India e non solo, identità nazionale più della storia e di Gandhi e Nehru

L’intuizione di Samuel Huntington, secondo il quale dopo la fine della Guerra Fredda le principali fonti dei conflitti sarebbero diventate le identità nazionali e religiose.
Come sta accadendo quasi ovunque nel mondo, i partiti tradizionali cedono il passo a nuove formazioni, spesso nate in tempi relativamente recenti.
Al contempo sbiadisce il ricordo di figure carismatiche che hanno dominato la storia contemporanea.

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Sudan, cacciato il tiranno, basta militari al comando?

Fino alla secessione del suo Sud, il più grande paese dell’Africa, sette volte la superficie dell’Italia.
Storia complessa e tortuosa, ci ricorda Remigio Benni che quell’Africa frequenta giornalisticamente da sempre. Una sintesi puntuale su cosa realmente accaduto e sui molti interrogativi del futuro prossimo, che senza scomodare la ‘parolona democrazia’ già sarebbe mezza rivoluzione con un governo di non militari

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Italia-Cina, ecco perché diamo fastidio ai padroni del mondo

Analisi-commento di Piero Orteca su cosa si muove dietro il dibattito sulla “Via della seta”, l’intesa che infiamma aule parlamentari, giornali e salotti, condita da ‘desuete cianfrusaglie ideologiche’, assieme ‘a una mirabile ignoranza degli scenari internazionali contemporanei’.

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L’Albania inquieta di sempre e la piazza tra politica e malaffare

Kaos në Shqipëri, kur politika zgjedh sheshin – Albania: ancora protesta della opposizione, Tirana blindata. Il centrodestra si chiama fuori dal parlamento e incita la piazza alla rivolta contro il governo socialista di Edi Rama. Per Usa e Ue si tratta di tentativi di sabotaggio. L’analisi della situazione albanese

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Corea e Kim nel ‘grande gioco’ Cina e Usa con finale incerto

Corea e Kim sempre sulla scena, protagonisti, ma con quale regia?
-I ‘cani mangia tigri’, donati da Kim al collega del Sud.
-L’invito al Papa a visitare Pyongyang, e le storiche persecuzioni cristiane in Corea del Nord.
-Michele Marsonet nelle tortuosità dei contrapposti interessi strategici delle grandi potenze nell’area.

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Perché la Turchia conta (e fa paura) più di prima

Oggi si vota nel Paese che rappresenta una cerniera strategica tra due continenti e che appare sempre più spaccato a metà.
-Erdogan forza la mano e cerca i poteri di Superpresidente.
-Le opposizioni si battono per portarlo al ballottaggio per poi coalizzarsi in un fronte unico

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Putin controverso, Ivan il Terribile o Pietro il Grande?

Raccontano che Pietro il Grande volesse fare della Russia del Settecento il più orientale dei Paesi occidentali. Si era innamorato di una cultura che, come lui credeva, sarebbe stata modello…

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Nell’Afghanistan Stato morente, lotta per l’eredità tra terrorismi

Kabul capitale di uno Stato fallito. Sedici anni dopo la guerra che avrebbe dovuto spazzare via i talebani, l’Afghanistan vive una impressionante escalation di violenza. Per Stati Uniti e Nato un fallimento epocale, costato centinaia di migliaia di morti, tra i quali, 54 giovani italiani.
– In una settimana l’attacco all’Hotel Intercontinental (40 morti, di cui 14 stranieri), l’ambulanza-bomba” contro il “Palazzo della Pace” (103 morti, 295 feriti), ed ora l’assalto all’Accademia militare (mentre a Jalalabad l’Isis faceva saltare in aria una struttura ospedaliera di Save the Children).
– L’Afghanistan è oggi un Paese nel quale una parte significativa del suo territorio nazionale è controllato dalle milizie talebane, da quelle dello Stato islamico o da signori della guerra che si arricchiscono con il traffico di droga, di armi e di esseri umani.

