Il Giappone sta riarmando contro la costituzione pacifista

Il paese, divenuto pacifista dalla catastrofe della guerra mondiale e dalle due bombe atomiche americane, ora, proprio su spinta Usa (e Nato), ha approvato una riforma che raddoppia la spesa militare, ‘con grosse conseguenze’, avverte il Post

Riforma storica e discutibile

Dopo decenni trascorsi ad applicare una politica estera pacifista, il governo di Tokio ha deciso di riarmarsi. Il primo ministro Fumio Kishida ha pubblicato tre nuovi documenti sulla difesa che modificano completamente l’assetto militare e strategico del paese con un forte aumento della spesa per la difesa, nuove capacità militari, acquisto di missili a lungo raggio. E finisce in archivio parte della costituzione imposta dalle potenze vincitrici secondo cui «Il Giappone non riconoscerà il diritto alla belligeranza e non saranno mai mantenute forze terrestri, marine e aeree né qualsiasi altro potenziale bellico». Evidentemente, il garante chiave di quegli impegni solenni, gli Stati Uniti, concordano e consentono all’alleato che è la terza economia del mondo, tra loro Usa e la Cina che li minaccia nel primato.

Una nazione veramente pacifista?

Giappone uscito dalla Seconda guerra mondiale sconfitto sul piano militare e devastato su quello materiale. Non solo per le due bombe atomiche sganciate nell’agosto del 1945, ma soprattutto per la distruzione che la guerra portò in tutto il paese, sottolinea Guido Alberto Casanova. «Meno conosciuti delle vicende di Hiroshima e Nagasaki sono i bombardamenti incendiari che gli Alleati fecero sulle altre città del Giappone. Yokohama, Nagoya, Osaka, Kobe, Shizuoka furono in buona parte rase al suolo. I bombardamenti su Tokyo uccisero oltre 100.000 persone in una sola notte. Durante la battaglia di Okinawa circa la metà dei civili sull’isola morì».

Il militarismo, la missione imperialista, l’espansionismo aggressivo e lo stesso sistema politico autoritario uscirono distrutti dalla resa incondizionata del paese. E la costituzione del 1947, durante l’occupazione statunitense, era legate a quelle tragedie vissute ancora sulla pelle della popolazione.

La Costituzione ‘interpretata’

Nessun emendamento della costituzione ma molte ‘interpretazioni’. Oggi il Giappone possiede delle Forze di autodifesa -‘Jieitai’ o con l’acronimo inglese di SDF- che non possono definirsi forze armate ma che sono ugualmente incaricate di difendere la sicurezza e l’integrità del paese. Nell’ultimo decennio questa continua reinterpretazione ha cambiato velocità man mano che il panorama regionale in cui si trova il Giappone si è fatto sempre più instabile.

Lo sviluppo dell’armamento nucleare nordcoreano, la modernizzazione militare cinese e infine lo scoppio della guerra in Ucraina hanno cambiato radicalmente il modo in cui il paese percepisce il proprio posto in Asia orientale.

Ipotesi guerra Usa-Cina

In un ipotetico conflitto tra Cina e Stati Uniti nello stretto di Taiwan, per il Giappone sarebbe impossibile non essere coinvolto dal momento che ospita sul proprio territorio numerose basi militari statunitensi. Ma ora, questa prospettiva, da possibilità remota diventa un’opzione possibile. E ora ‘ giapponesi sostengono l’idea che il paese si debba riarmare per difendersi dalle minacce esterne

La riforma della difesa

La riforma delle Forze di autodifesa giapponesi, prima sugli armamenti. Dal 1976 il paese ha mantenuto le spese militari entro l’1 percento del PIL. A dicembre 2022 il governo giapponese ha deciso che la spesa militare andrà aumentata fino al 2 percento in cinque anni. Da 27,5 mila miliardi a 43 mila miliardi di yen  neri cinque anni (da 194 miliardi a 303 miliardi di euro), a portare il paese al ruolo terza potenza anche militare dopo Stati Uniti e Cina, per entità del budget. Per l’anno fiscale che inizierà ad aprile, più 26,3 percento di spesa militare rispetto all’oggi.

Dalla difesa al contrattacco

Capacità di contrattacco con un arsenale di missili di precisione a lunga gittata, capaci di colpire in profondità nel territorio di un paese ostile (come Cina o Corea del Nord) per metterne fuori uso il potenziale militare offensivo o le infrastrutture strategiche. Il Giappone non ha mai posseduto armamenti di questo tipo e, oltre all’acquisto previsto di 500 missili Tomahawk Usa, prevede di svilupparne di propri. L’alleanza con gli Stati Uniti rimane il pilastro della difesa ma la caduta di Kabul all’invasione dell’Ucraina, suscitano timori. E Tokio estende i suoi rapporti strategici con Australia e Regno Unito.

Prossima potenza militare?

Il processo di riarmo deve fare i conti con grossi limiti in un paese già molto indebitato, afflitto dal calo demografico e incapace di far ripartire la crescita economica. L’alternativa è che il governo aumenti la pressione fiscale sui cittadini per sostenere questa spesa, ma si tratta di una decisione politicamente delicata. In più, le Forze di autodifesa non hanno abbastanza personale. Le autorità stanno cercando di rendere la carriera militare più accattivante ma la competizione sull’offerta di lavoro delle aziende private è decisamente perdente sia in termini di sostanza che di prestigio sociale.

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