(ANSA-AFP) – MOSCA, 09 AGO – La Russia ha interrotto le consegne di petrolio ad alcuni Paesi europei attraverso l’oleodotto Druzhba, che transita in Ucraina. Lo ha reso noto Transneft, la compagnia statale russa responsabile del trasporto di idrocarburi. Lo stop, legato ad una transazione bancaria non andata a buon fine a causa delle sanzioni, “è scattato il 4 agosto” con un impatto sulle consegne a “Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca”, ha reso noto la società russa. (ANSA-AFP).
Questa settimana, il prezzo medio del gas naturale in Europa ha sfondato quota 200 €/MWh. Siamo ormai a dieci volte il suo prezzo medio dell’ultimo decennio (15-25 €/MWh) e vicini al record stabilito a marzo, subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Qui siamo all’allarme ISPI, studi di politica internazionale, costretti a fare i conti della spesa energetica che ci aspetta minacciosa con i primi freddi.
«Per questo, i Paesi europei corrono ai ripari; ma con lentezze e ritardi. E mentre l’Europa cerca di sostituire il gas di Mosca acquistando GNL, aumenta la concorrenza con i suoi più tradizionali acquirenti nei mercati internazionali: i paesi asiatici».
«Negli ultimi mesi l’aumento dei prezzi in Europa ha incentivato i venditori a dirottare sul nostro continente i carichi di GNL (il gas naturale liquefatto soprattutto di provenienza Usa). I differenziali erano talmente elevati da garantire un profitto anche pagando la penale per interrompere contratti di fornitura a lungo termine con i paesi asiatici».
«Pur di assicurarsi forniture sufficienti per superare il prossimo inverno, in Asia è così iniziata la gara al rialzo». Giappone e Corea del Sud, secondo e terzo importatore mondiale di GNL, riescono a resistere a certi rincari, ma il vertiginoso aumento dei prezzi sta spingendo le economie più deboli fuori dal mercato. «Così Pakistan e Thailandia faticano ad assicurarsi dei carichi, mentre il Bangladesh rischia fino a tre anni di interruzioni di corrente».
Solo la Cina, primo importatore di GNL in Asia, ci “salva”. A causa delle chiusure per Covid, il Paese ha notevolmente ridotto i suoi consumi di gas, e ha addirittura rivenduto parte del gas in eccesso. Persino così, però, i prezzi non scendono.