Battaglia di Mosul bilancio in rosso, non solo vite ma soldi

L’allarme lo lancia il giornalista iracheno Zuhair al Jezairy nella sua rubrica settimanale su Internazionale, la battaglia per la liberazione di Mosul dall’Isis, costa troppo, e non stiamo parlando soltanto di vite umane, che lì è già strage, ma di soldi, sporche montagne di soldi come accade, poco raccontato, in ogni guerra.

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Tutte le attenzioni su Aleppo per nascondere Mosul

Destini paralleli di Aleppo e Mosul. Situazioni distinte sul campo ma identiche per la popolazione civile. Mentre ad Aleppo i ribelli capitolano, a Mosul il Califfato resiste e stanno accadendo cose terribili che però sfuggono alle attenzioni dei media che due mesi fa aveva celebrato la ‘conquista di Mosul’.

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Mosul, ‘battaglia lunga e feroce’, ma quasi nessuno la racconta

Iraq, «La battaglia di Mosul si annuncia lunga, feroce e complessa», informa ‘askanews’ rilevando ciò che è di fronte agli occhi di tutti ma che nessuno sembra voler vedere o ammettere ufficialmente. Quasi 3000 i combattenti anti Isis uccisi solo a novembre e quasi mille le vittime civili. I miliziani Isis hanno avuto due anni e mezzo per prepararsi e stanno resistendo ferocemente. Scontro casa per casa, e poi sarà ‘Insurgency’, resistenza villaggio per villaggio.

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La lenta liberazione di Mosul

Mesi e non settimane, per liberare la città, dopo i trionfalismi di una Mosul vista e raccontata da molto lontano. Seconda settimana e l’esercito di Baghdad affronta i miliziani del gruppo Stato islamico strada per strada. Avanzata lenta per la rete di tunnel sotterranei costruiti dai jihadisti, che gli permettono di cogliere di sorpresa i soldati iracheni e i peshmerga curdi. Finora è stato liberato circa un terzo della parte orientale della città.

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La battaglia di Mosul raccontata da Isis

La battaglia di Mosul che alcune cronache occidentali già davano per liberata, raccontata dallo ‘Stato Islamico’. “La promessa di Allah” è il titolo di un video messo in rete da Isis sulla battaglia di Mosul in cui i jihadisti mostrano i combattimenti, strada per strada, nei quartieri orientali del capoluogo. Analoga enfasi narrativa di cronache nostrane e qualche spunto di riflessione in più su cosa ancora aspetta le forze della coalizione per liberare realmente Mosul.

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Da Mosul a Raqqa l’attacco alle capitali Isis

Distanti circa 400 chilometri l’una dall’altra, Mosul e Raqqah sono le due ultime grandi città controllate dall’Isis che ha perso circa la metà dei territori conquistati nel 2014 in Siria e in Iraq. La situazione a Mosul, dopo facili e inopportuni trionfalismi, e Raqqa appena all’inizio. I costi iperbolici di una guerra folle e i rischi ancora aperti. L’offensiva contro il Califfato costa 12,3 milioni di dollari al giorno. Totale costo delle operazioni intorno ai 9 miliardi di dollari.

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L’attacco curdo a Raqqa mentre a Mosul è stallo

I curdi siriani annunciano l’inizio dell’offensiva per riconquistare Raqqa. Operazione ‘Ira dell’Eufrate. In azione 30mila guerriglieri, presi i primi villaggi mentre a Mosul, dopo gli azzardati proclami di vittoria, è stallo. L’esercito iracheno è entrato alla periferia est martedì scorso, ma finora è riuscito ad avanzare solo di un miglio. Sul fronte sud, sono ancora a 20 km dal centro della città. Rischio «mezzaluna sciita» in Mesopotamia con problemi per Arabia Saudita e soprattutto per la Turchia di Erdogan.

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Mosul tutta da conquistare e i diversivi Isis

Fine dei facili ottimismi a mezzo stampa. Il gruppo Stato islamico attacca una città a sud di Mosul, in Iraq. Continuano intensi i combattimenti all’estrema periferia orientale di Mosul, dove le forze governative irachene cercano di avanzare ma dove i jihadisti oppongono una strenua resistenza, con l’impiego anche di autobomba.

