Una calza a salire una a scendere, donne e la Grande Guerra

Ieri i novantanove anni da quel 4 novembre del 1918, fine della prima guerra mondiale. E Francesca de Carolis va a ripescare la storia di Maria Plozner Mentil, giovane donna di borgo Ponars di Timau, una delle mille portatrici volontarie per rifornire le prime linee. Una calza lavorata a salire, una più leggera a scendere.
Quattro figli, il marito al fronte, un mattino di febbraio del 1916, a poche centinaia di metri dalle Rocce Malpasso, venne uccisa da un cecchino austriaco.
L’altro volto di quella guerra, come le staffette partigiane lo saranno della guerra che ancora sarà…
‘Una calza a salire una a scendere’, spettacolo teatrale che Eleonora Fontana e Davide Peron stanno portando in giro per l’Italia.

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Siff, Sophia, Soraya, Saphiria, speranza non esaudita

Ora che non ne parla più nessuno, Francesca de Carolis sceglie di ricordare e riflettere. «La storia di quel padre che ha detto basta a questa vita portando via da questo mondo i suoi quattro bambini». E la disperazione, per George Eliot, “la dolorosa avidità di una speranza non esaudita”. Il centro di etnopsichiatria Franz Fanon, di Torino.

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Fontanelle di Roma asciutte, Nazione a secco

Gatto randagio ecologico oggi, ed assetato. I ‘nasoni’, le fontanelle pubbliche lasciate a secco, monumento alla Roma rinsecchita. Dall’antica Roma al periodo barocco l’acqua che sgorga dalle fontane è tutt’uno con la natura della città eterna, traduce dal gattesco Francesca de Carolis. L’acqua che è parte organica del patrimonio storico e monumentale della città eterna, che non sono solo le grandi, famose fontane, ma anche i 2500 nasoni installati nell’ottocento…
Questione troppo romana? Sulla scia dell’Espresso di 60 anni fa (Capitale corrotta=Nazione infetta), le fontanelle asciutte di Roma, segno della decadenza che minaccia l’intero Paese.

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«Quando soffia il vento», Einstein Freud e la ‘nube purpurea’

Film d’animazione di Jimmy T. Murakami, comparso nell’autunno del 1986, culmine di Guerra Fredda. “Quando soffia il vento” propone lo spettro della guerra nucleare. Scambio di lettere fra Einstein e Freud che si chiedono ‘Perché la guerra?’. Interrogarsi su dove vada il mondo, e su cosa sia il male, la violenza e la morte. «Da rileggere, rileggere assolutamente, per non perdere il prezioso messaggio dei due scienziati, perché è quanto mai ancora vero che l’avvenire di cui parlano è ancora il nostro presente», suggerisce Francesca de Carolis.
Infine, ‘La nube purpurea’ dello scrittore di origine irlandese Matthew Shiel. Fantastoria di un viaggio attraverso la terra affollata di morti e relitti, dopo il passaggio di una grande nube che ha steso sul mondo un velo purpureo.. Libro scritto nel 1901.

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Fin che morte non li separi dalla galera

I gatti soffrono di emicrania? Randagia Francesca de Carolis, reduce da una visita nel carcere di Parma, sì. Perché, le spiega il suo amico dottor Claudio Conte, può far male confrontarsi con una cosa così enorme come l’ergastolo. Se ne può rimanere schiacciati, prima di tutto a subirlo, ma un po’ anche solo a conoscerlo.
Claudio, condannato all’ergastolo, in carcere da quando aveva diciotto anni. Quasi trent’anni in carcere, lo studio, laurea in giurisprudenza 110 e lode. Ma lui Claudio Conte, è ‘Ostativo’ o no?
Distinguo giuridico che decide tra la certezza di dover morire in carcere -più campi, più lunga è la pena-, o la speranza di poter andarsene dalla vita con qualche memoria migliore attorno.

