Incontri di buon augurio: terra-cielo, gabbiano Pasquale e Francesco

Un uomo dall’aria mite che dà da mangiare ai piccioni e ne conosce il segreto dell’anima, il volo di luce del gabbiano Pasquale sulla città addormentata… A conclusione dei giorni di “festa”, gli incontri d’inizio d’anno di Gatto Randagio, che ne legge i buoni auspici e li regala a tutti noi…

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Wali, mancato bambino bomba, speranza di futuro afghano

‘Wali, che ha rifiutato il Paradiso per non uccidere’, è il titolo di un libro che certamente Trump non ha letto. Peccato, che forse qualche scemenza in meno l’avrebbe fatta, e la bugia da super Pinocchio sul ritiro Usa dal centrasia afghano, l’avrebbe almeno raccontata meglio, lui e i suo amici mercenari della Brackwaters o come si chiamano adesso.
Gatto Randagio pigro oggi, che delega tutto al racconto di Wali aiutato da Luciano Lubrano, giovanissimo ma molto molto saggio. Ed il racconto del vivere in una terra dove valgono regole che noi abbiamo persino difficoltà ad accettare come reali. Con un filmato afghano di Remocontro in aggiunta

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Ad ognuno il suo Presepe, ma forse c’è qualcosa che non va

“Se Gesù Cristo venisse tra noi oggi, gli uomini non lo crocifiggerebbero. Lo inviterebbero a cena, ascolterebbero quel che avesse da dire, e riderebbero di lui”, scriveva Carlyle.
-Il presepe di sabbia in Vaticano e la protesta, a Genova, di don Paolo Farinella che denuncia il “fallimento del Natale”.
-L’invito a non accendere le luci dei nostri presepi e a perdersi nel suono di una campana tibetana per curare la tristezza…

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Cartoline randagie di Natale…

Due brevi appunti, che Gatto Randagio ci invia, come biglietti d’augurio per le feste alle quali, convinti o recalcitranti, siamo comunque tutti invitati a prepararci…
-Una riflessione sul dono, e una cartolina da e per il Mondo di sotto.

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44 matti e i musicanti di Brema, Grimm e Randagio coristi

Permettete un’autocitazione. “C’era una volta e c’è ancora adesso”, era il titolo di una trasmissione radiofonica messa su per radiouno insieme a Daniela Morandini. Leggere la realtà dell’oggi attraverso gli archetipi delle fiabe.
-Tra le tante fiabe attraversate, “I musicanti di Brema”, dei Fratelli Grimm, storia della fuga da un destino di morte e dall’ottusità di chi dà valore a solo a ciò che gli serve.
-Quale storia migliore per raccontare il viaggio che alcuni anni fa fecero 44 “matti” partiti da Roma destinazione il Parlamento Europeo, per chiedere la fine dei manicomi.
-A guidarli lo psichiatra Luigi Attanasio che, questa settimana in cui si è celebrata la giornata mondiale della salute mentale, in questo racconto vogliamo ricordare con affetto e nostalgia…

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Sequestro Soffiantini, ombre datate e la riparazione di un piccolo torto

Riflettendo sui meccanismi dell’informazione, specie delle news, a volte delle macchine che tutto travolgono. Un ricercato finalmente veniva consegnato alla giustizia, e tutto per me finiva lì..
-E invece, e invece… molti anni dopo ho capito che quando si chiudono le porte di un carcere, le storie non finiscono, ma lì cominciano.
-Incontro con Giovanni Farina, implicato nel sequestro Soffiantini, accusato e poi assolto per l’omicidio dell’ispettore dei Nocs, Donatoni.
-Una vicenda dalle tante ombre. E due libri, per tentare di capire qualcosa di un uomo e del nostro paese.
-Giuseppe Soffiantini è morto nel marzo di quest’anno nella sua casa di Brescia, a 83 anni.

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Furor di ruspe che non spianano i problemi

Case abbattute, accampamenti “spianati”, baracche distrutte. La ruspa usata come arma in risposta alla complessità e ai dolori del mondo. Che ne penserebbe l’uomo che l’inventò, R.G. Le Tourneau, che oltre a essere prolifico inventore di macchinari, era convinto cristiano e filantropo?
-C’è un che di infantilmente sbrigativo in tutto questo usar “macchine per lo spianamento superficiale”, che non prelude a nulla di buono…
-L’episodio Casamonica -e qui è l’editore che scrive- diventa copertura vincente a livello di opinione pubblica, rispetto ai molti azzardi precedenti

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Una piscina piena piena di sirene, ma dai denti aguzzi

Qualcuno ha un po’ rimbrottato Gatto Randagio per quel suo continuo battere su certi temi, che potrebbero risultare alla fine noiosi e fastidiosi, rimestando fra i rifiuti del nostro quotidiano: carceri, zingarelli, miserabili…
-Questa è la nostra riflessione, mia e del Randagio, perdonate se pubblica, a commenti privati… ma serve anche a noi per chiarire e chiarirci dentro. Non so se ci siamo riusciti… lo smarrimento e i dubbi sono tanti…
-Prendendo sul serio una profezia… un invito a “fare un salto nella tromba dell’ascensore e atterrare in una piscina piena di sirene”…

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Giustizia, più spada o più bilancia?

