Nonostante gli aumenti di spesa militare degli ultimi anni, la strada verso quel 2% rimane in salita. Col Parlamento con un ‘ordine del giorno e una mozione’ –perorazioni e non impegni-, aveva proposto il 2028 per arrivare a quel 2 per cento armato del Pil nazionale.
Inflazione non solo a colpire le famiglie. «Al punto da trasformare un aumento di risorse nominale in una perdita in termini reali. Difficile capire a oggi quanto tale fenomeno potrà durare e con quale impatto ma per ora è chiaro che per il 2022 e per il 2023 l’inflazione ha morso e morderà parecchio».
Spezzoni di spesa per missioni varie nella gestione di altri ministeri. Antico trucco mai corretto. Esempio clamoroso quello delle missioni internazionali con una somma disponibile per il 2023 di 1.547,5 milioni di euro. Un miliardo e mezzo iscritto nel bilancio di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Aumento rispetto ai 1.397,5 milioni dello scorso anno per l’accresciuto impegno delle nostre Forze Armate sul fianco Orientale della NATO, a seguito della guerra in Ucraina.
Ma più importante tra tutte le voci di spesa (e tra le più difficili da ‘tradurre’) i 12,95 miliardi (su 15 anni, dunque tra il 2023 e il 2037), destinati ai ‘Programmi di investimento pluriennale per le esigenze di difesa nazionale’. E qui sembra che andiamo invece a diminuire. Dai 3.850 milioni (tra il 2023 e il 2036), per i ‘settori ad alta valenza tecnologica’, si passa ai 550 milioni complessivi tra il 2023 e il 2037 per ‘Programmi tecnologici per la Difesa aerea’, e 560 milioni di ‘Contributi ventennali settore marittimo’.
Secondo il neo ministro l’Italia sarà chiamata a operare «in una competizione permanente tra i vari attori». Insomma, dalle ‘missioni di pace’, a un ‘uso più aggressivo dello strumento militare’. Spinta verso la dimensione ‘Interforze, evitando così duplicazioni’. «Una revisione che peraltro comincerà proprio dalle strutture di vertice». Meno generali e più sergenti, ma non lo vedremo mai.
Più Nato, più Onu e Unione europea, «dove è messo a repentaglio il futuro delle nostre istituzioni democratiche». Generico e foriero di feroci distinguo, a partire dalle missioni militari all’estero. Con maggiore attenzione alla effettiva efficienza (la lezione russa ingegna). «Un passaggio in termini di trasparenza che, detto con estrema franchezza, appare quanto mai utile a fronte dell’attuale opacità che non consente di avere quasi nessuna indicazione attendibile», scrive Analisi Difesa.
Per il Bilancio del Ministero della Difesa la dotazione finanziaria per il 2023 è di 27.748 milioni di euro; con un aumento di 1.792,4 milioni rispetto ai 25.956 dello scorso anno. L’altra componente di maggior peso è, come noto, rappresentata dalla ‘Funzione sicurezza del territorio’, cioè l’Arma dei Carabinieri. Anche il 2023 conferma il superamento della soglia dei 7 miliardi di euro.
Per quanto riguarda invece la Funzione Difesa, il suo aumento per il sesto anno consecutivo passa dai 18.095 milioni del 2022 ai 19.555 milioni del 2023, con un +8,1%.
Ancora una volta l’esigenza di chiarire anche il ‘mistero’ del livello di spesa militare complessiva del nostro Paese comunicato alla NATO. Un mistero -ad esempio- col balzo di tale somma creato tra il 2019 e il 2020 quando questa è balzata da 21 miliardi di euro circa a oltre 26,3 miliardi (+1,6%). O miracolo o trucco contabile.
A dare i numeri, seconda audizione di fronte al Parlamento, lo stesso ministro che ha fornito percentuali ancora diverse: «L’Italia, oggi è ferma all’1,38%. Per quest’anno, il 2023 sarà l’1,48%.».
Un dato ‘critico’ 2023 è rappresentato dalla ennesima crescita spese per il Personale; dai 10.604,3 milioni del 2022 agli 11.118,8 di quest’anno (+4,9%). La spesa per il Personale è passata dai 9.511,5 milioni di euro del 2014 agli 11.118,8 di 10 anni dopo: una crescita di oltre 1,6 miliardi. Mentre il Personale Militare è diminuito di 10.350 unità e quello Civile di quasi 8.000
Prontezza ed efficienza operativa e disponibilità di scorte adeguate sono stati tutti portati alla ribalta dalla guerra in corso. Anche il bilancio della Difesa 2023, segnato dall’ulteriore e vistoso aumento delle risorse destinate al capitolo ‘Investimento’ in cui si stanno sommando una serie di diversi interventi finanziari.
Per tornare al confronto anno su anno, l’Investimento 2023 raggiungerà i 6.100,5 milioni contro i 5.421 dell’anno scorso: +12,5%.
«Nel corso degli anni si sono aggiunti altri capitoli di spesa, con potenziali risvolti in ambito Difesa ma, in definitiva, senza una chiara/univoca destinazione», confessa Giovanni Martinelli.
Per il 2023, il totale dei fondi assegnati all’Investimento potrebbe essere intorno a 8 miliardi: un balzo di circa l’85% nel giro di soli 4 anni.