La Cina approva la ‘Legge sulla sicurezza’ e mette il bavaglio a Hong Kong

Approvata la legge sulla sicurezza nazionale per colpire separatismo, sovversione e terrorismo e collusione con le forze straniere compiuti nell’ex colonia britannica, «per riportare l’ordine a Hong Kong».  Proteste Usa, Ue e Gran Bretagna. E Joshua Wong lascia Demosisto

China’stop legislative body has taken up a draft national security law for Hong Kong that has been strongly criticized as undermining the semi-autonomous territory’s legal and political institutions.

La Cina approva la legge sulla sicurezza nazionale fatta a misura per Hong Kong: lo riportano i media dell’ex colonia britannica, riferendo i lavori del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo, ramo legislativo del parlamento di Pechino. Il voto, secondo Cable Tv, è maturato all’unanimità. La mossa, che ha causato la dura opposizione di Usa, Ue e Gran Bratagna, è vista come una stretta all’ampia autonomia di Hong Kong prevista al momento del passaggio della città dalla sovranità di Londra a quella di Pechino.

La Cina afferma che la nuova legge prenderà di mira solo un piccolo gruppo di persone, avendo lo scopo di colpire separatismo, sovversione, terrorismo e interferenze straniere e puntando a riportare l’ordine a Hong Kong dopo un anno di aspri e violenti scontri. Per i critici, invece, la mossa di Pechino, decisa scavalcando in pieno il parlamentino locale, darà un forte colpo alla città sia per lo status di hub finanziario sia sul fronte delle libertà politiche e di espressione.

Nel pomeriggio, l’agenzia ufficiale Xinhua dovrebbe fornire il testo della legge di cui sono circolate finora solo scarne anticipazioni. Nella conferenza stampa settimanale, la governatrice Carrie Lam ha affermato di ritenere “non appropriato in questo momento commentare qualsiasi tema legato alla legge sulla sicurezza nazionale”. Le ipotesi di sanzioni, soprattutto Usa, “non ci spaventano”, ha aggiunto: il Dipartimento del Commercio americano ha congelato lo speciale status vantato nei rapporti bilaterali da Hong Kong.

L’attivista pro-democratico di Hong Kong, Joshua Wong, ha annunciato la sua decisione di lasciare il movimento di cui fa parte, Demosisto, di cui era fino a oggi segretario generale e il volto più noto. «Se la mia voce non sarà ascoltata presto», ha scritto su Twitter a commento della sua decisione avvenuta a poche ore dalla notizia dell’approvazione di Pechino alla legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong.

«Spero che la comunità internazionale continui a fare sentire la propria per Hong Kong e faccia sforzi concreti per difendere il nostro ultimo briciolo di libertà». Oltre a Wong, hanno annunciato le dimissioni da Demosisto altre due figure di primo piano del movimento, Nathan Law e Agnes Chow. «La lotta del popolo di Hong Kong non si fermerà – ha scritto Law – ma andrà avanti con maggiore determinazione».

Ecco perché si protesta a Hong Kong

La Cina ha affermato che la nuova legge prenderà di mira solo un piccolo gruppo di persone puntando a riportare l’ordine a Hong Kong dopo un anno di aspri e violenti scontri. Per i critici, invece, la mossa di Pechino, decisa scavalcando in pieno il parlamentino locale, darà un forte colpo alla città sia per lo status di hub finanziario sia sul fronte delle libertà politiche e di espressione. Le ipotesi di sanzioni, soprattutto Usa, «non ci spaventano», ha dichiarato la governatrice Carrie Lam. Intanto il Dipartimento del Commercio americano ha congelato lo speciale status vantato nei rapporti bilaterali da Hong Kong.

Il partito pro democrazia si scioglie

La legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina «segna la fine della Hong Kong che il mondo conosceva. Con poteri spazzati via e una legge indefinita, la città diventerà uno stato di polizia segreta»: lo scrive su Twitter l’attivista pro-democrazia Joshua Wong, sul via libera alla misura del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo. Wong, insieme a figure di primo piano come Nathan Law, Jeffrey Ngo e Agnes Chow, ed ha annunciato lo scioglimento del partito: «Dopo molte deliberazioni interne, abbiamo deciso di sciogliere e di interrompere tutte le operazioni come gruppo date le circostanze».

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