Il mio è più Dio del tuo, ‘infedeli cristiani’ uccisi in Pakistan

Un attacco terrorista coordinato e organizzato contro le chiese cristiane, tutte nella stessa area di Lahore, capitale del Punjab pakistano. Youhanabad -letteralmente ‘città di San Giovanni’- quartiere interamente cristiano; con 200mila abitanti, è l’insediamento cristiano più grande in Pakistan. Due kamikaze e il massacro di fedeli alla messa. Donne e bambini fra le vittime. Una folla inferocita ha poi picchiato a morte due persone sospettate e le ha bruciate. Attentato rivendicato da Tehrek-e-Taliban, Jamat-ul-Ahrar, un’organizzazione di gruppi islamici delle Aree tribali sul confine afghano.

L'orrore e i soccorsi

L’orrore e i soccorsi

All’Angelus papa Francesco ha denunciato che ‘I cristiani sono perseguitati solo perché cristiani’. Il premier pachistano Nawaz Sharif ha definito l’accaduto ‘non un attacco alla comunità cristiana ma allo stesso Stato pachistano’. Drammatica la situazione nel Punjab dove -viene denunciato- ‘bambini donne e uomini cristiani vengono bruciati vivi con il pretesto della legge sulla blasfemia’. Vale per tutti il dramma di Asia Bibi, la madre cristiana di cinque figli condannata a morte per blasfemia. Altro precedente nel 2013, quando due esplosioni in una chiesa di Peshawar uccisero 82 persone.

La cristianità minoritaria

La cristianità minoritaria

Ma sarebbero milioni i cristiani perseguitati nel mondo, dalla Somalia al Pakistan, con migliaia di vittime per la loro fede. Secondo l’organizzazione americana protestante Open Doors, che ha preso in esame il periodo dal 1° novembre 2013 al 31 ottobre 2014, 50 i Paesi dove i cristiani sarebbero perseguitati: la Siria e in parte l’Iraq dove spadroneggiano i tagliagola dell’Isis, la Nigeria dei Boko Haram, ma brutti segnali arrivano anche da Messico, Turchia e Azerbaijan. Fra i primi dieci stati dove i cristiani vengono sopraffatti, il Sudan e l’Eritrea, mentre dal Medio Oriente è in corso l’esodo.

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