Dopo Iran-sauditi l’incredibile della diplomazia cinese con Pakistan-India

Il ministro degli esteri pakistano, Bilawal Bhutto Zardari, è arrivato a Goa giovedì, la prima visita in India di un alto funzionario pakistano in 12 anni. Il ministro minimizza ogni sforzo di riconciliazione e sostiene che il viaggio a Goa è solo per il vertice regionale dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO).
Ma per gli analisti, i motivi per cui Bhutto Zardari ha partecipato alla riunione della SCO in India è tutto merito cinese. Riaffermare stretti legami con la Cina, importante alleato e contrappeso regionale all’India, costruendo relazioni con la Russia, che ha recentemente iniziato a vendere petrolio a buon mercato al Pakistan.

La diplomazia di Pechino

La diplomazia di Pechino continua a inanellare un successo dopo l’altro. Dopo aver promosso un imprevisto riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita, ora tocca a due acerrimi nemici come India e Pakistan.
Com’è noto le due potenze nucleari del subcontinente indiano non si parlano e mantengono i contatti diplomatici a livello assai basso, giusto quel tanto per impedire un confronto atomico che molti nel mondo paventano.

Un ‘quasi miracolo’

Con la mediazione della Repubblica Popolare, invece, una sorta di “mini-miracolo” è avvenuto. Il ministro degli Esteri pakistano, Bilawal Bhutto Zardari, infatti, si è recato a Goa, un tempo colonia portoghese in territorio indiano, per partecipare all’incontro dei capi delle diplomazie dei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO).
Si tratta di un organismo internazionale voluto da Pechino e che comprende, oltre alla Repubblica Popolare, Federazione Russa, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Si noti che il Pakistan non ne fa parte, e che questa visita potrebbe preludere a un suo prossimo ingresso nell’Organizzazione di Shanghai.

Figli protagonisti

Il 33enne Bilawal Bhutto Zardari è figlio di Benazir Bhutto, ex premier assassinata nel 2007 da estremisti islamici, e nipote di Zulfikar Alì Bhutto, il presidente che negli anni ’70 del secolo scorso aveva cercato di laicizzare il Paese.
Anche se il giovane ministro degli Esteri non incontrerà personalità indiane di alto livello, la visita è comunque significativa perché avviene dopo 10 anni di vuoto. Bhutto è arrivato a Goa in concomitanza con il ministro degli Esteri cinese Qin Gang, e non è difficile prevedere colloqui intensi tra i due.

Pacificazione senza America

A Pechino interessa, in primo luogo, allentare la tensione in un’area contigua e importante per la Repubblica Popolare. In secondo luogo, sta proseguendo i suoi sforzi per far diminuire l’influenza Usa nella regione, in passato molto forte.
Non bisogna infatti scordare che il Pakistan è stato un alleato chiave degli Stati Uniti, mentre l’India era molto vicina all’Unione Sovietica. Ora il quadro è cambiato. La Cina diventa sempre più influente e gli americani non riescono a mantenere le precedenti posizioni.

Cooperazione di Shanghai su cui tornare

Si prevedono inoltre colloqui tra Bhutto e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, anch’egli presente a Goa. Prosegue quindi il progetto, condiviso da Putin e Xi Jinping, inteso a creare un nuovo ordine mondiale non più a guida Usa e, in questo senso, il Pakistan potrebbe giocare un ruolo rilevante.

Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO).
Organismo voluto da Pechino e che comprende, oltre alla Repubblica Popolare, Federazione Russa, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan.

 

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