Eroe o criminale di guerra? Il caso Gallagher divide l’America

Eroe o criminale di guerra. Lo dovrà stabilire la corte marziale di San Diego, California. Alla sbarra Edward Gallagher,  detto “The Blade” (La Lama), un comandante dei Navy Seals, corpo di elite della marina statunitense, impegnato nella riconquista di Mosul, nella mani dell’Isis. Gallagher è stato accusato da alcuni commilitoni di aver ucciso civili in modo gratuito e aver messo a rischio la sicurezza dei soldati. Intanto Trump pensa ad un indulto per diversi militari arrestati per crimini di guerra e il paese si divide.

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Yemen e Iraq, i civili il bersaglio, altro che ‘effetti collaterali’

Yemen, 1000 giorni di guerra e 13603 morti fra i civili. Mosul, prezzo di sangue per la liberazione della città dall’Isis tra 9.000 e 11.000 morti
– Associated Press, la Coalizione a guida Usa responsabili per la morte di 3.200 civili
– La Coalizione ha riconosciuto la responsabilità per solo 326 morti.
– 4.000 vittime con assassini ignoti.

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Mosul quasi liberata ma Isis non è sconfitta. Tregua siriana

Città simbolo, ma senza esagerare. Catturata dalle milizie jihadiste nel giugno 2014, è qui che il leader dell’Isis, Abu Bakr al Baghdadi, si era autoproclamato califfo dello Stato Islamico a cavallo fra Siria e Iraq. Ora il primo ministro iracheno a Mosul, dove ancora si spara, annuncia la sconfitta dell’Isis, ma non è vero. I jihadisti sono stati respinti fino alle sponde del fiume Tigri.
La tregua siriana in attesa di Raqqa.

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L’ultima battaglia per Mosul, la Stalingrado del Califfo

La Grande moschea di al-Nuri come la Cancelleria del führer a Berlino, scrive Orteca, e la sua conquista sancisce praticamente la fine della sanguinosa battaglia di Mosul, durata mesi e mesi.
Il problema da risolvere, la salvaguardia dei circa 50 mila civili in trappola, asserragliati nella città vecchia assieme ai superstiti miliziani dell’Isis, che li stanno utilizzando come scudi umani.
Nella speranza che l’esito finale della battaglia non si riveli un massacro.

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Mosul, ferocia e follia, muoiono tre giornalisti

È morta anche Véronique Robert, rimasta ferita nell’esplosione di una mina a Mosul assieme ad altri due giornalisti.
Nel centro storico della città gli ultimi combattenti jihadisti senza più via di fuga scatenano la loro ferocia sulla popolazione dopo aver fatto saltare la storica moschea Al Nuri e il suo storico minareto ‘gobbo’

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Mosul, distrutta la moschea dove nacque il Califfato

Distrutta la moschea di Al Nouri, in Mosul, la terza città dell’Iraq dove, il 29 giugno 2014 al Baghdadi annunciò la creazione dello Stato Islamico.
Spianata dagli stessi jihadisti costretti all’abbandono del luogo simbolo, affermano le autorità militari irachene.
I jihadisti: un raid Usa ha ridotto in macerie l’edificio sacro

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Raqqa e Mosul quasi cadute, Califfo forse morto

Le guerre che lacerano il mondo ma non l’indifferenza. Attenzioni zero -rileva Analisi Difesa- e cronache italiane di conseguenza. Raqqa e Mosul, chi e dove? Eppure erano, sono, le ‘capitali’ del dominio Isis in Siria e Iraq, che terrorizza il mondo. Indifferenza, salvo che i seguaci del Califfo, forse morto, non vengano a colpire a casa nostra, e allora è tutta prima pagina.

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Mosul, sempre vigilia di liberazione

La liberazione di Mosul che va e viene. Doveva essere per l’inizio del Ramadan, ma forse sarà alla fine, o forse chi sa quando.
“I nostri reparti continuano ad avanzare e sono entrati nei quartieri di al-Saha al-Oula, al Zinjili e di al-Shifaa, oltre che nell’Ospedale repubblicano” ha annunciato il 29 maggio il portavoce del Comando congiunto delle operazioni delle forze irachene a cui nessuno ormai crede più.
Poi, gli equivoci politici internazionali.

