Non solo Perego: la Rai del vuoto a perdere

Scoppia il caso Paola Perego, e l’Italia ‘normale’ (se ha ancora senso la parola) scopre che simile scemenza esisteva e andava in onda. Adesso il Dg Rai (che scopri esiste) annuncia: ‘Parliamone sabato’ chiude. Bufera dopo la trasmissione sulle donne dell’est da marito, nella rubrica della Vita in diretta, che umilia il mondo femminile con costante pettegolume scemo. La presidente Rai Maggioni si offende da donna. Dg e Presidente, scopriamo, non guardano la Tv che producono e cosa mettono in onda in certe fasce orarie.

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La nuova convenzione Rai per la tv post web

Schema di convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI per la concessione del servizio pubblico televisivo, radiofonico e multimediale. Titolo ufficiale e impegnativo che Andrea Melodia, una vita in Rai e un impegno da sempre nell’Ucsi, l’associazione stampa cattolica, riprende per farlo a pezzettini. Nel senso di sminuzzarlo, analizzarlo in tutte le sue parti, anche le meno evidenti.
Lettura impegnativa ma utile anche per noi, semplici utenti, interessati a capire qualcosa in più di ciò che la Rai-servizio pubblico ci offre e ci offrirà da qui ai prossimi 10 anni. Vale la pena di provare a leggerlo.

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Ai vertici Rai stipendi ‘socialisti’, ma non provate a piangere

Rai socialista nel senso del tutti uguali o quasi, visto che parliamo solo di superstipendi. Poco socialista la cifra massima consentita ai più in alto. 240 mila euro anno, il tetto massimo di retribuzione Rai, e non sono bruscolini. Certo, per chi come l’ad Campo Dall’Orto, il ‘dimagrimento’ dello stipendio arriva a 400 mila e passa, la dieta risulta pesante. Dubbio: ad essere sconvolgente, quei 400 mila euro di taglio, o quei 650 mila che qualcuno aveva deciso che dovesse guadagnare, prima dei tagli, l’ineffabile personaggio?

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Rai, tagli ai compensi delle Star. Verità o un pacco?

Il Consiglio di amministrazione Rai taglia i compensi agli ‘artisti’, con contratti d’oro: “Da aprile scatterà il tetto anche per voi” Il limite, fissato a 240 mila euro, che è già stato applicato ai manager interni, direttore generale e Presidente compresi. Per le star di trasmissioni di grandi ascolti, compensi spesso milionari. Tra loro Conti, Fazio, Insinna, Clerici, Vespa, Giletti, Piero e Alberto Angela, Amadeus, Annunziata

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La Rai di Renzi, la Rai da salvare e il Grillo sparlante

Per fortuna sta arrivando la Befana che le feste si porta via, e con le feste, speriamo, anche quel po’ di scemenze per vacanza da buon senso. Esempio, l’uscita di Beppe Grillo sulla “giuria popolare per le balle dei media”.
Qualche malizioso parla di una nuova strategia della Casaleggio: fare della Raggi una martire. Pronta l’operazione mediatica “Giovanna D’Arco”.
In realtà, la notizia chiave per il futuro incerto dell’informazione in Italia è un’altra, come avevamo già accennato ieri e come ci aiuta meglio a capire Andrea Melodia. Il fallimento sostanziale delle scelte di Renzi rispetto alla Rai. Campo Dall’Orto che con Verdelli ha fallito una parte essenziale del suo mandato. Un addio che tira l’altro?

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Non solo Campidoglio, Marra consulente nella Rai berlusconiana

Non solo Compidoglio per Raffele Marra ex braccio destro della sindaca Raggi, attualmente detenuto a Rebibbia. Anche una ricca e insensata consulenza in Rai. Sempre e comunque nel sottobosco della politica l’ex Guardia di Finanza Marra, anche quando, in lite immobiliare con un precedente sindaco di Roma, finisce lussuosamente parcheggiato in Rai. A fare che e con l’appoggio di chi? Oltre al Dg Mauro Masi che ha firmato un assurdo contratto di consulenza. Una storia tutta ancora da investigare.

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Rai, corrispondenti esteri in campo (di calcio) e altro

Piccole curiosità dal mondo Rai che non cessa mai di stupire per le forzature al semplice buon senso. Piccole storie segno di grande sbandamento, di anarchia e a volte di pura sfacciataggine. Esempio: l’ex direttore di Rai sport nominato corrispondente a Gerusalemme in aggiunta a Piero Marrazzo. Per raccontarci del molto dinamitardo campionato mediorientale?
Oppure, piccolo gossip, il Tg1 che manda il neo corrispondente da Parigi in trasferta a Mosca dove c’è altro corrispondente per intervistare Gorbaciov. Razionalità, correttezza ed economia. Proviamo a riderci sopra

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Riforma Rai a rivelazioni stampa. Deludente solo la sintesi?

L’anticipazione dell’Espresso sul nuovo piano editoriale Rai formalmente sconoscito allo stesso CdA. Fuga di notizie presumibilmente pilotata, tra le ipotesi di Andrea Melodia, che i piani alti di Viale Mazzini ha frequentato a lungo. Assaggi di gradimento, ma molta ‘nouvelle cousine’ di ricette antiche, e volte indigeste e spesso mal rivisitate. Vedi il riciclaggio del Tg2 a Milano, vecchia dai tempi di Craxi. Molto più composta di questa sintesi l’analisi di Andrea Malodia che suggerisce come esempio ai vertici Rai la riforma del settore in Vaticano. ‘Monsignore cercasi’, anche per la Rai? Qualche benedizione certo non guasterebbe.

