Il ritorno di ‘Gatto Randagio’ per un miagolio librario

‘Storie randagie’ dice il titolo sotto la firma di Francesca de Carolis. ‘Il graffio del gatto per restare umani ’ sotto un bel disegno e il bel coraggio editoriale delle…

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Cavalcando in groppa a un gatto

Per chiudere febbraio, mese, come si sa, dei gatti e delle streghe, lascio la penna tutta a Gatto Randagio. Ad autocelebrarsi, se vuole, visto che si è fra l’altro appena celebrata la festa dei gatti… e a ben ragione…

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Narcisi. Un fiore, una fiaba e la malattia della vanità

Gatto Randagio, in vena di fiabe, ci racconta la storia di Narcisa, rielaborazione siciliana del mito di Narciso. E’ presa solo dalla sua bellezza, incapace d’amare, e l’uomo che l’ama ne è distrutto.
I narcisi intorno a noi, un libro per riconoscerli e liberarsene. Perché “la testa bisogna perderla in due, altrimenti è un’esecuzione”.

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Per non cedere al pessimismo, negare ciò che è ovvio

Appunti, randagiando fra insofferenza, indifferenza, piccole e grandi cattiverie… Giornata tutta da dimenticare per Gatto Randagio. “Ha ragione mia madre che dice sempre che la storia della mucca pazza non è finita lì… è rimasta tutta la pazzia che ha seminato in giro”.
In uno scritto di Luciano Bianciardi la rivoluzionaria formula per non cedere al pessimismo: negare ciò che è ovvio.

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Viaggio all’inferno, e ritorno, inseguendo Proserpina

Come tutti i gatti che si rispettino anche il Randagio a tratti si dilegua, senza spiegarne il motivo o dire dove abbia intenzione di andare a rincantucciarsi… Ma oggi ecco che ricompare, e quasi intimorisce vederlo riemergere da quel fondo di “solitudini distese”… perché non poteva che ritornare gravido di pensieri, sull’inverno che è andato, sulla primavera che arriva, e quale buio, e quale rinascita…

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44 matti e i musicanti di Brema, Grimm e Randagio coristi

Permettete un’autocitazione. “C’era una volta e c’è ancora adesso”, era il titolo di una trasmissione radiofonica messa su per radiouno insieme a Daniela Morandini. Leggere la realtà dell’oggi attraverso gli archetipi delle fiabe.
-Tra le tante fiabe attraversate, “I musicanti di Brema”, dei Fratelli Grimm, storia della fuga da un destino di morte e dall’ottusità di chi dà valore a solo a ciò che gli serve.
-Quale storia migliore per raccontare il viaggio che alcuni anni fa fecero 44 “matti” partiti da Roma destinazione il Parlamento Europeo, per chiedere la fine dei manicomi.
-A guidarli lo psichiatra Luigi Attanasio che, questa settimana in cui si è celebrata la giornata mondiale della salute mentale, in questo racconto vogliamo ricordare con affetto e nostalgia…

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Musica e artisti di strada a Roma, anche loro finiti in una buca

Gatto randagio incontra il movimento Strada libera tutti. Gli artisti di strada contro la delibera del comune di Roma che vieta la musica in alcune delle più belle piazze del centro. E comunque, niente amplificatori…
-Tristezza delle tristezze, per queste città dove si vuol far pulizia di tutto ciò che non è irreggimentato, che non risponde alle regole del commercio, che non compra, che non si vende, che non è “per bene”.
-Il ricordo del duo Otto e Barnelli, buskers star de L’altra domenica.
-L’invito a riconoscere in ognuno degli artisti che almeno una volta vi sarete fermati ad ascoltare in qualche piazza, qualche sera, sotto qualche luna… la struggente bellezza del

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Se, il primo giorno di ‘non scuola’

Riaprono le scuole ma non per tutti.
-Gatto Randagio si interroga sui percorsi interrotti dei bambini rom sgombrati dal Camping River. Una storia di violazione di diritti che si ripete negli anni, complice la nostra indifferenza.
-“Perché quello nei confronti dei Rom sembra l’ultima forma di razzismo ancora accettato”.
-Un documentario tedesco su “Il razzismo invisibile”, ricordando il 12 settembre di ottanta anni fa, il primo giorno di “non scuola” degli studenti ebrei…

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Se gli orizzonti diventano sempre più ristretti

Gatto Randagio torna a parlarci di carcere. La scure del ‘ridimensionamento’ sulle attività di “Ristretti Orizzonti”, realtà che nel carcere di Padova da vent’anni porta avanti progetti straordinari, che tante cose in meglio hanno cambiato, nel carcere e nelle persone, anche fuori.
-Gli incontri con le scuole, laboratorio di conoscenza e di relazioni.
-“Se le scuole fossero meno carceri, se le carceri fossero più scuola…”, il filosofo Giuseppe Ferraro, che definisce il carcere lo specchio infranto della società, quello in cui la democrazia si infrange.