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«Dentro Mosul», e lo sbarco ad Anzio fu la presa di Roma

L’ENFASI DEI TROMBETTIERI – Titoli fuori misura, cronache esaltate, strateghi del futuro facile, quasi che a vendere una vittoria ormai in tasca potesse accelerare il finale di una guerra che sarà feroce e lunga e sofferta. Le truppe alleate all’estrema periferia di Mosul, prima della battaglia vera dentro il vastissimo abitato.

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Mosul, l’esercito iracheno e le vanterie di conquista

Le prime periferie nella parte orientale di Mosul. La città è ben altro e ben oltre come battaglia e ferocia, ma l’annuncio fa comunque il suo effetto. Almeno 5mila jihadisti Isis pronti all’ultima difesa della città, ammette sempre Baghdad svelando così la sua bugia sostanziale.

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Obama e il fantasma di Saddam

L’Isis resiste a Mosul grazie all’aiuto offerto dagli ex generali di Saddam Hussein. Gli Usa davanti a un muro di gomma. Le milizie sciite pronte a entrare nei combattimenti. L’Isis potrebbe lanciare missili con una gittata di 500 chilometri in tutte le direzioni, da Baghdad fino a Israele. Le brigate Al-Qods del leggendario generale iraniano Qassem Soleimani a chiudere il corridoio di Tel Afar, verso la Siria. Perso per perso fa perso al quadrato?

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Mosul, anche la Nato in campo senza dirlo troppo in giro

I primi voli Nato anti Isis su Mosul dal 20 ottobre. Lo ammette il segretario generale Nato Stoltenberg dopo alcune rivelazioni Usa sugli aerei radat AWAK della Nato. Dall’avvio dell’offensiva la coalizione internazionale guidata dagli Usa ha aumentato i raid aerei anti-jihadisti fino ad un livello record. ‘Più attacchi che in qualsiasi altro periodo nella guerra contro l’Isis, iniziata ufficialmente nell’agosto di due anni fa’.

E CHI A MOSUL NON VUOLE ESSERE LIBERATO

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Iraq, sulla ‘Ba’aj Road’ profughi e jiadisti verso la Siria

TRA GUERRA E PULIZIA ETNICA – Perché continua a restare aperta la strada che porta fino a Raqqa? Ambiguo l’atteggiamento del Governo sciita di Al-Abadi in contrasto con la Casa Bianca. Meno combattenti contro il nostro esercito, replica Baghdad, e meno sunniti in casa, mentre ufficiosamente chiede di poter singere alla fuga forzata 750 mila sunniti che sosterebbero il Califfo

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Mosul, la Stalingrado del Califfo e le troppe guerre attorno

Mentre l’offensiva degli alleati prosegue tra difficoltà, l’Isis si lancia su Kirkuk. Non è la fuga che gli americani speravano. I servizi segreti iracheni denunciano massacri contro i civili. Come le Waffen SS tedesche nella seconda guerra mondiale, che alternavano furiosi combattimenti a sanguinarie rappresaglie. L’attacco alleato per ora sarebbe stato fermato. Contro il Califfo ben sei eserciti. Più divisi che mai. E nessuno può escludere che, risolta la pratica dell’Isis, non comincino a spararsi tra di loro.

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Quando Mosul era Ninive e Siraq era Mesopotamia

Ninive, la più famosa delle capitali dell’impero assiro il cui nome ci arriva dall’Antico Testamento, mentre gli Assiri pare la chiamassero diversamente, ma la traduzione dal sumero, la lingua parlata da Cristo, risulta incerta. Ninive era edificata sulla sponda sinistra del Tigri, dirimpetto sull’altra sponda del grande fiume all’attuale Mossul, attuale ‘capitale’ dell’effimero califfato Isis sul mondo islamico di Iraq e Siria, l’Assiria di un tempo. Battaglia di Mosul oggi, rispetto a ben altri scontri nella storia. Civiltà eccelse alle origini note della storia dell’uomo, lungo la Mesopotamia sino al Paradiso terrestre creato alla foce tra Trigri ed Eufrate. Ora, da quella parti è solo inferno.

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Fuga da Mosul, dramma umano e pasticcio militare

Save the children, lancia l’allarme al mondo: le condizioni degli uomini, delle donne e dei bambini in fuga dai villaggi alle porte di Mosul, un segnale di ciò che potrà accadere quando la battaglia arriverà nella città dove si trovano più di un milione di civili, in quella che potrebbe rivelarsi come la peggiore crisi umanitaria in Iraq negli ultimi anni. Poi il grande pasticcio militare di alleati che preferirebbero scannarsi tra di loro prima di fare la guerra a Isis

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Remocontro