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Perché Macron è in caduta libera

Osservatore attento di mestiere, Juan Danton, parigino, ragiona con noi sui tre mesi di presidenza Macron e sul sorprendente crollo dei consensi attorno al giovane presidente. Analisi e dettagli sugli errori più clamorosi e su quelli meno noti. Quasi un atto d’accusa, se il nostro narratore esercitasse il mestiere di inquirente. Chiamiamoli ‘elementi indiziari’ di un insuccesso a sorpresa. In attesa di verifiche autunnali che si preannunciano severe e difficili.

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L’ombra lunga di Obama sulla presidenza Trump

Analisi di Michele Marsonet nell’imminenza del passaggio di consegne tra la presidenza Obama e la scommessa Trump. Obama prigioniero del clamoroso insuccesso elettorale di Hillary Clinton, già ora all’opposizione. Per Trump, i punti chiari della sua politica estera e i problemi ‘culturali’ che essi stanno ponendo alla sinistra italiana ed europea ancora prigioniere della attesa vittoria di Hillary.

Tutto che parte a rimane ancora prigioniero di quelle infuocate primarie, con ‘October surprise’.

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Berlino-Aleppo, i nostri morti, i loro morti

Dopo Berlino, Aleppo e le sofferenze umane in quelle terre mediorientali lontane lacerate da anni di guerra inarrestabile diventano parte della stessa tragedia. Massimo Nava propone una attenta e non facile analisi sul caos globale attuale da cui é nata la minaccia terroristica che lacera Aleppo e colpisce Berlino.

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Cosa sta accadendo in Siria oltre Aleppo e il terrorismo

Quello che devono affrontare nel vertice di Mosca, Russia, Turchia e Iran nonostante l’assassinio di ieri ad Ankara dell’ambasciatore di Russia Karlov. Andare oltre la fase di evacuazione da Aleppo per definire il futuro della Siria di fronte ai numerosi interessi internazionali contrastanti. Gli Stati Uniti e gli errori storici.

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Terrorismo, la guerra di chi si sceglie il nemico e il bersaglio

L’indignazione generata dalla paura, e la rabbia che nasconde l’impotenza, l’angoscia creata del nemico fantasma. E la follia della strage di innocenti a fomentare un odio altrettanto indiscriminato verso qualcuno o qualcosa contro cui poter dichiarare guerra.

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Terza Guerra Mondiale dove? I 5 focolai che fanno paura

I leader dei Paesi devono capire quanto sia pericoloso giocare alla guerra e fare tutto il possibile per evitare che si estendano cinque focolai di crisi, scrive la rivista americana “The National Interest”. Lo Stato Islamico dalla Siria verso altri possibili contagi. Le tensioni trascurate tra India e Pakistan, il Mar Cinese con due diversi scenari di conflitto tra Cina e Usa, e poi la partita Russia/Nato nell’est europeo.
Poi le guerre tecnologiche ‘post nucleari’.

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La Russia in Siria, l’analisi dell’ambasciatore Marsili

Carlo Marsili, diplomatico di carriera ed ambasciatore di lungo corso, l’ultimo incarico ad Ankara, amico di Remocontro, ha finalmente accettato di aiutarci nella comprensione delle crisi che travagliano il mondo. Oggi la Siria, nell’enfasi del dramma di Aleppo, tra terroristi, ribelli più o meno moderati, governativi spesso crudeli, Assad e la Russia.
L’esperto diplomatico supera le facili emozioni del momento e va alla sostanza dei fatti con logica rigorosa. La Nato e la Russia, le fobie baltiche con le certezze manichee su buoni e cattivi. La necessità di ridare spazio alle diplomazia uscendo da voglie di guerra fredda che alimentano roventi guerre di massacro.

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Libia, come e perché qualcuno bara

«ODISSEA FULMINEA», OSSIMORO IGNORANTE PER I RAID USA –

Obama pare abbia chiesto ufficialmente l’uso delle basi all’Italia, Sigonella prima tra tutte. Lo aveva fatto capire la ministra della difesa Pinotti in una deserta ‘question time’ parlamentare. Lo confermano ora più credibili fonti israeliane. Prima o poi dovrà pure saperne qualcosa il Parlamento. L’Italia presto coinvolta in prima linea dopo il tragico pasticcio franco-anglo-americano contro Gheddafi del 2011. Impresa a perdere, dice Orteca, analizzando i come e i perché.

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Remocontro