Espulsi 35 diplomatici-spia russi per interferenze sul voto Usa

LA MINI GUERRA FREDDA DI OBAMA 3 SETTIMANE PRIMA DELL’ADDIO –
Gli Stati Uniti hanno annunciato che 35 diplomatici russi devono lasciare Washington nelle prossime 72 ore. È la prima misura decisa dall’amministrazione Obama che reagisce dopo le presunte ingerenze di Mosca nel voto per la Casa Bianca. Due centri russi a New York e nel Maryland saranno chiusi. Il Cremlino annuncia ritorsioni

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Putin ‘superburattinaio’, le elezioni Usa e le sanzioni di Obama

L’amministrazione Obama ha annunciato una serie di sanzioni destinate a punire la Russia e il presidente Putin, con l’accusa di ingerenza nelle elezioni americane. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali la Casa Bianca potrebbe annunciare le misure, incluse sanzioni economiche e censura diplomatica, entro la fine della settimana.

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Terre della natività, colonie israeliane illegali dice l’Onu

Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, sono territori occupati.

L’Onu vota contro le colonie d’Israele, storica astensione degli Usa. L’ira di Trump: “Le cose andranno diversamente dopo il 20 gennaio”. Netanyahu: Israele non rispetterà la risoluzione. Ne ha mai rispettato una?

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Obama e l’utile nemico Putin pensando a Trump

Conferenza stampa di fine anno e fine mandato di Barak Obama alla Casa Cianca. Obama problematico come sempre, aggressivo soltanto nei confronti dell’utile nemico Putin a darsi immagine di forza, con molti spunti di carattere personale già rivolti più alla storia che alla politica.
In attesa del 20 gennaio 2017 della sua formale liberazione.

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Se l’Iran con Trump ridiventa ‘cattivo’

Un disgelo tra Stati Uniti e Iran durato un frammento di storia, l’accordo sul nucleare che ora la nuova amministrazione Usa vorrebbe mettere in discussione. Si riaffaccia il Grande Satana (come Khomeini definì gli Usa nel 1979) contro uno dei perni dell’Asse del Male (come George W, Bush battezzò i principali nemici degli Usa). Dopo la distensione tra Barack Obama e il neo presidente Hassan Rouhani, si torna alla ‘guerra fredda’?
Pressioni su Trump da 76 esperti statunitensi di sicurezza nazionale per il mantenimento dell’accordo sul nucleare e sulla volontà espressa da Trump di distendere i toni con la Russia e combattere insieme Isis e jihadisti sunniti, nemici acerrimi anche dell’Iran sciita.

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Obama, ultimo viaggio in Europa a ‘spiegare’ Trump

Obama, ultimo viaggio da presidente in Europa a cercare di rassicurare alleati sugli Stati Uniti che hanno eletto Trump. Dopo che per mesi aveva raccolto le preoccupazioni dei leader internazionali sulla candidatura dell’allora improbabile Presidente definendolo totalmente inadatto alla Casa Bianca. Ora Barack Obama presidente uscente, prova a rassicurare gli alleati su un’America divisa che continua a scendere in piazza da subito contro quello che si prepara.

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Obama e il fantasma di Saddam

L’Isis resiste a Mosul grazie all’aiuto offerto dagli ex generali di Saddam Hussein. Gli Usa davanti a un muro di gomma. Le milizie sciite pronte a entrare nei combattimenti. L’Isis potrebbe lanciare missili con una gittata di 500 chilometri in tutte le direzioni, da Baghdad fino a Israele. Le brigate Al-Qods del leggendario generale iraniano Qassem Soleimani a chiudere il corridoio di Tel Afar, verso la Siria. Perso per perso fa perso al quadrato?

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Verso la battaglia di Mosul, ma il dopo è rischio Iraq

Obama ha avvertito: “La battaglia sarà dura. Mosul è una grande città e l’Is si è profondamente radicato”. Problema vincere, ma soprattutto, non perdere dopo aver vinto. Quesito chiave: cosa succederà se l’operazione dovesse avere successo? Cosa accadrà in Iraq tra le diverse componenti etniche e religiose del Paese di fatto quasi disgregato tra un sud sciita con Bassora capitale, un centro sunnita attorno a Baghdad ma senza petrolio, e un nord curdo sempre più separatista e indipendente? Nella foto, un convoglio dell’esercito iracheno avanza verso Mosul per combattere contro i jihadisti del gruppo Stato islamico.