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Il librino di Mademba e la farfalla di Yusuf Bm Saho

Griot, il cantore che tra alcuni popoli dell’Africa Occidentale trasmette e conserva la tradizione orale degli avi, e dà risposte ai mille perché della vita e della morte. Gatto randagio-Francesca de Carolis molto umano oggi, ci racconta del ‘librino’ di Bay Mademba, scrittore del Senegal, di tanto ‘jom’, di tanto coraggio. Perché ‘Aiwa’, bisogna andare avanti.
La fiaba di Mademba ha i colori e la leggerezza della farfalla arrivata dal Gambia con i pastelli di Yusuf Bm Saho, e con la freschezza dell’acqua di Ibraim Ballo.
Per i lettori ormai affezionati della ‘Terza pagina’ domenicale di Remocontro, una curiosità, avendo letto Antonio Cipriani prima di Francesca de Carolis, nel loro sostanziale inseguirsi di argomenti e sensibilità (taglio un po’ più politico o sentimental letterario che sia). Giuro che i due autori neppure si conoscono. E che ogni sabato a rovistare tra la posta, la prima sorpresa è la mia a scoprire come faranno ad andare d’accordo comunque. (e.r.)

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Prigionieri del telefonino, universo di solitudine

Il nostro frenetico comunicare, una rete che ormai ci imprigiona tutti, sospetta Francesca de Carolis, frequentatrice esclusiva di mezzi pubblici. «Nullificazione del presente», la bella definizione. «Quasi nessuno sente il bisogno di abbassare il tono delle voce, come ognuno entrasse in un microscopico universo di solitudine a due, e tutto il resto intorno svanisce».
«La commedia di un’umanità che sembra urlare ogni momento la sua fragilità e la sua solitudine…»
«E vorresti quasi abbracciarla e consolarla, questa umanità, e rivestirla, persino, di valori andati…» Discrezione, pudore, decoro, rispetto degli altri, elenca Francesca-Gatto randagio. Valori che, insegnandoti a rispettare, proteggevano.

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Non solo Noemi: dettagli indecenze insulti e rabbie sulle vie del web

Una folla martellante e insinuante di titoli e quant’altro, lanciati come pietre.
Dramma Noemi: fa tremare il pensiero di tanta violenza che si è impossessata delle emozioni di due vite così giovani.
Tanto si è parlato quest’estate di violenza, stupri e quant’altro. E con quanti dettagli morbosi, buttati qua e là…

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Tanto bisogno d’ordine fuori se la confusione è dentro

“C’è qualcosa di micidiale nell’ordine, scriveva Elias Canetti. Randagio parte dalle aiuole troppo ‘pettinate’, per finire tra le nostre cose umane inseguendo Francesca de Carolis: l’ordine negli spazi occupati da chi cerca asilo, nelle case occupate da chi casa non ha, nei campi rom. Lo stesso bisogno di ordine che ha sguinzagliato parole stupide e irresponsabili, da caccia al migrante untore di mali sconosciuti.
Per non dire di quanto sia micidiale l’ordine degli eserciti in marcia…

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Sapevate che le piante hanno una voce?

La voce delle piante è una melodia che nasce dal movimento della linfa, che alcuni scienziati hanno registrato. Una voce che parla di giorno, e si affievolisce col sonno della notte…
«Ma oggi sembra, questa voce, lamento, come di violino scordato -ci racconta col magone Gatto Randagio attraverso Francesca de Carolis-, proprio come quel violino che suonava la Morte nella danza macabra ispirata al tema di goetiana memoria. Un suono che sa di pianto».

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Nostalgie d’agosto tra le cappellette votive di Napoli

«Più nessuno mi porterà nel Sud» si lamentava Quasimodo siciliano, e le nostalgie d’agosto di Gatto randagio che si fermano a Napoli. «Gesù, Giuseppe, Sant’Anna, e Maria!», tra le cappellette per strade e vicoli di San Lorenzo, Sanità, Vomero, Quartieri spagnoli.
Francesca de Carolis col magone di una sua Napoli e meno di 2 ore di Freccia Rossa per colpa di un bel libro fotografico di Agnese Tamburrini.
Il resto leggetevelo voi, perché chi impagina è cresciuto nella poesia musicale di Fabrizio De Andrè e ha negli occhi le splendide edicole votive dei caruggi di Genova, e non è quindi in grado di proporvi il grande Eduardo con la dovuta sonorità che rende universali anche parole sconosciute.

