Il Brasile di Bolsonaro che brucia Amazzonia democrazia e futuro

Contabilità crudele da Fondo Monetario Internazionale, la crescita nella regione tra America Latina e Caraibi dovrebbe fermarsi quest’anno a un impercettibile 0,2%, forse per il Brasile, addirittura recessione. Le molte crisi latino americane e l’ex Brics, il sogno di uno sviluppo boom. «Bolsonaro e in rotta con il suo stesso partito in Parlamento, ogni agenda di riforma appare impantanata e volano accuse di nepotismo e incompetenza».

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Hong Kong, le triadi mafiose contro la protesta anti cinese

Hong Kong, il movimento anti cinese nuovamente in strada. Dopo il ritiro della legge sull’estradizione i manifestanti chiedono nuove elezioni e la cessazione della repressione. Intanto “misteriosi” uomini vestiti in bianco hanno aggredito i dimostranti. per l’opposizione si tratta di elementi organizzati dalla mafia delle triadi.

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La misteriosa storia di lui e di lei davanti a una vetrina

Lui col cellulare come unico rapporto con la realtà. Lei no. Dialogo davanti a una vetrina su media e social, sulla realtà conformista e talvolta artefatta. Citando Carole Callwalladr.

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Ungheria di Orban, piccolo Paese, poca democrazia, leader esagerato

Da qui alle elezioni europee dal 23 al 26 maggio, giornalisti di 27 nazioni dell’Unione raccontano su Internazionale, in collaborazione con VoxEurop, la campagna elettorale nel loro paese. La nostra sintesi

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Il razzismo sdoganato , cronaca dal Paese del disonore

Il razzismo sdoganato Si spara e si picchia. Si spara a caso e si insulta. Le vittime si moltiplicano. Una bambina rom, un cameriere, un raccoglitore di pomodori. Ieri una…

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Manipolazioni elettorali via fb, ultradestra, soldi e prostitute

Cambridge Analytica, manipolatrice di campagne elettorali in tutto il mondo con società collegate e aziende sub appaltatrici.
– L’uso di Facebook. Corruzione e prostitute per manipolare.
– Bannon, l’ex stratega di Trump la ‘mente’ di Cambridge Analytica’.
– Il guru ultraconservatore nel 2014 cominciò a costruire profili di milioni di elettori americani su cui testare l’efficacia dei messaggi populisti pro Donald

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Xi, la Cina, l’Italia e le competenze della classe politica

Xi Jinping, presidente cinese a vita e la non democrazia cinese. Analisi-riflessione post elettorale italiana di Michele Marsonet.
– Il problema delle competenze della classe politica.
– Un sistema “libero” che non si cura della competenza (capacità di governare) degli eletti è davvero migliore di un sistema “bloccato” che invece attribuisce alla competenza un’importanza decisiva?
– Ed è davvero anti-democratico un sistema che impone filtri e griglie a chi vuole candidarsi a cariche pubbliche?
– Potete iniziare a litigare

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Quanto fascismo agita i manganelli del decoro e della sicurezza?

Questa settimana Polemos doveroso su chi solleva il manganello per risolvere le contraddizioni sociali. Partendo da una premessa: gli scontri di cui si parla non sono mai esistiti. Perché si è trattato di altro: di una applicazione disumana di idee fascistoidi di sicurezza e decoro. Hanno alzato le mani su chi aveva le mani alzate. Il tutto mentre una parte della sinistra è nascosta sull’Aventino della coscienza. Quadri di democrazia asimmetrica.

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Nella Polonia nazional-bigotta ‘numero chiuso’ per la stampa

In Polonia il parlamento è stato bloccato dalle proteste contro la limitazione della libertà di stampa ‘Numero chiuso’ per le televisioni e i giornalisti ammessi a seguire i lavori parlamentari. Reti amiche e giornalisti allineati. L’autoritarismo del partito xenofobo e antieuropeo di Jarosław Kaczyński e della premier Beata Szydlo

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Elezioni, democrazia e paradossi, dagli Usa alla Francia

Non solo Trump, dopo che il miliardario ci ha insegnato che le elezioni le vince chi le spara più grosse. Con Massimo Nava in Francia per le primarie della destra in programma da domenica in due turni. Salvo poi riflettere sul potere drammatico di gruppi di poche persone che possono condizionare il futuro di un intero Paese e addirittura di un Continente. Andiamo a vedere come.

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Nella Turchia di Erdogan manette ‘a mezzo stampa’

COLPISCI 1 PER EDUCARNE 100  

«L’Occidente si faccia gli affari suoi», è la premessa di Erdogan che dall’occidente evidentemente si dissocia. Dopo aver arrestato metà dei vertici delle forze armate e un bel pezzo di magistratura che riteneva infedeli, ha deciso gli arresti domiciliari anche per un bel pezzo di Paese revocando 50 mila passaporti. Ma per i più pericolosi, ancora galera vera. Oltre i 10mila circa e conto perso. Portati davanti a un tribunale di Istanbul 21 dei 42 giornalisti turchi per cui lunedì era stato spiccato un mandato di cattura per presunti legami con Gulen. Gli altri sono ancora ricercati. Salvo poi concedere perdono a chi la insultato personalmente, ma solo per questa volta. Per gli altri c’è il cimitero dei traditori.

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Dopo Brexit, piccoli secessionisti crescono

I demagoghi scorrazzano anche sul Continente. L’estrema destra di Francia e Olanda scatenata: “Ora referendum anche da noi”. Da Wilders a Marine Le Pen, fino a Matteo Salvini in Italia. Tutti i leader dei partiti euroscettici europei chiedono un referendum per uscire dall’Unione. Un effetto domino che potrebbe distruggere l’Ue

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Vergogna Regeni e galere turche. Giornalismo tra dittatura e autoritarismo

«Turkey is not Egypt». La Turchia non è l’Egitto, ma è il più grande carcere per giornalisti al mondo, come viene definito il paese di Erdogan da Repoters Without Borders. In Egitto gli ‘impiccioni’ più facilmente muoiono, lo abbiamo imparato da Giulio Regeni, ma i due paesi islamici ma quasi laici e filo occidentale che rapporto hanno con la democrazia e con la libertà di stampa?

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L’Egitto, le dittature e le ipocrisie di comodo

Il mondo e l’Egitto di Al Sisi letto da Massimo Nava. Un colpo di Stato salutato come argine ai Fratelli Musulmani e all’integralismo islamico. Ipocrisie sulla posta in gioco: minaccia terroristica, espansione del Califfato, ondate migratorie. Ipocrisie sul despota Assad e sul disastro delle sanzioni contro la Russia che sta facendo per noi il lavoro sporco in Siria.

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SPIGOLATURE 15
Sospendere Schengen o
sospendere la democrazia?

Quesito chiave, sospendere solo Schengen o -di fatto- sospendere per un po’ la democrazia in Europa? Ormai ci siamo, anche se si continua a sostenere che le conseguenze sarebbero tragiche per l’Europa, per l’economia e per l’euro.

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Lo stato di emergenza
sta nella democrazia ?

François Hollande chiede al parlamento una revisione della costituzione per permettere allo ‘Stato di diritto’, contro il «terrorismo di guerra». Ma è possibile declinare la guerra -perché la Francia si sente in guerra- con la democrazia? Il Patriot act francese, dopo gli errori americani

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Remocontro