Il ‘business’ dei golpe improvvisati in America Latina

Il ‘business’ dei golpe improvvisati in America Latina

L’assassinio del presidente haitiano Jovenel Moïse attribuito a mercenari stranieri con il coinvolgimento di una Private Security Company della Florida, non solo ha riacceso i riflettori su di un terreno fertile per le PMSC, le compagnie di Contractors, o mercenari, se preferite, «ma anche su di un fiorente business di golpe quasi privati ed improvvisati in tutta l’America Latina», descrive Pietro Orizio su Analisi Difesa.

Privatizzazione delle guerre quindi dei golpe

L’abbondanza di ‘operatori colombiani’, l’intraprendenza di esuli venezuelani, l’imprenditorialità di contractors statunitensi, e il colpo di stato privatizzato come ormai molte della guerra in corso è pronto. Esempi? Venezuela, Bolivia e, soprattutto Haiti.

Assassinio a Pétion-Ville

All’01:30 circa del 7 luglio 2021 una squadra di 28 uomini ha attaccato la residenza del presidente haitiano Jovenel Moïse a Pèlerin 5, quartiere dell’esclusivo comune di Pétion-Ville, arrondissement di Port-au-Prince. Giunti sul posto con 6 tra van e pick-up, pesantemente armati e con indosso gilet tattici con la sigla DEA (l’agenzia antidroga statunitense), i commandos hanno immobilizzato le guardie dei due anelli di sicurezza esterni, senza difficoltà.

Cronaca di un delitto su commissione

Dettagli sulla sparatoria e l’esecuzione del presidente-despota, Jovenel Moïse, ucciso da 12 proiettili. La moglie ferita se la caverà. Dopo 28 minuti l’operazione è conclusa. I poliziotti arrivati sul posto incrociano il convoglio di veicoli, e temendo che il Presidente o altri potessero esservi tenuti in ostaggio, hanno lasciato che si allontanasse indisturbato. Poi, la successione degli arresti, con qualche sparatoria e qualche assalitore ucciso. Le autorità colombiane hanno poi reso noto che 17 di loro sono ex militari. Sui quarant’anni d’età e con grande esperienza operativa.

Il perfetto mercenario sul mercato

Ai mercenari era stato detto loro che una compagnia di sicurezza americana, appoggiata da Washington, era alla ricerca di ex militari esperti: «un ‘lavoro pulito’ da 2.700 – 3.500 dollari al mese, in un Paese non meglio precisato dell’America Centrale». In realtà la CTU Security LLC (Counter Terrorist Unit) che li aveva arruolati era una piccola realtà commerciale di Miami, di proprietà di Antonio Emmanuel Intriago Valeram a caccia di contratti e di soldi. Poi, da Pietro Orizio, seguono i dettagli logistici dell’operazione.

Mandante incerto

Golpe di chi? La situazione come quasi tutto ad Haiti, resta confusa e incerta. Tra gli indagati, presunte menti del complotto, un medico e pastore haitiano, un pasticciato giro di soldi e armi, e impegni immobiliari futuri a pagamento del ‘colpo di Stato’ ridotto a brutale killeraggio. Alla fine alcuni nomi importanti dietro il gran pasticcio, una ex giudice della Corte di Cassazione. La Coq-Thelot, presumibilmente designata come successore di Moïse, e addirittura il primo ministro ad interim, Ariel Henry. Ma ad Haiti il distinguo più che tra buoni a cattivi è tra chi vince e chi perde.

Colombia fucina di contractors

Tra i 17 ex militari colombiani arrestati per l’assassinio Jovenel Moïse, secondo il Pentagono, 7 hanno preso parte a suoi programmi di addestramento tra il 2001 e il 2015. Corsi, seguiti in Colombia o negli Stati Uniti. Quella colombiana è una fucina di mercenari e contractors che non ha eguali al mondo. Il Paese, infatti, dagli anni 60 si è trovato in una situazione di conflitto permanente, dovendo affrontare rivoluzionari, paramilitari e trafficanti di droga.

Prima guatemaltechi e salvadoregni

Dopo aver inizialmente impiegato guatemaltechi e salvadoregni per combattere il narcotraffico e guerriglia nel Paese, gli Stati Uniti hanno iniziato a puntare sui colombiani: dal 2000 al 2018, nell’ambito del Plan Colombia, Washington ha addestrato più di 107.640 soldati colombiani. Come risultato Bogotà ha avuto a disposizione, per decenni, contingenti militari numerosi i cui effettivi sono andati a ruba per l’ineguagliabile esperienza operativa e per l’estrema economicità: un colombiano costa la metà o, addirittura, un quarto di un operatore americano o britannico.

Soldati di ventura per mangiare

«Provenienti dalle fasce più povere della popolazione e con scarse alternative professionali, i militari colombiani hanno ben presto capito che avrebbero potuto, come minimo, decuplicare i propri stipendi lavorando per i privati, arrivando anche a 3.000-5.000 dollari al mese. Si è assistito, così, ad un vero e proprio esodo verso la più remunerativa sicurezza privata», scrive Orizio.

Sistema Convivir, Chiquita e Coca Cola

Un settore armato incentivato anche dalle multinazionali come Chiquita (la ex United Fruit Company), Drummond e Coca-Cola, ma anche da Bogotà e Washington stesse. Secondo un rapporto del 2011 della Commissione del Senato degli Stati Uniti sulla sicurezza nazionale, tra il 2005 e il 2009 il Governo federale ha speso 3,1 miliardi di dollari in contratti coi privati per il contrasto al narcotraffico in America Latina; le maggiori beneficiarie sono state società colombiane.

