La guerra americana di Netanyahu con Trump contro Biden

La guerra di Gaza entra sempre più fragorosamente nelle Presidenziali americane. Natanyahu in videoconferenza a una convention riservata del Partito repubblicano ha attaccato duramente il capogruppo democratico al Senato, Chuck Schumer, suo correligionario, che lo aveva criticato qualche giorno fa. Attacco di fatto a Biden e iscrizione, sempre di fatto, al partito di Trump.  

Istigatore dello scontro anche in casa Usa

Secondo il New York Times, che con la notizia ha aperto la sua ultima edizione on-line, «il premier dello Stato ebraico sta drammatizzando la divisione partigiana su Israele». La convention repubblicana è stata fatta a porte chiuse, ma più ‘gole profonde’ si sono affrettate a comunicare ai giornalisti gli stralci più pepati e politicamente significativi della discussione.

Attacchi Schumer, intendi Biden

Netanyahu ha subito dichiarato che il suo governo non si farà condizionare da nessuna delle critiche rivoltegli da Schumer (e da Biden). «Perché lui ha alle spalle il popolo israeliano, che lo appoggia». L’arroganza di sempre forse con qualche tono di troppo che non è mai segno di forza sicura. «Lo Stato ebraico intende portare avanti la guerra contro Hamas, con tutto il suo potere. E ha aggiunto che il popolo americano è dalla sua parte. Promettendo che non si fermerà in ogni caso».

La destra della destra repubblicana

Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana al Senato, ha sostenuto le posizioni di Netanyahu, scagliandosi anche lui contro Schumer e il Partito Democratico. «Mi sembra che il sostegno bipartisan ad Israele si stia incrinando», ha concluso, parlando della politica, mentre nell’opinione pubblica americana era finito da tempo. Hawley ha poi riferito che Netanyahu ha lanciato un appello, prima di tutto al Partito Repubblicano, per ottenere gli stanziamenti necessari «a finire il lavoro». Non ha bisogno di truppe, ma chiede soldi. Tanti.

Sulle vittime civili ‘si dispiace’. ‘Ma sono solo 28 mila’

Si è parlato anche delle vittime civili. Netanyahu si è dichiarato ‘dispiaciuto’, ma ha voluto precisare che, per quanto gli risulta, «i morti sono ‘solo’ 28 mila». Non sappiamo se duemila, tremila vittime in meno di quanto il mondo ormai conosce e condivide, abbiano reso più sereni i Repubblicani, di sicuro, però, la comparsata televisiva al GOP, dell’ingombrante alleato israeliano, ha mandato su tutte le furie i Democratici. Che vedono nella sua apparizione e nelle sue parole, il progetto divisivo di un biscazziere, che punta tutte le sue fiches sul tableau di Trump per sperare di salvare se stesso.

Anche gli ebrei Dem ‘antisemiti’

New York Times: «Trump ha definito gli ebrei che votano per i Democratici, persone che odiano Israele e la sua religione». Cercando di costruire un teorema molto personale, «Trump dipinge i Democratici che mettono in dubbio Netanyahu o le sue politiche, addirittura come antisemiti». Un gioco vecchio e ormai logoro, sbugiardato da fatti che sono sotto gli occhi di tutto il pianeta e che, soprattutto, non funziona più. E, anzi, finisce per ritorcersi contro chi lo usa, ciecamente, come una clava per colpire chi non tollera più palesi violazioni di diritti umani e doppi standard.

Veleno in coda, con inciampo

Infine il senatore Ted Cruz, uno dei ‘pesi massimi’ Repubblicani: «L’ attacco di Schumer era diretto al popolo di Israele che è andato a votare. Schumer ha avuto l’arroganza e l’audacia di cercare di istruire un’altra nazione, come se fosse uno Stato vassallo, una repubblica delle banane». Ma perché, scusate, cos’ha fatto di diverso rispetto al mondo l’America negli ultimi 150 anni?

***

AVEVAMO DETTO

Autorevole Dem ebreo al Senato Usa chiede a Netanyahu di andarsene

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro