Mosul in cambio di Aleppo?

Notizia mangia notizia, e il cannibalismo informativo esalta la sua crudeltà di rimozione emotiva sulla strage di Aleppo e sul genocidio in corso nello Yemen. La conquista di Mosul, un ‘serial’ con altri e bassi che ci accompagnerà sino a Natale, mentre altre guerre vicine si avviano alla loro conclusione cruenta senza troppe fastidiose reazioni di opinione pubblica. Ad immaginare, ad esempio, uno scambio strategico tra Mosul e Aleppo, mercato inconfessabile tra Washington e Mosca.

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Quella diga in mani italiane alle spalle di Mosul. I conti in tasca

Quaranta chilometri a nord di Mosul. Zona ancora Isis, anche se l’area è ora sotto controllo dei peshmerga curdi. Alla diga ‘Saddam Hussein’, anche se adesso nessuno la chiama più con quel nome. Cosa stanno facendo lì tutti quegli italiani ai margini della grande battaglia? I tecnici della Trevi che dovrebbero salvare la diga e i 500 soldati per lo loro sicurezza, alle porte dell’inferno che sta per scatenarsi lì attorno. Perché non sarà affatto una partita né facile, né scontata quella battaglia.

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Mosul battaglia con trucco: cosa non ci dicono

Trombettieri, orchestra e coro. Trombone: “L’ora della vittoria è arrivata”, dichiara il primo ministro iracheno Haider Al Abadi. Coro e applausi. Ma è così facile e scontata la battaglia appena iniziata? Un po’ di numeri e qualche preoccupazione italiana attorno alla diga di Mosul.

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Alla riconquista di Mosul: i problemi durante e dopo

Scattata nella notte l’operazione per liberare Mosul, annuncia il primo ministro iracheno Al Habadi. La più grande e impegnativa battaglia di terra contro il gruppo Stato islamico. E non sarà impresa facile. Combattenti curdi peshmerga, appoggiati dall’esercito iracheno e dalle milizie sciite, e coperti dalle operazioni aeree statunitensi. Preoccupazioni per la situazione umanitaria, con un milione di civili potrebbe essere coinvolto nei combattimenti.

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Una guerra tira l’altra: alta tensione tra Baghdad e Ankara

Baghdad minaccia apertamente: «La presenza di un contingente militare turco nell’Iraq settentrionale senza il nostro benestare, rischia di far scoppiare un “conflitto regionale” dalle ripercussioni potenzialmente catastrofiche». L’avvertimento sullo sfondo della ormai imminente offensiva su Mosul, l’ultima roccaforte Isis in Iraq, con i probabili vincitori che già litigano per l’eredità.

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L’Isis ora guarda ai nuovi paradisi asiatici

Il 19 ottobre dovrebbe scattare l’attacco occidentale a Mosul, la ‘capitale’ Isis in un Iraq sempre più piccolo per i jihadisti. Domenica le rivelazioni da fonte israeliana di un ordine di servizio del Presidente americano Obama diramato al Pentagono e al suo Stato maggiore. ‘Forse, avvisando i jihadisti gli Usa sperano di convincere i loro avversari a ritirarsi prima’, aveva ipotizzato Piero Orteca. Che oggi ci racconta di come, i terroristi più importanti pare stiano già preparando le valige, pronti ad un trasloco verso terre islamiche più favorevoli dove imporre il loro Stato Islamico, magari potenza islamica e atomica com’è il Pakistan.

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19 ottobre attacco a Mosul, lo strano segreto strombazzato

Ordine di servizio del Presidente americano Obama diramato al Pentagono e al suo Stato maggiore. Forse avvisando i jihadisti gli Usa sperano di convincere i loro avversari a ritirarsi prima, considera Piero Orteca. Le rivelazioni israeliane forniscono dettagli alla ormai prossima verifica. Alla battaglia di Mosul dovrebbero partecipare quasi 12mila soldati Usa delle forze d’élite. Timori per l’uso di armi chimiche da parte dei Isis, come già avvenuto altre 20 volte. Il ruolo della Turchia e della Russia. L’asse Erdogan Putin che preoccupa Washington e la Nato.