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Usa, servizi segreti ‘scolapasta’ e gli hacker russi

Un alto funzionario della NSA ha depredato il database dell’agenzia di intelligence. Gravemente compromessa la sicurezza nazionale per la fuga di notizie. Contemporaneamente la Casa Bianca ha accusato formalmente il governo russo di essere dietro all’operazione hacker che ha colpito i vertici del Partito democratico. Un’incursione accompagnata dalla diffusione di email sul sito di Wikileaks. Dubbio: hacker russi o traditori di casa? O le due cose assieme? E perché proprio russi e non i cinesi, o chiunque altro? Adesso leggete quello che ha da raccontarci Piero Orteca per rimanere davvero allibiti.

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19 ottobre attacco a Mosul, lo strano segreto strombazzato

Ordine di servizio del Presidente americano Obama diramato al Pentagono e al suo Stato maggiore. Forse avvisando i jihadisti gli Usa sperano di convincere i loro avversari a ritirarsi prima, considera Piero Orteca. Le rivelazioni israeliane forniscono dettagli alla ormai prossima verifica. Alla battaglia di Mosul dovrebbero partecipare quasi 12mila soldati Usa delle forze d’élite. Timori per l’uso di armi chimiche da parte dei Isis, come già avvenuto altre 20 volte. Il ruolo della Turchia e della Russia. L’asse Erdogan Putin che preoccupa Washington e la Nato.

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La Palestina che non c’è al funerale dell’israeliano Peres

«Il popolo ebraico non è destinato a occupare, a governare un altro popolo… abbiamo un’altra storia e tradizione come popoli, noi siamo nati contro lo schiavismo»: la frase di Barack Obama che pronunciava l’orazione funebre per l’ex presidente israeliano Shimon Peres è piombata su una cerimonia ufficiale ingessata e tutta rivolta alla memoria. Ma c’è un futuro rimosso, quello dei palestinesi e dello Stato di Palestina, che ancora preme. Sulla questione israelo palestinese, l’avvio di un approfondimento di Aldo Madia

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Arrabbiatissimo Obama a caccia di traditori sulla Siria

‘ERRORE MIRATO’ – In America qualcuno gioca sporco sulla Siria. Lo sospetta Obama prima di Orteca. Quel bombardamento americano contro l’esercito di Assad. Il Califfo ringrazia e la Casa Bianca ordina un’inchiesta. Una azione che mette a rischio l’intesa con Putin per una soluzione in Siria. Chi ha dato l’ordine di prendere di mira gli “anti-Isis”? Le spiate israeliane e i sospetti di opportunismo di parte dei vertici politico militari che si preparano ad una svolta presidenziale più interventista.

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L’ultimo Obama all’Onu: attenti a Putin e Trump

Obama per l’ultima volta all’Onu in veste di presidente. Quasi un testamento politico per il mondo. Molto buonismo e qualche veleno. Rifugiati, fenomeno chiave del secolo: ”Dobbiamo fare di più”. Poi gli ammonimenti: alla Russia che ha detto “sta cercando di riguadagnare la gloria perduta tramite la forza”. E infine Putin e Trump assieme: “No agli uomini forti e a modelli di società guidate dall’alto”.

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Stati Uniti nei guai tra Hillary, Trump e terrorismo

Stati Uniti: terrorismo in casa e terrorismo di casa, ci raccontano i non ancora chiariti attentati di New York e New Jersey. D’altro canto, ci ricorda Piero Orteca, John Brennan (Direttore della Cia) e Nick Rasmussen (responsabile dell’Antiterrorismo alla Casa Bianca), hanno detto che tempi terribili ci attendono. Indipendentemente da chi si siederà nello Studio Ovale. Ma nel sofferto cambio della guardia, gli Stati Uniti traballano e in molti nel mondo temono un vuoto di potere nel dopo-Obama.

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Obama Amleto: Turchia fuori dalla Nato o i curdi fuori dalla guerra?

I CURDI AGLI USA: O FERMATE ERDOGAN O CONTRO ISIS CI MANDATE I MARINES –
Ultimo G20 di Obama, e ultime pezze sperando non siano peggio dei buchi. Dilemma americano: ricucire prima con la Turchia per tenerla nella Nato o prima con i curdi per tenerli sul campi di battaglia contro Isis? Obama oggi in Cina, al G-20, incontrerà il Presidente Erdogan, che continua a lanciare avvertimenti. Mentre i curdi traditi dagli americani hanno minacciato di ritirarsi dalla guerra contro il Califfato. Confusione massima.

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Libia, guerra sottocasa e Sigonella in campo

QUELLO CHE L’ITALIA NON SA. 
Dunque gli Stati Uniti tornano sul luogo del misfatto e bombardano le postazioni dello Stato Islamico a Sirte, ultimo vero baluardo delle forze jihadiste in Libia. Mossa che prelude a nuovi raid anche dalla base italiana di Sigonella, su cui l’Italia dovrà decidere presto e senza trucchi. Troppe cose non dette sulla decisione americana di guerra sotto casa nostra. Proviamo a svelarne alcune.

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Remocontro