L’Internet spionaggio Usa
Microsoft impara il tedesco

Gli analisti di tecnologia lo hanno chiamato il “momento di svolta”; per la prima volta un grande gruppo tecnologico statunitense ammette la sua incapacità di proteggere i dati dei clienti dalle intromissioni del governo degli Stati Uniti.

E non c’è neppure da fidarsi dei recenti tentativi da parte degli Stati Uniti di alleviare le paure europee aprendo più data center in Europa. In Europa sì, ma sempre in mani statunitensi.

 

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Ed ecco che la Microsoft rompe -meglio, intacca- il fronte monopolistico informatico Usa.

La società di software statunitense consentirà ai clienti stranieri di detenere i loro dati in nuove strutture europee che sotto il controllo del gruppo di telecomunicazioni tedesco.

La disposizione giuridica e tecnica dovrebbe porre i dati dei governi, delle imprese e dei clienti europei fuori dalla portata e delle curiosità delle autorità statunitensi.

L’iniziativa di Microsoft potrebbe avere un effetto a catena in tutto il settore, creando un

duro nuovo ‘privacy standard’ che i grandi clienti potranno presto richiedere presto agli altri fornitori ‘cloud computing’, come Google, Amazon e Oracle.

 

I gruppi della Silicon Valley stanno cercando di riconquistare la fiducia dei clienti europei dopo le rivelazioni di Edward Snowden sullo spionaggio internet da parte della NSA statunitense.

Ma in problemi di spionaggio aperti tra Usa ed Europa, sono molti. La cronaca del Financial Times, ricca di dettagli, ne riassume alcuni.

Secondo alcuni analisti, la concessione di Microsoft potrebbe complicare i negoziati tra Stati Uniti

e i politici europei sul nuovo patto di condivisione dei dati transatlantici conosciuta come ‘Safe Harbour’.

 

«Analysts say Microsoft’s concession could complicate negotiations between US and EU politicians on a new transatlantic data sharing pact known as “Safe Harbour”. Talks have been faltering for months over the thorny political issue of surveillance».

 

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La soluzione del ‘fiduciario’ tedesco è anche una risposta di Microsoft a un ordine di un tribunale di New York, che sta cercando di forzare il gruppo a fornire alle autorità Usa le mail di un cittadino statunitense memorizzate su un server di Microsoft in Irlanda.

Il caso sembra destinato a finire alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Con esiti incerti.

 

Il problema è che Microsoft, sempre americana (e molto americana), resta. Ecco quindi che la T-Systems tedesca farà da filtro, e i dipendenti Microsoft non avranno accesso ai dati raccolti presso le strutture senza il permesso dell’azienda tedesca.

Più o meno, dal Grande Fratello, al Grande Cugino. Tedesco.

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