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Aleppo e Mosul battaglie finali, un nuovo milione di profughi

La guerra non va in vacanza. Anzi. Allarme della Croce Rossa a Mosul in Iraq: «Un milione di persone fuggiranno dalla battaglia finale tra Stato Islamico e Baghdad». Mentre la Siria non viene risparmiata da nessuno: 2 civili uccisi in raid del governo su una clinica di Save The Children, 24 giustiziati dall’Isis e 28 massacrati dalle bombe Usa, elenca il Manifesto. A ognuno i suoi cadaveri.

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Mosul, 29 giugno 2014, nasce il Califfato di Al Baghdadi

Due anni fa i miliziani dello Stato Islamico entravano a Mosul e cambiavano il volto di Siria e Iraq e la percezione di sicurezza sul pianeta. Oggi quei miliziani, combattuti da mezzo mondo, sono ancora lì. Una sconfitta militare prossima, contrastata da un terrorismo incontrollabile di disperati feroci e allo sbando

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Frau Merkel in Turchia contro la Russia. Orrori siriani e a Mosul

Pur di tenere lontani i profughi siriani che aveva accolto a braccia aperte per poi pentirsi, Angela Merkel, in Turchia, si dice ‘inorridita’ dai raid russi, che certamente vanno con la mano pesante ad Aleppo, ma si dimentica della barbarie del Califfato e dei jihadisti. Poi, coinvolgere la Nato per fermare la massa dei profughi ma soprattutto creare quella ‘zona cuscinetto’ anti curda in Siria. L’Onu accusa la Siria, il governo e le opposizioni in genere, di crimini contro l’umanità per il trattamento dei prigionieri. A Mosul i jihadisti dell’Isis hanno massacrato, almeno 300 persone

 

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Operazione Diga Saddam
Guerra d’affari in Iraq

La «Diga Saddam», questo il suo nome originario. Il più grande serbatoio d’acqua artificiale dell’Iraq. Diga a 35 chilometri da Mosul, capitale del califfato. Missione militare operativa sul terreno tra marzo e aprile. Un battaglione di paracadutisti della brigata Folgore e 50 milioni anno

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Soldati turchi in Iraq
Erdogan litiga col mondo

Alta tensione tra Turchia e Iraq. Baghdad: “Ritirare subito le truppe da Mosul”. La Turchia sembra impegnata a litigare con mezzo mondo. La Russia col Jet abbattuto, la Siria di Assad, e ora il vicino iracheno. L’Iraq di parte sciita e la Turchia sempre più islamicamente sunnita di Erdogan

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Il Califfo resuscita Saddam
Al comando gli ex del Rais

Secondo fonti arabe il califfato di al Baghdadi sarebbe in difficoltà. I Foreign fighters disertano e a reggere lo scontro con la Coalizione sarebbero gli ex baathisti di Saddam col sostegno della popolazione sunnita di Mosul. Regole precise e un ruolo ‘istituzionale’ di Baaht nell’Islamic State

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Baghdad più pericolosa per attacchi terroristici ma anche noi i bersagli

Baghdad è la città più pericolosa al mondo. A stabilirlo è l’indice messo a punto da una società internazionale di ricerca strategica e analisi dei rischi, che rileva anche un rapido aumento del pericolo in Europa, dopo la strage parigina alla redazione di Charlie Hebdo. Pessima classifica

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Quel silenzio dal Califfo
che inquieta la Coalizione
E ora si riprende il petrolio

Mentre il premier iracheno chiede ancora soldi e armi agli USA vantando vittorie, centinaia di uomini dello Stato Islamico hanno attaccato la più grande raffineria irachena e quasi ripreso Ramadi, cento chilometri da Baghdad. Puntare alla risorse per la controffensiva di primavera. Ci siamo

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Califfo forse colpito,
forse un’illusione,
forse una balla

Dalla propaganda del terrore gestita da Isis alla balle belle e buone dal fronte opposto. Con un tweet attribuito al ministro degli Esteri iracheno hanno provato a far morire al Baghdadi, il Califfo che potrebbe invece essere rimasto ferito. Sarebbe rimasto invece ucciso Al Turkmani, il numero 2

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Remocontro