
L’ergastolano e il suo giudice
“Ti importa anche un po’ di me, o ti importa solo di Orazio che ho strangolato tanti anni fa perché mi voleva fare fuori lui, e adesso tu gli sta carezzando la testa, a lui perché è morto, (…) , tu perdoni tutti, se vuoi muoio anch’io, così accarezzi la testa anche a me”…
Una proposta di lettura per la messa del giorno della resurrezione, da “Fine pena ora”, di Elvio Fassone, storia della corrispondenza durata ventisei anni fra un ergastolano e il giudice che lo aveva condannato.
Al Cristo che gatto Randagio immagina forse potrebbe piacere.