Kosovo elezioni, oltre la guerra alla Serbia di Milosevic
Kosovo elezioni, oltre la guerra alla Serbia di Milosevic

Elezioni parlamentari domenica in Kosovo vinte dal partito nazionalista di sinistra Vetëvendosje, dell’ex primo ministro Albin Kurti in coalizione con la candidata indipendente Vjosa Osmani, attuale presidente ad interim del paese, dopo le dimissioni di Hashim Thaçi incriminato per crimini di guerra al Tribunale speciale per il Kosovo a l’Aja.

Alleati vincenti, la presidente della Repubblica Osmani ad interim e il prossimo premier Kurti

Vetëvendosje, autodeterminazione

Il ‘Vetëvendosje’ è un partito nazionalista albanese anti-establishment (gli ex combattenti Uck nella guerriglia contro la Serbia) , aveva già vinto le elezioni dell’ottobre 2019 e Kurti era stato eletto primo ministro in un accordo di governo con la Lega democratica del Kosovo (LDK), di centrodestra. Nel 2020 l’LDK rompe l’alleanza e il governo. Instabilità, qualche scandalo e le nuove elezioni attuali.
La vittoria di Kurti era piuttosto scontata, anche per via dell’alleanza con Osmani, politica giovane e molto popolare che nel 2019 si era candidata con la vecchia formazione del ‘Padre della Nazione’ Ibrahim Rugova, LDK era stata eletta presidente del Parlamento e ora presidente della repubblica a interim.

Kosovo, vince il fattore Giovani

I giovani scelgono i nazionalisti di sinistra sottolinea Giampaolo Cadalanu su Repubblica. Non ottiene la maggioranza assoluta ma ci va vicino, anche se l’ondivaga politica parlamentare kosovare non dà mai certezze assolute. «»Il dopo-secessione è finito: adesso il Kosovo può chiudere l’era in cui si celebrava l’indipendenza da Belgrado e voltare pagina». Il Paese più giovane d’Europa, sia come riconoscimento di Stato (poco oltre la metà dei Paesi Onu), che come età dei suoi abitanti, in gran parte ancora costretti all’emigrazione per sopravvivere. «Questo voto era un referendum su giustizia e lavoro, ed è stato vinto, -ha commentato dopo la vittoria Albin Kurti, Ora abbiamo molta strada da fare, ma i nostri obiettivi sono nobili».

Le minoranze non albanesi

Problemi sempre complessi di alleanze nella cultura clanistica albanese che attraversa anche la politica. La formazione di Albin Kurti non ha comunque ottenuto la maggioranza assoluta e dovrà avviare trattative con gli altri partiti: una possibilità è che stringa alleanze con i deputati che la Costituzione riserva alle minoranze non albanesi, 20 seggi su 120 in totale nel Parlamento di Pristina, ovvero dieci legati alla lista serba e dieci di rom, bosniaci e turchi. Ma apparentemente la normalizzazione dei rapporti con Belgrado – che non ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo come altri Paesi della stessa Unione europea – non è in testa alla lista delle priorità di Kurti.

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