Il ministro Poletti, il lavoro e i meriti. «Più opportunità a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula». Accade in tempi di nomine governative a incarichi di potere e di prestigio e di soldi.
‘Novità’ che sanno di antico, ironizza Pier Luigi Celli, che in fatto di incarichi ‘tecnici’ assegnati dalla politica non si può certo dichiarare estraneo, a partire dalla direzione generale della Rai di due decenni fa.
Nomine ai vertici delle grandi aziende pubbliche. Esperienza certificata, risultati ottenuti? Premiare l’appartenenza, che garantisce la tutela del potere di parte, accusa Celli. Antichi vizi, che almeno nel passato non esibivano retoriche meritocratiche.
Retorica strumento ambiguo che rovescia spesso i significati: “Parole di moda per coprire comportamenti che ne umiliano il senso”.
Altro che ‘curricula’, andate a giocare a calcetto.
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