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Rai, addio Politics, ora i conti con gli ‘inventori’ della tv

Una successione di fallimenti televisivi accompagnati da spocchia ed arroganza. Qualcuno paga oggi (poco), ma il conto vero deve ancora arrivare. Chi quelle scelte ha  imposto. Mai nessuno che paghi? RAI 3 ora ha deciso: Politics chiude a dicembre, Gianluca Semprini sbarca a Rai News 24, e già la redazione è in sommossa. In discussione la direzione della Rete, Daria Bignardi, che ha portato Rai3, seconda rete per ascolti, a numeri da Tele Ciocco. Prossimo giro, dovrebbe toccare al ‘super Dg’ (per poteri) Campo Dall’Orto, che, come dicono in Rai,  ‘ne avesse azzeccato una’. Ora, atterrato da 650 mila euro anno ai 240 mila per legge, benefits compresi, forse qualcuno tra gennaio e febbraio se lo compra. Visto che anche Renzi non lo ama più, e se il referendum va come sembra…

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«Tg Renzi» più di Berlusconi. Rai, lottizzazioni e servilismo

Sui telegiornali Rai il premier occupa il 24% del ‘tempo di parola’ e il 36% del ‘tempo di notizia’. Lo dicono i dati dell’Agcom. Quando Minzolini dirigeva il Tg1, Berlusconi non aveva così tanto tempo a disposizione, ed è tutto dire. Il Tg2 ‘di destra’ che batte il Tg1 in attenzioni renziane, pur rimanendo l’ammiraglia Rai ‘House organ’ di Palazzo Chigi. In precedenza l’Agcom era stata accusata di aver ritardato la consegna dei dati alla commissione di Vigilanza. Dati di questa estate, nei telegiornali Rai: per il No solo il 22% del tempo di notizia. A chi sostiene il Si tutto il resto. E Renzi e Boschi che da soli coprono i due terzi dell’area dei favorevoli, vedremo se a vincere o a perdere.

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Rai, tagli ai superstipendi e agli inviati inutili?

Rai: gli stipendi avranno un limite massimo di 240 mila euro. Forse. La tagliola scatterà dal 15 novembre (dovrebbe), coinvolti direttori e dirigenti. Sui compensi degli artisti è tutt’altra partita. La polemica degli inviati al seguito del Papa in Svezia: 23 tra giornalisti e operatori. E adesso aspettiamo i numeri della marea presidenziale americana con direttori in campo e viaggi di consolazione.

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La ‘Telepolitica’ nella ‘NonTv’

Overdose di politica in Tv, e il pubblico la scansa a colpi di telecomando. Soprattutto la politica raccontata con spocchia. ‘A domanda rispondi e guai a te se sgarri’, era più o meno l’infelice lancio di Politics. L’indifendibile ‘Politics’ su Rai Tre che sta per costare la carriera a due professionisti appena paracadutati in Rai, il conduttore Semprini, la direttora di Rete Bignardi, mentre il dg che voleva reinventare la Tv, Campo Dall’Orto, cerca ancora di salvarli non sapendo come girare la frittata di 682.000 telespettatori, che sono poco più del monoscopio al martedì in prima serata.

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L’informazione e la Rai, un futuro credibile?

Criticità diffuse: sfiducia nelle istituzioni, populismo, disaffezione verso l’Europa, trovare lavoro e fonti di informazione affidabili, quindi anche la Rai. Andrea Melodia, esponente dell’Ucsi, stampa cattolica, sulla Rai, di cui è stato dirigente, vola alto senza senza però concedere sconti sulle cose che andavano e andrebbero fatte che sono state invece accantonate. Pezzo da ‘terza pagina’, dopo le ire di Remocontro ieri, sulla scemenza di vincoli contrattuali violati nel caso Semprini per puro ‘bullismo dirigenziale’.

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Rai, inciampo dopo inciampo, casca su Semprini

Era l’ondata innovativa dalla ‘tv concorrente’ da importare in Rai. Come al supermercato, compri uno ma talla cassa te ne trovi due o tre. Arrivi da la Sette o da Sky, da Daria Bignardi all’ennesimo conduttore esterno per settimanali Rai che poi, sistematicamente, falliscono. Questi ultimi almeno la televisione l’hanno fatta, oltre che vista. Ma nel caso del povero Gianluca Semprini, conduttore di Politics, è accaduto di più e di peggio, colpevoli, un gruppo dirigente di sprovveduti o di incapaci. Vediamo come.

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La Rai e le regole: dopo i superstipendi i dirigenti esterni

Prima la bagarre ferragostana sui superstipendi che alla fine non ha tolto un soldo di tasca a nessuno. Con la vendemmia arriva il pasticcio delle assunzioni di dirigenti esterni fuori da regole e procedure, accusa l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Problemi sempre più evidenti di credibilità da parte di un gruppo dirigente che sembra aver interpretato il rinnovamento dei vertici aziendali con l’assunzione di amici degli amici o personali o aziendali.

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GIOSTRA RAI, nuove nomine antiche vergogne

«OCCUPAZIONE DI POSTI E LOTTIZZAZIONE SENZA NESSUN PROGETTO», denunciano Fnsi e Usigrai. Nuovi direttori dei Tg Rai, Ida Colucci al Tg2, Luca Mazzà al Tg3, Andrea Montanari a Radio 1 Giornale radio e Nicoletta Manzione, a Rai Parlamento, sono i nuovi direttori delle testate giornalistiche Rai. Con 6 voti favorevoli e 3 contrari, il Cda dell’azienda ha approvato il pacchetto di nomine proposto ieri dal Dg Campo Dall’Orto nonostante il difficile clima registrato in Commissione di Vigilanza.

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Remocontro