E il Governo colombiano ha aiutato offrendo sistematicamente taglie sulla testa di leader ed importanti esponenti dei gruppi rivoluzionari.

Colombia export armato

Colombia leader nel settore. Nel 2014 vi erano circa 740 società di sicurezza privata in Colombia, mentre nel 2018, dopo agli accordi di pace del 2016 con le FARC, il volume d’affari è stato valutato in 11,1 miliardi di dollari, con stime di crescita fino ai 47,2 miliardi entro il 2024. Ma oltre alla lotta al narcotraffico e al terrorismo finanziate dagli USA, i contractors colombiani hanno partecipato a diversi conflitti internazionali, legalmente (come in Iraq e Afghanistan) o meno (come nello Yemen e in Libia).

Blackwater arruolatore in conto terzi

Nel 2011 Erik Prince, fondatore della Blackwater, attraverso la Reflex Response o R2 aveva reclutato circa 500 ex militari delle Forze Armate colombiane per conto degli Emirati Arabi Uniti. Un contratto da 529 milioni di dollari per la creazione di una “legione straniera”, con una propria aviazione e marina, posta al comando del principe di Abu Dhabi, bin Zayed al-Nahyan per rafforzare l’apparato difensivo del Paese. I colombiani hanno anche protetto gli interessi dei proprietari terrieri in Honduras dopo il golpe del 2009 e hanno fatto da guardie del corpo anche a criminali e narcotrafficanti come Los Zetas o del Cartello Jalisco Nueva Generación.

Golpe in Venezuela

«Tra il 3 e il 4 maggio 2020 una sessantina di disertori venezuelani armati sono salpati dalla Colombia con due imbarcazioni alla volta del Venezuela. Il loro obiettivo era la cattura del presidente Nicolás Maduro la sua consegna agli americani ed il trasferimento di potere a Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea Nazionale e presidente designato del Venezuela da una moltitudine di Paesi. Un’operazione che avrebbe goduto del supporto dell’amministrazione Trump». Intercettati dalle forze di sicurezza venezuelane, 8 degli assaltatori uccisi e 17 arrestati.

Gli americani al comando

Tra gli arrestati Airan Berry e Luke Denman, entrambi texani, ex operatori delle forze speciali americane e contractors della Silvercorp USA, compagnia di sicurezza privata di Melbourne, Florida. Ai vertici di quella che è stata denominata Operation Gideon (o Macutazo), Jordan Goudreau, proprietario di Silvercorp USA, ex berretto verde e veterano pluridecorato di Afghanistan ed Iraq. La sponsorizzazione Usa al fallito golpe confermata sul fronte soldi, quando, mancando certi pagamenti, l’operazione è andata avanti garantendo la taglia multimiliardaria posta dagli Stati Uniti in capo a Maduro e 4 dei suoi principali luogotenenti.

Bolivia,’ The Intercept’

“Bolivia project”, un tentativo di golpe pianificato da Luis Fernando López, ex ministro della Difesa boliviano, denunciato dalla rivista online americana The Intercept. López avrebbe cercato d’impedire il ritorno al potere del partito MAS – Movimiento al Socialismo – del deposto presidente Evo Morales attraverso centinaia – o addirittura migliaia – di contractors. I mercenari sarebbero stati trasportati nel Paese con aerei militari boliviani dalla base aerea di Homestead, Florida, e avrebbero sovvertito i risultati delle elezioni dell’ottobre 2020 che hanno portato Luis Arce alla presidenza del Paese con il 55% dei voti.

Gli Stati Uniti dei mercenari planetari

Sempre da Analisi Difesa: «Nel solo 2018 il Dipartimento di Stato americano e quello della Difesa hanno addestrato circa 62.700 operatori di sicurezza stranieri, provenienti da 155 Paesi. Gli Stati Uniti reputano questi programmi di addestramento degli strumenti efficaci della loro politica estera». ‘Effetti collaterali’: futuri assassini, terroristi, golpisti o dittatori pronti a beneficiare dell’addestramento americano per commettere crimini contro l’umanità o conquistare il potere in contesti politici fragili.

I leader degli ultimi due golpe militari in Mali (2012 e 2020) avevano partecipato a programmi di addestramento degli americani. Per non parlare di Egitto, Nigeria, Indonesia, Filippine ecc.

Dilettanti allo sbaraglio

La cosa più preoccupante che emerge da questi “golpe improvvisati” – conclude Pietro Orizio – è come sempre più governi, attori non statuali e, addirittura, privati cittadini con sufficienti disponibilità economiche possano avviare un’insurrezione o un colpo di stato, reprimere popolazioni o assassinare leader stranieri. Con l’estrema facilità con cui piccole società di sicurezza possono addestrare, armare e dispiegare uomini per operazioni così delicate.

Il prossimo episodio è solo questione di tempo, avverte Sean McFate, esperto di PMSC ed ex contractor: “è il momento dei dilettanti!”

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1 Commento

  • Scusate nel paragrafo “Bolivia, The Intercept” il signor Luis Fernando Lopez ha organizzato e mandato mercenari per non far salire al potere il MAS ed attraverso l’uso di mercenari hanno sovvertito le elezioni boliviane facendo eleggere Luis Arce. Così capisco leggendo l’articolo. Se non ricordo male, Luis Arce è stato eletto nelle file del MAS ed era stato il ministro dell’economia nel governo Morales.
    Mi sono perso qualcosa?

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