Le scorie nucleari francesi sepolte nel deserto algerino uccidono ancora

Fine marzo, tutti guardare alla guerra ucraina e pochi badano al mese sacro del Ramadan, compreso il prezzo alle spalle dei datteri, cibo con cui interrompere il digiuno al tramonto….

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Spagna post coloniale e il suo muro in Africa. Perché la strage di Melilla

Strage di migranti alla frontiera spagnola. In centinaia assaltano i reticolati al confine controllati dalle polizie di Rabat e Madrid. «37 morti e decine di feriti». «Le cifre non sono…

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La Russia in Africa risponde alle sanzioni di Usa ed Europa

Vertice Russia-Africa accelerando la campagna di avvicinamento ai Paesi africani e l’allontanamento dall’Occidente che ha emanato sanzioni estreme nei confronti di Mosca dopo la guerra in Ucraina. Nel voto alle…

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Nuova geografia nel mondo, l’Africa cinese

Così la Cina sta “occupando” tutta l’Africa mentre l’Occidente la accusa di “barare”. È una delle domande che spesso l’Occidente prova a evitare, forse perché non ha una risposta convincente:…

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Francia via dal Mali, ritirata internazionalizzata per renderla meno cocente

«Via dal Mali», l’annuncio ufficiale. Macron getta la spugna dopo 9 anni di impegno militare nel paese saheliano. Ma “internazionalizza” il ritiro per attenuare l’impatto sull’opinione pubblica più nazionalista. Anche…

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Ritiro francese dal Mali: l’Europa (e l’Italia) nel Sahel?

Ieri sera Draghi a Parigi da Macron e parlare di cosa fare nella regione africana del Sahel. Da un mese un contingente italiano formato da sei elicotteri e da 200…

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Africa: epidemia dei colpi di stato

Ieri, 24 gennaio 2022, in Burkina Faso. Il terzo paese africano a subire un colpo di stato nel giro di pochi mesi, dopo la Guinea e il Mali. I golpe…

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Il mistero dei contractors russi del Gruppo Wagner in Mali: ci sono o non ci sono?

Il Gruppo Wagner in Mali, forse si, forse no. Da settembre si rincorrono voci di un accordo tra Mosca e Bamako per il dispiegamento del Gruppo Wagner in Mali, nella…