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Fata Morgana tra sogno e miraggio

Gatto Randagio non è un gatto facile. Ad esempio soffre il caldo, esattamente come noi, ed allora sogna cose strane, e te ne accorgi da certi miagolii. Oggi Gatto Randagio, che in realtà è Francesca de Carolis, ci propone Fata Morgana, che non è una vera fata ma un effetto ottico, un miraggio.
Fata Morgana tra Reggio e Messina, il cattivo Re barbaro, Re Ruggero il buon normanno, padre Giardina. Fantasie e miraggi come il ponte sullo stretto.
«Alcune delle straordinarie cose che avvengono sullo stretto: il mare che cambia colore, la maturazione del bergamotto, l’incontro d’amore dei pesci spada…».

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Dignità animale contro la #PetMania

‘Per riderci un po’ su’, premette Francesca de Carolis. ‘Ma forse neanche poi tanto… oggi lascio la penna tutta a Gatto Randagio’. Che più che miagolare, graffia. Randagio, alla sua ‘identità gattesca’ ci tiene molto e non gradisce certe esibizioni di vestitini e orpelli da ‘bambini-gattini-cagnolini’.
«Non riusciranno, gli umani, a trasformarci nelle loro grottesche copie», il grido di lotta
«Mi rimane, piuttosto, nel cuore, una gran pena. Per gli umani, e la loro irrimediabile solitudine…»

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Il peso di una tazzina di caffè

Gatto randagio miagola spesso e volentieri attorno alla sorte dei carcerati ‘fine pena mai’. Se poi Francesca incontra la poesia altrui, vedi l’ormai familiare per tutti noi Mario Trudu, pastore poeta ed ergastolano, o non leggiamo o è commozione inevitabile.
‘Spes contra spem’, la speranza contro ogni speranza. Leggetevi la lapide che si è disegnato Mario Trudu per quando certamente uscirà dalla galera senza decisione del giudica di sorveglianza.
E poi quella tazzina di caffè sorprendentemente pesante da cui ha bevuto Alfredo Sole.

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Il ‘buonismo’ minaccioso

Famiglie, bimbi, adozioni, quelle negate e quelle usurpate… la vicenda della bambina sottratta a genitori “troppo” anziani. Poi i figli dei mafiosi. Anche quelli da sottrarre ai genitori?
Francesca de Carolis, tanto per non cambiare, ‘rema contro’, e pure in salita, questa volta. Attaccando la presunzione di stare dalla parte dei “giusti”. Ragionare per categorie, degni e indegni…
Letto sulla Gazzetta del Mezzogiorno lo scorso anno: “quattro scuole di Bari hanno rifiutato un ragazzo perché figlio di un boss in carcere”.
‘Noi società -scrive Francesca- tutti pronti a respingerlo, condannandolo da subito ad una vita fuori dalle “nostre regole”, condannandolo, noi, a sceglierne inevitabilmente delle altre’.

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Lombrichi liberi per liberarsi dall’inceneritore

Gatto randagio è finito alle porte di Cagliari, nella casa della Cultura della cittadella di Monserrato a celebrare il compleanno di Faber, e si è trovato in mezzo ai lombrichi. Liberi lombrichi per liberarsi di inceneritori e altri artifizi tecnologici e inquinati per riciclare i resti del nostro cibo.
Due sindache ecologiche premiate con un barattolo pieno di vermetti. Come da copertina. Nulla di inquietante. E’ vita della terra..
C’è anche un’associazione, “Lombrichi liberi”. Una storia su cose serie da leggere col sorriso grazie ad una Francesca de Carolis un po’ meno inquietante del suo solito.

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Remocontro