo aver acquistato una partecipazione del 9,9% dell’istituto di credito svizzero.

Che sta succedendo alle banche Usa

Il contagio di Borsa sulle banche è subito ripreso stamattina. Deutsche a metà giornata perde l’8,9%, Unicredit il 7,3% e Société Générale l’11,9%. Il contagio sul settore bancario covava sotto la cenere. E adesso è riemerso alla luce del sole, in attesa delle decisioni della Banca centrale europea e della Federal Reserve nei prossimi giorni. E le parole di Larry Fink — amministratore delegato di Black Rock — agli investitori fanno pensare a ulteriori smottamenti in arrivo.

Inflazione e tassi

Analisi Fink: «Credo che l’inflazione persisterà, e per i banchieri centrali, sarà più difficile domarla». «E ulteriore chiusure di banche non sono da escludere, perché sono il frutto di anni di denaro facile». «Non sappiamo ancora se le conseguenze del denaro facile e delle modifiche delle regole avranno un effetto a cascata sul settore americano delle banche regionali con ulteriori chiusure».

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