Mocassini a punta con le nappine
Quando sono entrati nelle case i mocassini a punta con le nappine la storia ha tremato. Un vibrare di sentimenti contrastanti, tra le tendine ricamate e le vetrinette. Con un…
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Quando sono entrati nelle case i mocassini a punta con le nappine la storia ha tremato. Un vibrare di sentimenti contrastanti, tra le tendine ricamate e le vetrinette. Con un…
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Cambia il vento. Occorre riappropriarsi delle proprie idee, spegnere la tv, accendere il cervello, riprendere la strada della partecipazione come atto di democrazia, e di libertà. “Per chiedere non solo di togliere il coltello dalla ferita palestinese, ma di curarla. Siamo qui per la cura e il diritto. Per la libertà di tutti e quindi per la pace”.
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Come non sentirsi smarriti in un mondo ostile. Spaesati in una solitudine troppo rumorosa, di indifferenze e crudeltà, di leggi morali buttate nell’immondizia a favore di un sistema di potere…
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Dalla terrazza di legno del rifugio più frikkettone d’Italia si vede il mondo. È come un piccolo palcoscenico che digrada verso il prato, il sentiero e il bosco. Panni stessi…
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Certe volte occorre scuotere le persone. Ero partito formulando questa frase nella testa: come è possibile non cogliere il baratro etico in cui stiamo precipitando? Come è possibile accettare che un’intera popolazione venga sterminata, che bambini vengano lasciati morire di fame. Come è possibile essere democratici e far finta di non vedere che lo Stato Canaglia bombarda a piacimento in giro per il mondo, senza remore, con la certezza che nessuno interverrà?
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«Piccola maratona di poesia palestinese». Poesie scritte da giovani poeti palestinesi dopo il 7 ottobre 2023. Alcuni di questi giovani poeti sono morti sotto le bombe, hanno lasciato versi di dolore e speranza, di sbigottimento di fronte all’indifferenza pavida dell’Occidente democratico votato al suicidio etico e politico.
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C’è chi si sorprende di fronte al fatto che gli epigoni di quelli che ieri reggevano il bordone ai nazisti, facevano le spie per loro, denunciavano partigiani e indicavano dove si nascondessero gli ebrei, aiutando le SS a meglio organizzare la deportazione nei campi di concentramento, oggi puntano il dito accusando mezzo mondo di antisemitismo.
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Gino Strada il 4 agosto del 2014. A Gaza sono state colpite scuole, strutture sanitarie, infrastrutture. Un massacro di civili inaccettabile, portato avanti in nome del ‘diritto all’autodifesa’, fingendo di ignorare che questa guerra, così come quelle che l’hanno preceduta, non porterà sicurezza o pace né ai cittadini israeliani né a quelli palestinesi. Porterà solo nuovi lutti, nuova distruzione, nuovo odio, nuova guerra.
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Sopraffatti dalla ferocia del tempo, dalla presa di potere dei più malvagi, dal mondo nelle mani dei criminali, sembra impossibile non restare annichiliti. L’unica possibilità è quella di invertire il verso. Rompere lo schema, pensare in modo spiazzante. Mettere in dubbio quelle certezze assolute che ci rendono schiavi.
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Antonio Cipriani. Da quando non faccio il giornalista mi batto sulla strada della nostra epoca come libraio e attivista. Molti dei Polemos seguono la traccia di questo “fare del pensiero un’azione”, parlano della pratica quotidiana della resistenza e della costruzione di utopia concreta. È stato un modo – cambiare vita – per restare fedele al sogno di bambino: credere in un mondo migliore. Nella realtà, non virtualmente e a suon di fanfare retoriche.
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Popolo calpestato e offeso dall’ignoranza del potere, avanti! Con l’estate arriva la stagione dei festival. Questa sanremizzazione dell’insignificanza affonda le radici in decenni di amichettismo e salottini dell’inciuciata felice. Ma adesso i brutaloni non si accontentano più del quieto tran tran di potere che ci uccideva lentamente, vogliono spezzare le reni della cultura con la Q maiuscola.
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Accendo la tv e vedo giornalisti che sanno tutto di tutto, appesi alle loro tesi. Non hanno pietà. La prima forma di resistenza è il ‘preferisco di no’. Giovanni De Mauro cita ‘Carta nera’ di Cole Teju: «Rifiutare di ignorare la condizione di chi viene imprigionato, torturato e deportato. Rifiutare il gioco, rifiutare il decoro, rifiutare le accuse, rifiutare la distrazione, che è solo un altro nome per tollerare il male. E quando vi viene detto che non potete rifiutare, rifiutate anche quello».
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L’unica cosa che sappiamo è che non sappiamo. Possiamo leggere analisi e resoconti di guerra, assistere a infinite discussioni nei salottini televisivi, ascoltare le dichiarazioni dei politici. Le false notizie…
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Si imprunano gli occhi in questo tramonto di civiltà in cui anche le speranze appaiono fasulle, costruite ad arte per non capire, per volgere sguardo altrove. Neanche più lacrime. Solo…
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La cultura dominante – la parola cultura non inorridisca – è un insieme di superficialità mediatica, populismo, rozzezza dei modi e ignoranza arrogante che si poggia su un contraltare intellettualoide,…
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Che cosa auguro a tutti noi? Il silenzio e la tempesta. Silenzio e pensiero, gentilezza rivoluzionaria. E la tempesta, quella che portano nelle strade i giovani. Il loro canto, i…
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