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Mosul liberata, l’eterno rinvio. Cosa ci nascondono

A Mosul si è tornati a combattere e a morire senza dirlo. Sembra la guerra delle vergogna che combatti nascondendolo. Ufficialmente il governo iracheno aveva sospeso l’offensiva per non provocare alte vittime tra i civili utilizzati come scudi dai miliziani dello Stato Islamico nella Città Vecchia. In realtà, pausa per le difficoltà dell’Esercito di Baghdad a sostenere la sanguinosa offensiva nei quartieri occidentali della città.

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Mosul, Stalingrado Isis, l’avanzata diventa assedio

Gli americani hanno sbagliato di nuovo i conti, hanno sottostimato la forza di combattimento schierata dall’Isis e, soprattutto, non si aspettavano una guerra casa per casa. I fondamentalisti islamici hanno trasformato l’attacco della coalizione nell’assedio di Stalingrado.

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Qualcuno ha notizie della battaglia di Mosul?

La battaglia di Mosul non è ancora finita, ci informava Internazionale il 6 aprile scorso, la notizia più recente che abbiamo trovato. I grandi quotidiani internazionale assieme alle voraci agenzie di stampa, tutti quasi silenti. Che stia accadendo qualcosa di sgradevole da nascondere? O è tutto troppo ripetitivo, morto dopo morto, massacro dopo massacro? E gli inviati che ci hanno annunciato tante volte Mosul ‘quasi liberata’?

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Strage aerea Usa a Mosul sepolta tra macerie e silenzi

Raid aereo Usa su Mosul Ovest, postazioni Isis, il bersaglio programmato. Bersaglio male indicato o errore di puntamento, sta di fatto che quell’esplosivo volante, missili o bombe che fossero, disintegra edifici e 150, 200 vite che lì campavano. Civili iracheni.
E’ accaduto il 17 marzo, ma se ne parla poco e a stento e solo ora.
Ora che la rabbia dei soldati iracheni che hanno visto i loro concittadini uccisi per ‘effetto collaterale’ Usa, minacciano di fermare l’attacco difficile sanguinoso, casa per casa, agli scherani Isis.

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Siraq, attacco a Mosul Ovest e per la Siria negoziato a Ginevra

La parte più difficile di Mosul, oltre il Tigri. Da ieri l’offensiva irachena per liberare la parte occidentale della città. Ora l’attraversamento del Tigri su punto provvisori poi la vera battaglia.  Il britannico Guardian denuncia e mostra violenze compiuta da militari iracheni.
Siria, trattative sino alla vigilia. Ginevra, negoziati decisivi per la soluzione della crisi siriana previsti per oggi, spostati al 23. Problemi o soluzioni in vista? Prima di questo difficile appuntamento, l’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura, aveva incontrato a Mosca il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov.

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Il Califfo fantasma e la guerra scomparsa

Al Baghdadi in fuga da Mosul verso la Siria. Forse. Il ‘Califfo’, l’uomo più inseguito del pianeta stando alle scarse rivelazioni dei vari servizi segreti occidentali, che se veramente sapessero dove si trova, cercherebbero di ‘mangiarselo’ da soli e in un boccone.
Da mesi si rincorrono voci sulla sorte del capo dell’Isis, in una regione mediorientale infiammata da giochi politici torbidi. Ora, il Califfo sarebbe in fuga da Masul, anzi, già in Siria dove però la terra franca dei suoi rifugi sicuri si sta riducendo a colpi di potenza militare russa

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L’infinita battaglia di Mosul e jihad alla francese

Gli iracheni liberano mezza Mosul, ma la partita militare resta difficile e la liberazione totale molto lontana. Mentre la Francia scopre di essersi allevato in casa il gruppo più numeroso di foreign fighters che combattono o hanno combattuto per l’Isis in Siria e in Iraq.
Nella foto di copertina, famiglie irachene attraversano un ponte distrutto dai jihadisti Isis a Mosul. Il 13 gennaio l’esercito iracheno ha annunciato di aver riconquistato il ponte della Libertà che collega la zona orientale della città da quella occidentale.

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Non ce lo dicono ma in Iraq sta andando male

Due attentati e decine di morti tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. Città bersaglio la capitale Baghdad. Il 31 dicembre due esplosioni hanno provocato almeno 29 morti e 50 feriti. Il 2 gennaio un attentatore kamikaze ha fatto schiantare un’autobomba contro un mercato nel centro di Sadr City, quartiere a maggioranza sciita. Trentanove i morti e oltre 60 i feriti. Sempre a Sadr City, altre esplosioni hanno provocato circa trenta morti.

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Remocontro