L’attivismo asiatico di Kamala Harris. Corsa alla Casa Bianca anche in casa democratica?

La vicepresidente Usa Kamala Harris al vertice della cooperazione economica Asia-Pacifico a Bangkok, in Thailandia. Asia ma soprattutto Casa Bianca, dopo la candidatura in casa repubblicana di Trump gustatore, avversario privilegiato in casa Dem. Ma Biden ci riprova o si ritira? «Il presidente ha detto che intende candidarsi e se lo farà, correrò con lui», risponde Kamala.
La sua cauta risposta alla fine di un viaggio senza gaffe di una settimana in Tailandia a cosa mira, si chiede Jasmine Wright della CNN. Noi lo chiediamo a Michele Marsonet.

L’America politica al femminile

La vicepresidente Usa Kamala Harris si sta facendo notare per il suo grande attivismo nello scacchiere del Pacifico e, in generale, in Asia. Qualcuno ha evocato a tale proposito il viaggio a Taiwan della ex speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi.
I due casi, però, sono diversi. Mentre la Pelosi – almeno secondo la versione ufficiale – visitò l’isola senza chiedere il Permesso di Biden e causando – a quanto pare – l’irritazione del presidente, la Harris invece si muove dietro specifico mandato di Biden.

Molto in ombra e qualche gaffe

Com’è noto le quotazioni della Harris non sono particolarmente alte. E’ pur vero che, nel sistema politico americano, i vicepresidenti devono restare nel cono d’ombra dell’inquilino di turno della Casa Bianca. Diventano importanti solo se al presidente accade qualcosa, e il caso più famoso è quello di Lyndon Johnson, che assunse la carica presidenziale dopo l’assassinio di John Kennedy.
Dalla Harris, tuttavia, ci si attendeva qualcosa di più visto il suo brillante curriculum. Biden ha quindi deciso di impegnarla in numerosi tour asiatici al fine di lanciare messaggi a Pechino. Non necessariamente di carattere provocatorio, ma giusto per far capire a Xi Jinping che gli Usa in Asia ci sono e non intendono affatto rinunciare al loro ruolo di grande potenza.

Dalla Filippine amiche al Mar Cinese incognito

L’ultimo viaggio di Kamala Harris ha avuto quale meta le isole Palawan, che fanno parte delle Filippine (stretto alleato degli Usa). Noto soprattutto come paradiso turistico di rara bellezza, l’arcipelago riveste in realtà grande importanza strategica. Situato nella parte più meridionale delle Filippine, è l’ultima frontiera prima di giungere alle Isole Spratly nel Mar Cinese meridionale.
Le Spratly sono da tempo rivendicate da Pechino, che ha provveduto a installare nel suddetto mare isole artificiali e irte di armamenti, scoraggiando la navigazione delle marine di altre nazioni. Si dà tuttavia il caso che le Spratly siano rivendicate anche dal Vietnam e dalle stesse Filippine, il che rende l’area potenziale sede di conflitti.

Dopo Biden-Xi, la risposta Usa con la grazia di Kamala

La visita della Harris mira per l’appunto a ribadire che gli americani non accettano le rivendicazioni cinesi e, facendosi forti del fatto che quelle acque sono considerate internazionali anche dall’Onu, vanno a sventolare la bandiera ogni volta che possono. Biden vuole insomma impedire che la loro militarizzazione, imposta da Pechino, diventi un fatto compiuto.
Occorre rammentare che Kamala Harris è stata la prima esponente dell’amministrazione Biden a recarsi nel Sud-Est asiatico in piena pandemia, e ha visitato in settembre la zona demilitarizzata tra Corea del Nord e Corea del Sud, il che ha provocato l’intensificazione dei lanci missilistici da parte di Kim Jong-un. Per finire, è stata anche la prima rappresentante Usa di alto rango ad incontrare il nuovo presidente filippino Ferdinand Marcos Jr., figlio del dittatore che portava lo stesso nome.

Solo Mar Cinese o anche Casa Bianca?

Naturalmente tutti s’interrogano circa i motivi dell’attivismo asiatico della Harris. Non pare che l’attuale vicepresidente abbia possibilità di candidarsi con successo alle presidenziali del 2024. Queste continue missioni, tuttavia, possono aumentare il suo prestigio. E’ inoltre probabile che Joe Biden stia usando proprio la sua vice per mantenere il più aperti possibile i canali di comunicazione con Xi Jinping, come i due avevano informalmente concordato di fare durante il loro incontro al G20 di Bali.

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