Gatto Randagio ci propone oggi, con un libro, una riflessione sugli atti di clemenza…
Immagina già… Amnistia, indulto, grazia, commutazione della pena… che fastidio… che cosa contro corrente!
Eppure capire cosa è cambiato dall’amnistia di pacificazione del ’46, passando per le tante che si sono susseguite fino all’interruzione del ’92, per arrivare alla grazia concessa agli agenti della Cia che rapirono l’imam di Milano… aiuta a capire molto del nostro paese.
“A cosa serve la clemenza? A togliere di mezzo dal mondo del diritto l’inimmaginabile, il non pensabile che ancora accade nei nostri penitenziari”.

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Il vento, soffio della vita

In giorni devastati dal vento, Gatto Randagio ancora rema contro, e il vento insegue per leggervi speranza di futuro… Complici due immagini: i panni stesi fra i vecchi e abbandonati palazzi di Catania, e il giovane palestinese che affronta con la fionda le pallottole del nemico. Cosa le accomuna? Secondo il Randagio, le accomuna il vento… che con voce diversa, ma con la stessa forza, è lì, a cacciare via spiriti cattivi e di morte, e reclamare la vita.
Il documentario di Ivens, dove il vento è il soffio della vita e simbolo delle cose che cambiano…

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Il gatto di Admira nella Sarajevo crudele dell’assedio

Gatto randagio oggi, invece del suo solito remare contro, ci propone un vero racconto, breve ma impegnativo.
Racconto comunque alla Francesca de Carolis, che mica può scrivere direttamente, come abbiamo fatto in molti, della tragedia dei due fidanzatini di Sarajevo uccisi sul ponte della fuga dall’assedio.
No, la storia di Admira, ragazza musulmana, e Bosko, ragazzo serbo, nella Sarajevo di quei maledetti primi anni ’90, ce la propone attraverso gli occhi di ‘Yellow’, gatto bosniaco, privato delle coccole di Admira, che vive quella sparizione e si interroga.
Vale la pena di leggerlo e di andare col cuore e la memoria in quella Sarajevo di follia e disperazione tra il 1992 e il 1995, assaggio di odi che si riaffacciano in troppe parti d’Europa.
Chi sta mettendo in pagina il racconto di Gatto randagio e che il quella Sarajevo dei troppi Admira e Bosko c’era, ha i lucciconi agli occhi per ieri, e anche tanta paura per l’oggi e il domani prossimo.

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Musica e artisti di strada a Roma, anche loro finiti in una buca

Gatto randagio incontra il movimento Strada libera tutti. Gli artisti di strada contro la delibera del comune di Roma che vieta la musica in alcune delle più belle piazze del centro. E comunque, niente amplificatori…
-Tristezza delle tristezze, per queste città dove si vuol far pulizia di tutto ciò che non è irreggimentato, che non risponde alle regole del commercio, che non compra, che non si vende, che non è “per bene”.
-Il ricordo del duo Otto e Barnelli, buskers star de L’altra domenica.
-L’invito a riconoscere in ognuno degli artisti che almeno una volta vi sarete fermati ad ascoltare in qualche piazza, qualche sera, sotto qualche luna… la struggente bellezza del

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La maledizione del grande cervo, caccia e barbarie

L’uccisione vigliacca di un capriolo e del suo cucciolo, e un pensiero alle migliaia e migliaia di animali vittime dei cacciatori, dai bracconieri a quelli che pur si muovono nei limiti sempre più “elastici” delle norme che regolano l’attività venatoria, e che sempre meno tutelano come dovrebbero la nostra fauna…
-Eppure già Pitagora sosteneva che l’uccisione degli animali fosse da vietare per tener lontano la ferocia dall’animo umano.
-La leggenda del santo ospitaliere, Flaubert e la maledizione del grande cervo. In attesa della rivolta delle vittime miti…

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Riace dei Bronzi e dell’accoglienza prima di finire agli arresti

Gatto Randagio a Riace era stato quando Domenico Lucano ancora non era sindaco, ma “volontario” pieno di entusiasmo, con tanti progetti per la rinascita del suo paese…
-E oggi, il Randagio, ricordando dice: “Così dovrebbe essere un amministratore… persona che del luogo che amministra si sente parte vera, come una strada, una pianta, una casa, il gatto di un suo vicolo… persona che in quel luogo è cresciuto, quel luogo ha amato… che per quel suo “villaggio” da sempre coltiva un sogno…
-Oggi le polemiche, ma… “Se la legalità si separa dalla moralità le regole diventano vuote, repressive, strumento d’ingiustizia”.

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L’indecente guardarsi negli occhi

Gatto Randagio riparte dai suoi incontri in carcere per parlarci di un’abitudine che fuori abbiamo perso: guardarci negli occhi. Forse è per questo che dopo il colloquio con persona detenuta gli prende un sottile giramento di testa. Sostenere per due, tre ore, lo sguardo di una persona che mai allontana gli occhi dai tuoi non è cosa di poco impegno.
-L’ebbrezza, nell’era degli smartphone, di connettersi con una persona e non con uno schermo.
-Incontrarsi negli sguardi, atto rivoluzionario e “indecente”.

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Tre donne e il miracolo da 5 euro

Gatto randagio ci racconta tre incontri. Tre donne e il loro stupore di fronte a un’elemosina di cinque euro.
-“Ma è sicura che non la metto in difficoltà? Ne è certa? … Sa… la gente dà solo rametti…”
-“… un pugno di spiccioli… li teniamo in tasca, così, come rimanenze… neanche li contiamo, a volte… come avanzi che a poco o nulla ci servono…”
-Cinque euro… fragile sipario di carta… fra l’ansia del nulla e la speranza che… “me li farò bastare…”

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Remocontro