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Razzista chi? Due sole razze, chi ha e chi non ha

Anche questa domenica il Randagio ha una domanda. A proposito di un dibattito che a tratti infuria… Italiani razzisti? Non razzisti? Più di prima? Un po’ di meno?
-La nonna di Sancio Panza che diceva: “nel mondo non ci sono che due razze, quella di chi ha e quella di chi non ha”.
-L’annuncio razzista, e un po’ volgare, sul regionale di Trenord. Perché controllarsi se dai vertici del paese c’è chi plaude, e linguaggio migliore mediamente non usa?

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alt="La vita come un treno in corsa"
La vita come un treno in corsa, corri corri ma valgono le soste

Gatto randagio in ‘favolese’, oggi, ma per portarci alla nostra attualità di vita.
-Erich Fromm: “L’uomo moderno pensa di perdere qualcosa, del tempo, quando non fa le cose in fretta. Però non sa che fare del tempo che guadagna, tranne che ammazzarlo”.

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Il librino di Mademba e la farfalla di Yusuf Bm Saho

Griot, il cantore che tra alcuni popoli dell’Africa Occidentale trasmette e conserva la tradizione orale degli avi, e dà risposte ai mille perché della vita e della morte. Gatto randagio-Francesca de Carolis molto umano oggi, ci racconta del ‘librino’ di Bay Mademba, scrittore del Senegal, di tanto ‘jom’, di tanto coraggio. Perché ‘Aiwa’, bisogna andare avanti.
La fiaba di Mademba ha i colori e la leggerezza della farfalla arrivata dal Gambia con i pastelli di Yusuf Bm Saho, e con la freschezza dell’acqua di Ibraim Ballo.
Per i lettori ormai affezionati della ‘Terza pagina’ domenicale di Remocontro, una curiosità, avendo letto Antonio Cipriani prima di Francesca de Carolis, nel loro sostanziale inseguirsi di argomenti e sensibilità (taglio un po’ più politico o sentimental letterario che sia). Giuro che i due autori neppure si conoscono. E che ogni sabato a rovistare tra la posta, la prima sorpresa è la mia a scoprire come faranno ad andare d’accordo comunque. (e.r.)

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Dignità animale contro la #PetMania

‘Per riderci un po’ su’, premette Francesca de Carolis. ‘Ma forse neanche poi tanto… oggi lascio la penna tutta a Gatto Randagio’. Che più che miagolare, graffia. Randagio, alla sua ‘identità gattesca’ ci tiene molto e non gradisce certe esibizioni di vestitini e orpelli da ‘bambini-gattini-cagnolini’.
«Non riusciranno, gli umani, a trasformarci nelle loro grottesche copie», il grido di lotta
«Mi rimane, piuttosto, nel cuore, una gran pena. Per gli umani, e la loro irrimediabile solitudine…»

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Il ‘buonismo’ minaccioso

Famiglie, bimbi, adozioni, quelle negate e quelle usurpate… la vicenda della bambina sottratta a genitori “troppo” anziani. Poi i figli dei mafiosi. Anche quelli da sottrarre ai genitori?
Francesca de Carolis, tanto per non cambiare, ‘rema contro’, e pure in salita, questa volta. Attaccando la presunzione di stare dalla parte dei “giusti”. Ragionare per categorie, degni e indegni…
Letto sulla Gazzetta del Mezzogiorno lo scorso anno: “quattro scuole di Bari hanno rifiutato un ragazzo perché figlio di un boss in carcere”.
‘Noi società -scrive Francesca- tutti pronti a respingerlo, condannandolo da subito ad una vita fuori dalle “nostre regole”, condannandolo, noi, a sceglierne inevitabilmente delle altre’.

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Capanne e mangiatoie vuote

Francesca de Carolis non lo sapeva e lo scopre con voi: la sua angosciata confidenza natalizia, quasi una confessione, proposta a tutti noi come ‘editoriale’ per conto di Remocontro. Non solo Gatto Randagio quindi, e non solo i versi di Giuseppe Ungaretti. Perché ciò che scrive Francesca de Carolis, forse lei non lo sa, ma è spesso poesia.

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Ad Aleppo uccisa anche la percezione del dolore altrui

Sentimenti imbrigliati da geopolitiche, diplomazie e logiche di guerra, piange Francesca de Carolis, parlandoci del film “Houses without Doors – Aleppo vista dal balcone di casa”, del giovane regista d’origine armena Avo Kaprealian.
Nel film non si fanno analisi, non si cercano ragioni, che possano aiutarci a giustificare l’ingiustificabile. Siamo semplicemente di fronte alla tragedia, nuda.
Fouad Roueiha, giornalista italo siriano, “le riprese sono di poco tempo fa, ma quello che avete visto, in questo momento, temiamo, già non c’è più”.

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Remocontro