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Russia in Africa. Scontro aperto con la Francia. Consegnata una fornitura di elicotteri da combattimento e altri armamenti a Bamako. Macron attacca il premier golpista Maiga. Ma anche la Guinea-Conakry dopo il golpe si avvicina all’orbita russa. Partita geostrategica a forte rischio per le ex potenze coloniali europee, oltre la penetrazione economica cinese.. Prima dei mille mercenari della Wagner «Non è ancora lo sbarco dei mercenari russi, oggetto di specifico anatema francese, ma poco ci manca», lab premessa di Marco Boccitto sul Manifesto. «Il cargo giunto giovedì da Mosca con quattro elicotteri da combattimento e altre forniture militari destinate all’esercito di Bamako», ed è armamento in parte comprato, per quanto possibile, in parte «dono della Federazione russa, paese amico con cui abbiamo sempre mantenuto una fruttuosa collaborazione», ha specificato il ministro ad interim della Difesa maliano. Usa di qualità con armamento pesante forse più politicamente che militarmente, visto che il Mali dovrà attendere l’arrivo dei mercenari russi della Wafgner per poterli usare in combattimento. Macron, dopo l’Australia anche l’Africa Il presidente francese Emmanuel Macron si arrabbia molto. «Vergognose le parole usate dal capo del governo transitorio maliano, Choguei Maiga, nel suo discorso all’Onu, con l’accusa rivolta alla Francia di voler abbandonare il Mali alla mercè delle milizie islamiste». Ad offesa diplomatica, offesa e mezza: Macron dai microfoni di Radio France International, ha ricordato Choguei Maiga di essere «figlio di due colpi di Stato. Legittimità dell’attuale governo è democraticamente zero». ‘Abbandono francese’ per modo di dire Quello che Maiga denuncia come «abbandono» è in realtà una ‘rimodulazione’ della presenza militare francese nel Sahel, con il centro nevralgico spostato nel confinante Niger dove è già operativa una base aerea, il ridimensionamento della forza di 5 mila uomini della missione ‘Barkhane e una redistribuzione dei rischi, oltre che degli oneri finanziari, tra i paesi che partecipano alla task force Takuba, a cui partecipa anche l’Italia. Colpo di Stato su colpo di Stato «Nel frattempo il Mali ha avuto sì un nuovo sussulto istituzionale», la definizione quasi diplomatica di Boccitto della successine dei colpi di mano militari. La destituzione del presidente Keita nell’agosto 2020, e il ‘colpo di mano ‘del maggio scorso ha trasferito i poteri a una giunta militare guidata dal colonnello Assimi Goïta. Un’evoluzione non sgradita alla parte della società maliana più legata alle confraternite islamiche tradizionali, ormai convinta che la presenza francese non abbia giovato alla sicurezza della popolazione civile e che sia tempo quindi di tentare la linea del dialogo con i jihadisti, perlomeno con le frange più “interne” alla realtà locale. Come la «katiba Macina, confluita nel cosiddetto Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani». Porte aperte ai contractors russi Nel frattempo per sopperire al disimpegno francese sul terreno, porte aperte ai contractor russi. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha confermato i contatti tra le autorità maliane e la compagnia privata Wagner. Ci sarebbe già la firma su un contratto per l’invio di 1000 «formatori». La linea rossa, ammonisce la Francia con dietro l’Europa e i suoi alleati, Italia compresa, oltre la quale scatterebbe per il Mali l’«isolamento internazionale». Quale sia la ‘linea rossa’ da non superare e a rischio di quale ritorsione eventuale non è stato chiarito. Mille e non più di mille, o l’illusione di semplici ‘istruttori’ di cose militari? Ma golpe chiama golpe Altro grattacapo per Parigi è il golpe ‘simmetrico’ che lo scorso 4 settembre ha deposto il presidente Alpha Condé nella vicina Guinea-Conakry. Un’altra ex colonia sempre più insofferente all’influenza francese e in fase di avvicinamento alla Russia, che da parte sua punta a un esteso controllo sui giacimenti di bauxite del Paese, a scapito della Cina. Altro colonnello in Guinea-Conakry Anche qui il potere ora è nelle mani di un colonnello, Mamady Doumbouya, amico del maliano Assimi Goïta, con cui forma la coppia più giovane tra i capi di stato africani, con 41 e 39 anni rispettivamente. «Esponente modello, anche lui, di una nuova generazione di ufficiali golpisti, a cui sembra premere più di tutto il ripristino del “rispetto dei principi democratici”, a volergli credere». Ieri ha giurato nel palazzo presidenziale di Conakry con sobria cerimonia, dopo aver messo alla porta quasi educatamente gli esponenti del vecchio regime, con consegna di passaporto. «Promette al più presto di nominare un governo guidato da un civile e di portare il Paese a elezioni che – giura – non lo vedranno candidato».
In attesa dei mercenari Wagner, il Mali si riarma con l’aiuto di Mosca

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Dieci anni dopo la morte di Gheddafi, Africa subsahariana ancora più caos
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Il “Giorno della rabbia” dei giovani sovversivi libici nel febbraio 2011 è partito dai social media ispirato dallo sgretolamento dei regimi in Egitto e Tunisia. L’insurrezione popolare è stata poi…

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I nostri rifiuti continuano a riempire illegalmente l’Africa e ad avvelenarla
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I frequenti sequestri di container diretti in Senegal, Nigeria, Ghana e altri paesi sono un pezzo di un fenomeno in aumento, denuncia il Post. Secondo una relazione dell’Europol sulle principali…

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Colpo di Stato in Guinea e il prezzo dell'alluminio vola alle stelle
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Il presidente della Guinea, Alpha Condé, deposto con un colpo di Stato e alla borsa dei metalli di Londra il prezzo dell’alluminio tocca il massimo. I militari golpisti annunciano lo…

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Italia campagna d’ Africa, dalla Libia al Sahel
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L’Italia si prepara ad aumentare il suo impegno militare ed economico in Africa. Nella delibera del governo 500 mila euro in più alla più che sospetta Guardia costiera di Tripoli….

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Genocidio Ruanda la Francia e l’Africa: Macron ammette le responsabilità ma dimentica le scuse
Europa colonialista pentita. Macron nel Ruanda del genocidio, Germania e Namibia 100 anni dopo

Il presidente francese Macron ieri a Kigali, la capitale, nel più importante memoriale del feroce genocidio ruandese del 1994 con più di un milione di vittime: «Tenendomi, con umiltà e…

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Ciad, ombre sulla morte del presidente-padrone e figlio in sella. Il clan Déby e l’Africa attorno
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«Le tante domande sollevate dalla morte di Idriss Déby», scrive Africa Intelligence. «La morte improvvisa del presidente Idriss Déby il 20 aprile ha provocato onde d’urto in tutto il Ciad…

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Carne da canestro: tratta di giovani africani in Italia per avviarli al basket

Una inchiesta giornalistica della Rai, una rarità da difende, un reporter col vizio di impicciarsi di cose scomode, Amedeo Ricucci, e la storica rubrica del Tg1, Tv7, purtroppo in orari…

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Remocontro