Allarme variati virus, test Covid alle frontiere di Austria a Germania, caos Europa

Allarme variati virus, test Covid alle frontiere di Austria a Germania ed è caos

Un serpentone lungo 40 chilometri fra Bressanone e il Brennero. La decisione di Berlino di restringere l’accesso dei tir dall’ Austria sta provocando code (e proteste) anche al confine italiano con il Tirolo del Sud. E Parigi teme una stretta simile. Bruxelles: “Preoccupati, serve coordinamento”

Test Covid obbligatori caos alle frontiere

Un serpentone lungo 40 chilometri fra Bressanone e il Brennero. Tutto nasce dalle misure adottate dall’Austria per isolare il Land Tirol e limitare la diffusione della variante sudafricana del Covid-19. Il ceppo britannico, infatti, aveva provocato il blocco totale di alcuni distretti cechi al confine con Germania e Polonia. Vienna ha imposto da venerdì un test negativo antigenico, effettuato nelle 48 ore precedenti, per viaggiare nel resto dell’Austria.  Ed ecco che Berlino chiude i confini con Praga e il Tirolo austriaco.  Accesso consentito solo a residenti e lavoratori essenziali, previa presentazione di test negativo al virus. I controlli hanno portato a lunghi ingorghi ai valichi di frontiera, con alcuni autisti che hanno dovuto attendere diverse ore. Una situazione che ha colpito indirettamente l’Italia: l’Austria, infatti, sta applicando l’obbligo dei tamponi agli autisti dei tir in arrivo dal nostro Paese, creando di fatto un enorme tappo al Brennero. 

Governo Ue sotto schiaffo

La mossa di Berlino, sta provocando tensioni all’interno dell’Ue, dopo che nell’ultimo Consiglio europeo, tutti i capi di governo avevano sottoscritto l’impegno a evitare il caos generato dalle chiusure unilaterali dei confini durante la prima fase della pandemia. Gli Stati membri avevano chiesto alla Commissione europea di elaborare una mappa del rischio Covid su base regionale, cosa che Bruxelles, attraverso il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha fatto. La mappa sarebbe dovuto servire a isolare le regioni più a rischio (colorate di rosso scuro) e a consentire gli spostamenti tra quelle con una situazione sanitaria migliore. Evitando chiusure unilaterali come quella decisa dalla Germania. Ma le prime valutazioni dell’Ecdc hanno scatenato le accese proteste di diversi attori locali, come le regioni del Nord-Est italiano o della Repubblica ceca. E il risultato è stato che per ora il coordinamento tra i Paesi resta tra le troppe buone intenzioni tradite

Commissione inascoltata

Pressata dalle proteste, la Commissione europea ha annunciato l’invio di una lettera a tutti i 27 Stati membri per rammentare l’importanza di seguire le linee comuni già concordate sulle restrizioni ai viaggi. L’Ue insiste sulla necessità di un coordinamento sulle restrizioni ai viaggi, che al momento mancano. L’ammonimento non riguarda solo la Germania: anche il Belgio, per esempio, ha vietato da fine gennaio tutti i viaggi non essenziali da e per il Paese adottando una misura che gli esperti non ritengono “proporzionata” come invece vorrebbe l’Ue.

L’avvertimento della Francia

La stretta di Berlino non piace neppure agli industriali tedeschi, scrive EuropaToday,  in allarme sulla possibile interruzione della catena di approvvigionamento delle fabbriche, in particolare nel settore automobilistico, che si alimenti di componenti che arrivano dall’Est Europa e dall’Italia. La Germania tuttavia non esclude lo stesso provvedimento anche al confine francese del dipartimento della Moselle dove viene segnalato un preoccupante aumento delle varianti Covid. «Berlino continua a monitorare la situazione e rivede continuamente le misure per combattere la pandemia», ha detto il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulla Francia. Risposta di fatto al ministro francese agli Affari europei, Clement Beaune, che aveva esortato la Germania a non chiudere i suoi confini con la Francia, «per evitare una decisione scoordinata e una brutta sorpresa».

Articolo precedente

Kosovo elezioni, oltre la guerra alla Serbia di Milosevic

Articolo successivo

La via dei vaccini cinesi alla conquista del mondo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Most Popular

Remocontro