Negli Usa crescono i dubbi sulle armi all’Ucraina senza accenni di trattativa

La Casa Bianca proporrà al Congresso un altro mega finanziamento da circa cinquanta miliardi che si aggiunge a quanto già stanziato e speso nel 2022. Joe Biden continuerà ad aiutare la resistenza ucraina, almeno per tutto il 2023, dicono gli osservatori dagli Usa, salvo clamoroso e sempre più probabile inciampo democratico alle elezioni di martedì.

Tante armi e troppo poca diplomazia

L’appoggio americano all’Ucraina dopo l’invasione russa è stato finora totale. Gli Usa hanno stanziato ben 52 miliardi di dollari in aiuti, di cui 27 miliardi di forniture belliche, incluse armi di ultima generazione che hanno favorito in un primo momento la resistenza dell’esercito di Kiev, e poi le controffensive che l’hanno condotto a respingere i russi da parte dei terrori occupati.
Ma se il presidente Biden ha goduto finora di un appoggio bipartisan da parte del Congresso, senza significative distinzioni tra democratici e repubblicani, ora, vigilia delle elezioni di ‘midterm’, dove i sondaggi indicano la vittoria repubblicana e la sconfitta democratica, e vi sono già segnali che il vento stia cambiando.

Dubbi americani, troppi soldi e troppo Zelensky

Dubbi serpeggiavano anche in precedenza, soprattutto a causa dell’atteggiamento del presidente ucraino Zelensky e del suo ministro degli Esteri Kuleba. Atteggiamento che è stato spesso definito “arrogante” dai mass media Usa. E Biden, com’è noto, ha pure accusato il leader ucraino di ingratitudine per i toni usati nelle conversazioni e per le continue richieste di armi nuove.
A ciò va aggiunto che l’economia Usa, per quanto più florida di quella europea, sta subendo gravi danni a causa dell’inflazione. Molti quindi si chiedono se sia opportuno continuare a spendere cifre altissime per armare l’Ucraina. Sottintendendo che gli Usa dovrebbero invece investire di più per rinnovare, per esempio, le loro infrastrutture pubbliche (che sono spesso fatiscenti), e per migliorare un sistema sanitario che ha mostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia dovuta al Covid.

Guerra senza mai parlare di pace

Ci si interroga, inoltre, sulla durata della guerra. Zelensky si dice sicuro di poter sconfiggere totalmente la Federazione Russa se l’invio di armi americane (e occidentali in genere) continuerà a crescere. L’obiettivo è ovviamente quello di tornare ai confini precedenti all’invasione, con la cacciata completa delle truppe russe dal territorio.
Tuttavia parecchi analisti (e politici) Usa nutrono dubbi circa questa prospettiva, anche perché Putin non sembra affatto intenzionato ad accettare una sconfitta completa. E l’aveva detto, occorre riconoscerlo, sin dall’inizio.

Consenso politico affievolito, spinte alla trattativa

Proprio per questo il consenso bipartisan del Congresso si sta affievolendo, soprattutto sul versante repubblicano. E’ quindi plausibile immaginare che in futuro l’invio di armamenti da Washington subirà quanto meno una diminuzione, il che è destinato a pesare sull’andamento del conflitto.
Molti, inoltre, chiedono che gli aiuti a Kiev siano “condizionati”, probabilmente per spingere Zelensky ad aprire un qualche tipo di trattativa. Obiettivo ben difficile da raggiungere, visto che gli ucraini puntano sulla liberazione completa del territorio, mentre i russi intendono mantenere il Donbass e le altre aree conquistate.

Problemi economici Usa

Come accennavo poc’anzi, risulteranno decisivi i problemi economici che gli Usa devono affrontare, e che non si riducono soltanto a quelli causati dall’inflazione. Una spinta congiunta della destra repubblicana e della sinistra democratica potrebbe indurre Biden a fare pressioni su Zelenky per aprire il fronte della trattativa, facendogli capire che, senza l’aiuto americano, per lui non vi sono speranze.

Tags: Ucraina Usa
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