25 anni dopo la strage di Hebron Netanyahu col rabbino razzista

25 febbraio 1994, Moschea Ibrahimi, Tomba dei Patriarchi per gli ebrei, città di al-Khalil o Hebron in ebraico, Baruch Goldstein, colono ebreo in territorio arabo, ex ufficiale dell’esercito, entra armato nella moschea, spara con la mitragliatore, uccide 29 fedeli musulmani e ne ferisce più di 100 prima di essere a sua volta ucciso. Altri 30 palestinesi moriranno nelle proteste represse dall’esercito israeliano.
-Goldstein era uno dei fondatori della Lega di difesa ebraica, che ha il suo leader nel rabbino americano Meir Kahane. Un movimento che si qualifica come sionista, implacabile contro gli arabi e ostile alla democrazia israeliana.
-Il movimento estremista ai cui eredi attuali Netanyahu ha chiesto il sostegno elettorale per essere riconfermato premier, dopo aver notificato all’Onu  il No al rinnovo del contingente di interposizione a Hebron.

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Israele Libano Italia ed Hezbollah, memoria per ministri distratti

Filippo Landi, per tanti anni, corrispondente estero Rai dal Medio Oriente: due anni da Il Cairo e ben 11 da Gerusalemme. Un suo contributo su un tema chiave che accompagnerà questo 2019. Sperando che per Filippo e per Remocontro, questo contributo sia soltanto un inizio. E sperando che Salvini legga

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Lettera aperta all’ambasciatore italiano a Il Cairo

Corrispondente estero Rai da Il Cairo per alcuni anni e per oltre un decennio da Gerusalemme, Filippo Landi, giornalista di lungo corso, è uno ‘che sa’ di Medio oriente e delle sue complessità. Sua la ‘lettera aperta’ al neo ambasciatore a Il Cairo Giampaolo Cantini, finito nella bufera Regeni ancora prima del suo insediamento.
Lettera di buoni sentimenti e acute osservazioni: «Ora, sappiamo bene io e lei, ambasciatore Cantini, che incombe il caso Libia. Dobbiamo coinvolgere, nei nostri piani per contenere l’immigrazione verso l’Italia sia il governo di Tripoli che il generale Haftar, sostenuto dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Il ristabilimento pieno delle relazioni diplomatiche aiuterà, forse, una concordia di intenti dal Cairo, via Tobruk, fino a Roma. Qualche minaccia egiziana e qualche ricatto, sulla pelle degli immigrati, forse, verrà meno». Ma…

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Remocontro