
La vittoria di Giorgia Meloni trova risalto sulla stampa americana che già nelle ultime settimane aveva dato un copertura delle elezioni italiane tutta centrata sulla figura della leader di Fratelli d’Italia e della appartenenza post fascista della organizzazione. Analisi e commenti tutti a salutare la svolta a destra di un Paese del G7.
Oltre a sottolineare che il più contento di questo vittoria sarà Steve Bannon, guru di Trump e ispiratore di un’internazionale delle estreme destre, la Cnn sottolinea che la vittoria di Meloni «emerge dai recenti trionfi dell’estrema destra ovunque in Europa».
Sul Washington Post – il giornale che una settimana fa aveva fatto un’intervista esclusiva alla leader di FdI – si sottolinea la svolta epocale italiana e il rischio di un compattamento delle destre illiberali in Europa. Il riferimento è a Polonia e Ungheria. In una analisi tutta incentrata sul successo della Meloni e sulle sfide che questo pone al Paese trova spazio una riflessione sul buon risultato dei Cinquestelle alimentato dalla difesa del reddito di cittadinanza.
Il giornale economico della destra Usa, il Wall Street Journal, addirittura nobilita la vittoria della coalizione di centrodestra affiancando alla cronaca dall’Italia un commento in cui l’Editorial Board -che incarna la linea del giornale- evidenzia come «finalmente l’Italia abbia quel governo di destra che non è riuscita a formare nel 2018». Anche il giornale del mondo economico Usa evidenzia il nodo delle relazioni con Bruxelles sottolineando la debolezza dei conti pubblici italiani, il debito in primis «arrivato al 150% del Pil».
Il New York Times non fa mistero delle radici «post fasciste» di FdI e spiega che per la formazione del governo ci vorrà ancora tempo, lasciando capire ai suoi lettori come le dinamiche della coalizione e i riti italiani nella composizione di un esecutivo siano complessi e lunghi. Spazio, a evidenziare la portata del voto, alla vittoria di FdI, anche su Axios, il sito di politica dove per qualche ora è stata la notizia principale. E sul New York Post, giornale conservatore della galassia Murdoch. L’edizione americana di Politico, infine, ha un titolo inequivocabile: «L’Italia verso il governo più a destra dai tempi di Mussolini».
Non c’è uno spauracchio Giorgia Meloni a Washington, o almeno così ci riferiscono. «Chiunque diventerà il nuovo primo ministro in Italia, il presidente americano dovrà parlarci subito e prendere le misure di quella persona e stabilire cosa questo significherà» ha affermato un dirigente della Casa Bianca.
Analisti finanziari, operatori e gestori, non vedono particolari «reazioni forti dei mercati dopo le elezioni politiche italiane», anche se resta l’incertezza sulle scelte che farà il prossime Governo. «Tutti in attesa di verificare la competenza della nuova coalizione», afferma Neil Mehta di BlueBay Asset Management.
«Improbabile che Giorgia Meloni si ponga in modo conflittuale fin dall’inizio con istituzioni come la Commissione Ue e la Nato. È quasi certo che la coalizione nominerà un Ministro delle Finanze favorevole al mercato, che aggiungerà ulteriore fiducia agli investitori e che darà un nuovo incentivo alla prudenza fiscale».