Il guerrigliero ‘Timochenko’ che torna al suo vero nome, Rodrigo Londoño, e il Presidente colombiano, Juan Manuel Santos, che dà sostanza al premio nobel per la pace ottenuto. Fine di 50 anni di guerriglia delle Farc, con un bilancio spaventoso tra le parti. Tra il 1970 e il 2015, 60.630 persone sono scomparse. Una cifra superiore alla somma dei “desaparesidos” delle dittature di Argentina, Uruguay e Cile.
Ma, la Colombia non ha soltanto il problema con le Farc: il processo di pace con l’Esercito di Liberazione Popolare è quasi fermo. Dall’inizio del 2016 più di 70 leader sociali e difensori di diritti umani sono stati uccisi, 279 hanno ricevuto minacce e 28 hanno subito attentati. Molti ricordano lo sterminio del partito di sinistra Unión Patriótica, collegato alle Farc: più di 3500 militanti furono uccisi dai corpi armati dello Stato, dai paramilitari o dai narcotrafficanti.
Una riflessione di Piero Badaloni
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