Quando i parigini si arrabbiano e l’attualità inciampa nella storia

Francia in crisi di democrazia. Con Macron che sui conti delle pensioni forse qualche ragione ce l’ha, ma non ha la forza e l’umiltà di trattare con chi la crisi…

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Iran, la rivolta giovanile verso la rivoluzione. Molotov sulla casa di Khomeini, a fuoco i simboli del regime

Le immagini dell’edificio in fiamme fanno il giro dei social media. Continuano gli scioperi nei bazar, da Teheran a Mashad e Tabriz. Studenti ancora in prima linea. In Kurdistan ucciso…

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POLEMOS, TERRRAPIATTISMO ETICO
Terrapiattismo etico e rivoluzione tramite corriere

Vorrei parlarvi ancora di Amazon. E di come è triste e conformista il mondo che ci circonda. Per una convenienza dello zero virgola zero zero uno, le persone si mettono…

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Il 25 aprile più vicino, 1974 Liberazione del Portogallo-Rivoluzione dei garofani: «Grândola vila morena»

Lisbona, 25 aprile 1974. A mezzanotte e dieci la radio portoghese trasmette una canzone che, pur essendo in libera vendita, non era trasmessa né eseguita in pubblico. Qualche censore insonne…

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Praga, 30 anni dalla sua rivoluzione la piazza non celebra ma protesta

Trent´anni dopo la ‘rivoluzione di velluto’ che nel novembre 1989 rovesciò la dittatura comunista antigorbacioviana, Praga torna in piazza non per celebrare ma contro l’attuale governo contro il premier-tycoon-autocrate Andrej Babis e contro i suoi alleati sovranisti del gruppo di Viségrad (i leader di Polonia e Ungheria, Jaroslaw Kaczynski e Viktor Orbán)

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Favole Umane per la rivoluzione che, prima o poi, forse verrà

Dal sogno d’un utopista dell’inizio del secolo passato, il richiamo a uscir fuori da convenzioni e ipocrisie e a battersi per un mondo più giusto. Nelle Favole Umane, di Giovanni De Nava, la stessa speranza rivoluzionaria del Quarto Stato di Volpedo. E un messaggio molto attuale: socialismo e cristianesimo, ma nelle loro forme più radicali, per cambiare il mondo.

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Ali Shari’ati motore ideologico della rivoluzione iraniana e di Khomeini

Quarantesimo anniversario della Rivoluzione Iraniana, l’11 febbraio 1979 il giorno di celebrazione ufficiale, in una successione di eventi concatenati.
Prova ad aiutarci a capire le complessità di quanto accadde allora, Giuseppe Santomartino, uno studioso di questioni islamiche formato all’Istituto universitario orientale di Napoli, e una carriere militare con alte responsabilità in giro per il mondo.
Un pezzo forse ‘non facile’, ma certo di grande utilità per chi voglia meglio capire e approfondire le complessità dell’islam radicale e dei fenomeni devianti ad esso associati (jihadismo e terrorismo), spesso trattati superficialmente da gran parte di noi Media.
Con la speranza che questo sia solo un inizio di collaborazione fattiva.

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Libertè, egalitè, fraternitè 1789, ma i migranti erano schiavi

14 luglio 1789 a Parigi, l’inizio della Rivoluzione francese, lo spartiacque simbolico tra l’età moderna e l’età contemporanea.
-Libertè, egalitè, fraternitè, ma ancora aspirazione per i bianchi, mentre i migranti d’allora arrivavano costretti come schiavi.
-Il percorso dell’emancipazione degli schiavi prima e dopo la presa della Bastiglia.

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Contro la costruzione del consenso, per la bellezza

I tempi saranno elettorali, ma non sfugge a nessuno la drammaticità delle proposte. L’inutilità del dibattito, la pochezza del livello culturale che sembra quasi un danno collaterale di comunicazione. La macchina del consenso non prevede alcun cambiamento. Solo obbedienza e bruttezza. Riflessione controcorrente.

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40 anni dallo Scià agli Ayatollah e Trump nell’Iran pre rivoluzione

Una foto che vale un titolo: quando in Iran Trump voleva un casinò. 1978, l’anno della rivoluzione iraniana. L’impero dello Scià Reza Palavi traballa, ma l’Occidente ancora non se n’è accorto. A Teheran per aprire un casinò troviamo anche l’intraprendente giovane imprenditore Donald Trump con gli attori Jack Nicolson e Warren Baatty.
A dicembre invece arriverà l’Ayatollah Komeini.

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Coraggio bambini, imparate a fare le cose difficili

Polemos parla ancora di rivoluzione e di bambini. Della bellezza dei semi da coltivare, con la pazienza e la cura necessaria per guardare al futuro. Fuori dall’incubo del pessimismo che crea assuefazione e produce razzismo, xenofobia, obbedienza diffusa e ignoranza tra i cittadini.

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Contro le disneyland di pietra, storia e uomini

Le nostre città, i borghi ricchi di storia e bellezza, non sono location. Sono luoghi dell’abitare. Contro l’accanimento terapeutico di chi vuole monetizzare anche l’aria, rispondiamo con l’arte e la politica, con la grandezza dei millenni, l’amore per la storia e per il futuro dei nostri figli.

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I padri tonti abbattono alberi, i bimbi rivoluzionari li piantano

Polemos affronta il tema della rivoluzione. Per rovesciare la dittatura della bruttezza distruttiva degli adulti, occorrono i bambini rivoluzionari con la loro visione pura della vita. E con loro gli artisti-bimbi, i poeti, i narratori che non temono l’influsso spietato della cultura dominante.

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100 anni fa in Russia la rivoluzione ordinata da Vienna

A 100 anni dall’ormai celebrata ‘Rivoluzione d’ottobre’ in Russia che da sempre ci fa litigare col calendario che la fa cadere da noi in novembre.
L’appuntamento settimanale di ‘C’era una volta’ in forte ritardo sulle rievocazioni, cerca almeno di essere originali.
Geopolitica della Sachertorte: Lev Trotsky e il Cafè Central a Vienna.

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Per sconfiggere un potere devi comprenderne la logica

Polemos non si accontenta delle mezze notizie, dell’approssimazione necessaria e affronta a mani nude la filosofia di vita edonistica, permissiva e trasgressiva, che ha meglio interpretato lo spirito nuovo del capitalismo. E lo fa parlando di un libro geniale e potente di Gianfranco Marelli: “L’amara vittoria del situazionismo”.

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Elogio della mitezza e del conflitto

Del perché i peggiori imbecilli che incontriamo sono arroganti e saccenti, tronfi di ignoranza, nei modi e nel pensiero. E delle virtù rivoluzionarie della mitezza e del conflitto come forme di relazione umana; imparando a dire no, a non accettare passivamente, ma a difendere le proprie idee e il diritto degli altri ad averne. Diversa è la via della fermezza e del pensiero critico estremo rispetto alla pacificazione stolta che crea ferocia sociale e repressione.

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